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Se i seguaci degli altri libri celesti rivelati si fossero sottomessi al sacro Corano, e non avessero considerato la sottomissione al nobile Verbo di Allah sottomissione della razza giudea agli Arabi, se avessero saputo che gl’insegnamenti dei profeti si basano su principi comuni rivelati da Iddio Sublime, se avessero compreso che credere in ciò che è stato rivelato dopo la Torà e il Vangelo è come essere promossi a una classe superiore senza negare quello che si è appreso in quelle inferiori, ebbene se avessero compreso e saputo queste ed altre fondamentali verità, oltre che nell’aldilà, avrebbero di certo raggiunto la beatitudine anche in questo mondo.
Nel versetto precedente il sacro Corano ha esposto il ruolo giocato dalla fede nel raggiungimento della beatitudine oltremondana, mentre in questo versetto espone il ruolo della fede nel raggiungimento della felicità e della beatitudine terrena.
Il versetto precedente parlava dell’eresia giudea, mentre questo ricorda loro che se hanno perso la grazia del loro Signore, è perché non hanno messo in pratica i precetti rivelati nella Torà e nel Vangelo e hanno violato i comandamenti divini.
íó ÃóíøõåóÇ ÇáÑøóÓõæáõ ÈóáøÛú ãó ÇõäúÒöáó Åöáóíúßó ãöä ÑóÈøßó æÅöä áóãú ÊóÝúÚóáú ÝóãóÇ ÈóáøóÛúÊó ÑöÓóÇáóÊóåõ æóÇááøåõ íóÚúÕöãõßó ãöäó ÇáäøóÇÓö Åöäøó Çááøåó áÇóíóåúÏöí ÇáúÞóæúãó ÇáúßóÇÝöÑöíäó ﴿67﴾
67. O Messaggero, comunica ciò che è stato fatto discendere su di te da parte del tuo Signore, e [sappi che] se non [lo] farai non avrai annunciato il Suo messaggio. Allah ti proteggerà dalla gente. In verità, Allah non guida la gente miscredente.
In questo versetto Iddio Altissimo si rivolge solo ed esclusivamente al sommo Profeta, comandandogli con assoluta decisione: “O Messaggero, comunica ciò che è stato fatto discendere su di te da parte del tuo Signore”
Poi, per far comprendere l’importanza di ciò che il nobile Profeta aveva il dovere di comunicare alla gente, afferma: “E [sappi che] se non [lo] farai non avrai annunciato il Suo messaggio”, e per tranquillizzare il Profeta, che si sentiva minacciato da qualche pericolo, afferma: “Allah ti proteggerà dalla gente”
Il versetto si chiude mettendo in guardia gli oppositori del sommo Profeta: “In verità, Allah non guida la gente miscredente”
Ma che cosa doveva comunicare il nobile Profeta negli ultime mesi della sua vita? La questione era così importante che Iddio rivelò che: “Se non [lo] farai non avrai annunciato il Suo messaggio”. Un annuncio così importante da equivalere alla missione divina!
Nei vari libri dei dotti sunniti[500] e sciiti[501] troviamo molte tradizioni che affermano espressamente che il versetto in esame fu rivelato, nella località di “Ġadîr Ķum”, a proposito della questione della determinazione del vicario del sommo Profeta.
Nell’ultimo anno della nobile e benedetta vita del sommo Profeta, i mussulmani eseguirono il Pellegrinaggio d’Addio, l’ultimo compiuto assieme al Messaggero di Allah. In questo suo ultimo pellegrinaggio il profeta fu accompagnato da migliaia e migliaia di pellegrini provenienti da ogni punto della grande Penisola Arabica.
Il cocente sole dello Hijâz gettava fuoco sui monti e nelle profonde gole, ma la dolcezza di questo incomparabile viaggio spirituale rendeva tutto facile. Il mezzogiorno era vicino, e pian piano cominciavano ad apparire all’orizzonte la località di Juhfaħ e l’arida, cocente e desertica zona di “Ġadîr Ķum”
Era un giovedì, il diciottesimo giorno del mese di zu-l-hajjaħ del decimo anno dell’egira lunare. D’un tratto il sommo Profeta ordinò ai mussulmani di fermarsi. Il muezzin del Messaggero di Allah chiamò i mussulmani alla preghiera di mezzogiorno, i quali si prepararono velocemente. L’aria era così calda che alcuni si videro costretti a mettere parte del loro mantello sotto i propri piedi e parte sulla testa.
Quando la preghiera si concluse, i mussulmani vollero rifugiarsi nelle piccole tende che avevano con sé, quando d’un tratto il sommo Profeta annunciò loro che dovevano rimanere per sentire un nuovo e importante messaggio divino. Il nobile Messaggero di Allah pronunciò allora, al cospetto di migliaia di mussulmani, uno storico sermone.
Coloro che erano lontani non potevano vedere il Profeta, per questo fu costruito un pulpito con le selle di alcuni cammelli, affinché tutti vedessero il celeste viso del Messaggero di Allah, il quale iniziò il sermone lodando e glorificando Iddio, e facendo affidamento su di Lui. Poi si rivolse alla gente, e disse: “Presto accoglierò l’invito di Allah, e vi lascerò. Io sono responsabile, e anche voi lo siete. Cosa testimoniate a mio proposito?”. La gente disse ad alta voce: “Testimoniamo che tu hai comunicato [alla gente tutto ciò che Iddio ti ha ordinato di comunicare loro], hai consigliato [la gente], e hai impiegato tutte le tue forze [per guidarci sulla retta via]. Che Iddio ti dia buona ricompensa!”. Il Profeta proseguì dunque dicendo: “Testimoniate l’unicità di Dio, la mia profezia, il Giorno del Giudizio e la resurrezione dei morti?”. Dissero: “Testimoniamo!”. Disse: “O Allah, sii testimone!”…
Poi, proseguì dicendo: “O gente, sentite la mia voce?… Dissero: “Sì!”, dopodiché tutto tacque, eccetto il leggero sussurrare del vento. Il Profeta disse allora: “Cosa farete con queste due preziose cose che vi lascio come ricordo?”
Una persona, fra la folla, disse: “O Messaggero di Allah, quali sono queste due preziose cose che intendi lasciarci?”
Il sommo Profeta disse immediatamente: “Il Libro di Allah e la mia Famiglia. Iddio mi ha comunicato che queste due cose non si separeranno mai fra di loro, e si uniranno in Paradiso. Non superate queste due cose né rimanete in dietro da esse, altrimenti vi rovinerete.
D’un tratto la gente vide che il Messaggero di Allah si guardava intorno, come per cercare qualcuno, e appena vide il santo Alì (A), si piegò, gli prese la mano e l’alzò. Tutti videro e riconobbero Alì (A). Il Profeta, con voce ancora più chiara e alta, disse: “O gente, chi ha maggior diritto sui credenti di quanto non ne abbiano essi su se stessi?”. Dissero: “Iddio e il Suo Messaggero ne sanno di più!”. Il Profeta disse allora: “Iddio è mio Signore e guida, e io sono il signore e la guida dei credenti, e ho maggior diritto su di loro di quanto non ne abbiano essi su se stessi”. Poi pronunciò la storica frase:
“Di chiunque io sia signore, ebbene, anche Alì è suo signore!”
Il sommo Profeta ripeté per ben tre volte, o quattro, secondo altre tradizioni, questa storica frase.
Poi rivolse il viso al cielo e iniziò a supplicare Iddio per il santo Alì (A): “O Allah, sii amico di chi gli è amico, nemico di chi gli è nemico, ama chi lo ama, odia chi lo odia, aiuta chi lo aiuta, abbandona chi lo abbandona, e fai sì che la verità sia sempre con lui ovunque sia”
Poi disse: “Sappiate che i presenti devono comunicare [quanto hanno ora sentito] agli assenti”
Il sermone del sommo Profeta si concluse. La gente non si era ancora dispersa che, d’un tratto, fu rivelato il: “…Oggi vi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato su di voi la Mia grazia…”. Il Profeta disse: “Allâhu akbar! Allâhu akbar, per aver reso perfetta la Religione, e aver completato la Grazia. Il Signore s’è compiaciuto della mia missione e della wilâyaħ di Alì, dopo di me!”
La gente, entusiasta, si congratulava con il santo Alì (A). Fra le persone celebri che in quel giorno si congratularono con il nobile Alì (A) per essere stato eletto vicario del sommo Profeta, ricordiamo Abû Bakr e ºUmar, che, dinanzi alla folla, dissero ad Alì (A): “Bravo! Bravo, o figlio di Abû Tâlib! Sei diventato il mio signore, e il signore di ogni uomo credente e donna credente!”
Tutti gli esegeti sciiti, appoggiandosi sulle tradizioni dell’Ahlu-l-bayt, e alcuni esegeti sunniti, come Faķr Râzî e l’autore dell’opera “Al-minâr”, ammettono che il versetto in esame riguarda la wilâyaħ, l’imamato del nobile Alì (A) e la vicenda di Ġadîr.
Il caratteristico tono del versetto lo distingue dai versetti precedenti e da quelli successivi. Questo è l’unico versetto coranico nel quale Iddio Altissimo minaccia severamente il sommo Profeta, ordinandogli decisamente di non omettere il suo dovere di comunicare alla gente l’importante messaggio divino, e dicendogli: “Se non comunicherai alla gente questo messaggio, renderai vani tutti i tuoi sforzi!”
Certo, l’importanza del messaggio di Ġadîr è pari a quella dell’intera missione profetica del santo Messaggero di Allah, poiché da esso dipendeva la continuazione della profezia, la sopravvivenza del sacro Islam!
Þõáú íó Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö áóÓúÊõãú Úóáóì ÔóíúÁò ÍóÊøóì ÊõÞöíãõæÇ ÇáÊøóæúÑóÇÉó æóÇöáÅöäúÌöíáó æóãó ÇõäúÒöáó Çööáóíúßõãú ãöä ÑóÈøßõãú æóáóíóÒöíÏóäøó ßóËöíÑÇð ãöäúåõã ãó ÇõäúÒöáó Åöáóíúßó ãöä ÑóÈøßó ØõÛúíóÇäÇð æóßõÝúÑÇð ÝóáÇó ÊóÃúÓó Úóáóì ÇáúÞóæúãö ÇáúßóÇÝöÑöíäó ﴿68﴾
68. Di’: “O gente del Libro, non sarete [fondati su] nulla [di buono e sicuro] finché non eleverete [metterete in pratica] la Torà, il Vangelo e ciò che è stato fatto discendere su di voi da parte del vostro Signore”. In verità, ciò che è stato fatto discendere su di te da parte del tuo Signore, certamente accrescerà molti di loro in ribellione e miscredenza. Non ti affliggere dunque per la gente miscredente.
È necessario credere veramente e mettere in pratica ciò che Iddio Sublime ha rivelato ai Suoi Messaggeri. Le pretese non servono a nulla, è necessaria la pratica!
Il valore delle persone dipende dal loro timore di Dio e dalla loro pratica.
La miscredenza e il politeismo della gente non arrecano alcun danno all’Islam, ma è solo a danno dei miscredenti e dei politeisti, poiché Iddio è difensore della religione.
Ovviamente questo versetto non si rivolge solo ai giudei, ma è anche un monito ai mussulmani, e ricorda loro che non basta credere e dire di essere mussulmani e accettare il sommo Profeta e il sacro Corano, è bensì necessario anche mettere in pratica e rispettare i precetti a lui e in esso rivelati, altrimenti: “…non sarete [fondati su] nulla [di buono e sicuro] finché non eleverete [metterete in pratica]…”
Åöäøó ÇáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ æóÇáøóÐöíäó åóÇÏõæÇ æóÇáÕøóÇÈöÆõæäó æóÇáäøóÕóÇÑóì ãóäú ÁóÇãóäó ÈöÇááøåö æóÇáúíóæúãö ÇáÇóÎöÑö æóÚóãöáó ÕóÇáöÍÇð ÝóáÇ ÎóæúÝñ Úóáóíúåöãú æóáÇó åõãú íóÍúÒóäõæäó ﴿69﴾
69. In verità, coloro che hanno prestato fede, i giudei, i sabei e i cristiani, quelli [di loro] che credono in Allah e nell’Ultimo Giorno e compiono buone azioni, ebbene, non avranno nulla da temere e non saranno mai tristi.
Il versetto riguarda la fede e la pratica dei seguaci di alcune religioni nella loro epoca, prima dell’avvento dell’Islam. Dopo l’avvento di una nuova religione divina, nessuno ha più il diritto di seguire le vecchie religioni, altrimenti l’invio di una nuova religione sarebbe vano. Perciò, il versetto vuol dire che i giudei, i cristiani e i sabei che si convertiranno all’Islam e compiranno le rette azioni, ebbene… non avranno nulla da temere e non saranno mai tristi.
Solo la vera fede accompagnata dalla devota pratica è in grado di donare all’uomo la felicità e la beatitudine in questo mondo e nell’aldilà. Non è dunque possibile separare la fede dalla pratica!
Chi sono i sabei? Alcuni sostengono che sono i seguaci di una religione presa dalle religioni dei giudei e dei cristiani. Altri sono dell’idea che sono i seguaci di una religione che crede in Noè e nega tutti i profeti venuti dopo di lui. A tal proposito, in una tradizione del nobile ottavo Imam leggiamo: “I sabei sono gli astrolatri che credono in Dio, nell’aldilà, e compiono le buone azioni”[502]
áóÞóÏú ÃóÎóÐúäóÇ ãöíËóÇÞó Èóäöí ÅöÓúÑóÂÆöíáó æóÃóÑúÓóáúäó Åöáóíúåöãú ÑõÓõáÇð ßõáøóãóÇ ÌóÂÁóåõãú ÑóÓõæáñ ÈöãóÇ áÇ Êóåúæóì ÃóäúÝõÓõåõãú ÝóÑöíÞÇð ßóÐøóÈõæÇ æóÝóÑöíÞÇð íóÞúÊõáõæäó ﴿70﴾
70. In verità, accettammo il patto dei figli d’Israele, e inviammo loro dei messaggeri. Ogni volta che venne a loro un messaggero con ciò che non piaceva loro, ne smentirono alcuni e ne uccisero altri.
Nella sura Al-baqaraħ e agli inizi della sura in esame, è stato ricordato il solido patto che i figli d’Israele strinsero con Iddio Sublime, e il versetto in esame ricorda ancora una volta questo patto, dicendo: “In verità, accettammo il patto dei figli d’Israele, e inviammo loro dei messaggeri”
Poi ricorda che ogni volta che vennero a loro dei messaggeri con ordini che non piacevano loro, che erano in contrasto con i loro interessi materiali, con le loro passioni, alcuni li smentirono, e quelli che non riuscivano a ostacolare smentendoli, li uccidevano.
æóÍóÓöÈõæÇ ÇóáÇ Êóßõæäó ÝöÊúäóÉñ ÝóÚóãõæÇ æóÕóãøõæÇ Ëõãøó ÊóÇÈó Çááøåõ Úóáóíúåöãú Ëõãøó ÚóãõæÇ æóÕóãøõæÇ ßóËöíÑñ ãöäúåõãú æóÇááøåõ ÈóÕöíÑñ ÈöãóÇ íóÚúãóáõæäó ﴿71﴾
71. E crederono che non vi sarebbe stata alcuna fitnaħ[503]: erano diventati ciechi e sordi! Poi Allah accolse il loro pentimento, poi molti di loro divennero ciechi e sordi. E Allah vede bene quello che fanno.
In questo versetto il sacro Corano ricorda l’inopportuno orgoglio dei giudei, che dopo tutti i peccati e i misfatti da loro commessi… crederono che non vi sarebbe stata alcuna fitnaħ!
I giudei, come affermano espressamente alcuni versetti, si credevano una razza superiore, e si consideravano i figli di Dio, e ciò non permetteva loro di vedere i segni di Allah e di sentire le Sue parole… erano diventati ciechi e sordi!
Ma quando videro alcuni dei castighi divini e le tristi conseguenze del loro operato, si pentirono e chiesero perdono al loro Signore, e si resero conto che le minacce divine sono serie, e che essi non sono affatto una razza superiore… poi Allah accolse il loro pentimento.
Ma purtroppo questa consapevolezza, questo pentimento, si trasformò rapidamente in disubbidienza e rifiuto della verità e nuovamente… molti di loro divennero ciechi e sordi… persero la capacità di vedere i segni di Dio e di sentire le Sue parole.
Il versetto si conclude con questa breve ma significativa frase: “E Allah vede bene quello che fanno”. Nulla dei loro misfatti sfugge ad Allah!
áóÞóÏú ßóÝóÑó ÇáøóÐöíäó ÞóÇáõæÇ Åöäøó Çááøåó åõæó ÇáúãóÓöíÍõ ÇÈúäõ ãóÑúíóãó æóÞóÇáó ÇáúãóÓöíÍõ íóÇ Èóäöí ÅöÓúÑóÂÆöíáó ÇÚúÈõÏõæÇ Çááøåó ÑóÈøí æóÑóÈøóßõãú Åöäøóåõ ãóä íõÔúÑößú ÈöÇááøåö ÝóÞóÏú ÍóÑøóãó Çááøåõ Úóáóíúåö ÇáúÌóäøóÉó æóãóÃúæóÇåõ ÇáäøóÇÑõ æóãóÇ áöáÙøóÇáöãöíäó ãóäú ÃóäúÕóÇÑò ﴿72﴾
72. In verità, sono diventati miscredenti quelli che hanno detto: “Allah è il Messia, figlio di Maria”, mentre il Messia disse: “O figli d’Israele, adorate Allah, mio Signore e vostro Signore, ché, in verità, chi attribuisce pari ad Allah, ebbene, in verità, Allah gli proibisce il Paradiso, e il suo ma’wâ[504] è il Fuoco. E per gli iniqui non vi sono soccorritori!
Dopo aver parlato nei versetti precedenti delle deviazioni giudee, in questo versetto e in alcuni versetti successivi, il sacro Corano parla delle deviazioni dei cristiani, iniziando dalla loro maggiore deviazione: “In verità, sono diventati miscredenti quelli che hanno detto: “Allah è il Messia, figlio di Maria”, mentre il Messia disse: “O figli d’Israele, adorate Allah, mio Signore e vostro Signore”
Il santo Messia, al fine di ribadire questo principio e togliere ogni dubbio in merito, aggiunge: “…ché, in verità, chi attribuisce pari ad Allah, ebbene, in verità, Allah gli proibisce il Paradiso, e il suo ma’wâ è il Fuoco. E per gli iniqui non vi sono soccorritori!”
Anche nelle attuali fonti del Cristianesimo è possibile trovare questo invito di Gesù (A) al puro monoteismo. Ad esempio, nel Vangelo di Marco (cap. 12, v. 29), il nobile Messia invita la gente al Dio Unico, dicendo: “Il nostro Dio, è il Dio Unico!”. Anche il Vangelo di Matteo (cap. 6, v. 24) tratta tale questione.
áóÞóÏú ßóÝóÑó ÇáøóÐöíäó ÞóÇáõæÇ Åöäøó Çááøåó ËóÇáöËõ ËóáÇóËóÉò æóãóÇ ãöäú Åöáåò ÅöáÂøó Åöáåñ æóÇÍöÏñ æÅöä áóãú íóäúÊóåõæÇ ÚóãøóÇ íóÞõæáõæäó áóíóÜãóÓøóäøó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇ ãöäúåõãú ÚóÐóÇÈñ Ãóáöíãñ ﴿73﴾
73. In verità, sono diventati miscredenti quelli che hanno detto: “Allah è il terzo di tre [divinità]”, mentre non c’è altra divinità all’infuori del Dio Unico! E se non s’astengono da ciò che dicono, di certo un castigo doloroso toccherà sicuramente quelli di loro che sono diventati miscredenti.
Nel versetto precedente il sacro Corano ha confutato l’eresia cristiana della divinità di Gesù, mentre in questo confuta l’assurdo dogma della trinità, dicendo: «In verità, sono diventati miscredenti quelli che hanno detto: “Allah è il terzo di tre [divinità], mentre non c’è altra divinità all’infuori del Dio Unico!”»
Il sacro Corano lancia un altro severo monito ai cristiani dicendo: “E se non s’astengono da ciò che dicono, di certo un castigo doloroso toccherà sicuramente quelli di loro che sono diventati miscredenti”
ÃÝóáÇ íóÊõæÈõæäó Åöáóì Çááøåö æóíóÓúÊóÛúÝöÑõæäóåõ æóÇááøåõ ÛóÝõæÑñ ÑóÍöíãñ ﴿74﴾
74. Non ritornano dunque pentiti ad Allah? Non Gli chiedono perdono? E Allah è ġafûr [clemente], rahîm [benevolo].
Questo benedetto versetto esorta la gente con la fede deviata a pentirsi e scegliere la retta fede.
Bisogna correggere i deviati e i peccatori ricordando loro il perdono e la misericordia del Signore Eccelso, convincendoli che Iddio perdona e concede la Sua grazia e la Sua misericordia ai peccatori pentiti.
ãóÇ ÇáúãóÓöíÍõ ÇÈúäõ ãóÑúíóãó ÅöáÇøó ÑóÓõæáñ ÞóÏú ÎóáóÊú ãöä ÞóÈúáöåö ÇáÑøõÓõáõ æóÇõãøõåõ ÕöÏøíÞóÉñ ßóÇäóÇ íóÃúßõáÇóäö ÇáØøóÚóÇãó ÇäúÙõÑú ßóíúÝó äõÈóíøäõ áóåõãõ ÇáÇóíóÇÊö Ëõãøó ÇäúÙõÑú Ãóäøóì íõÄúÝóßõæäó ﴿75﴾
75. Il Messia, figlio di Maria, non è altro che un messaggero. Altri messaggeri furono prima di lui, e sua madre era siddîqaħ [assai sincera]. Entrambi mangiavano cibo. Guarda come palesiamo loro i [Nostri] segni, guarda poi come vengono stornati [dalla verità].
In questo versetto Iddio espone tre prove per confutare l’eresia della divinità di Gesù:
1. È stato partorito da Maria;
2. Sono esistiti profeti come lui, ed egli non è senza pari;
3. Anche lui, al pari degli altri esseri umani, aveva bisogno di mangiare. Chi ha bisogno di cibo non può creare il cibo. Chi trae la sua forza e la sua potenza dal cibo non può essere onnipotente.
Certo, Gesù possedeva straordinarie virtù, faceva miracoli, e nacque da sola madre, ma tutto ciò non dimostra che egli fosse una divinità, poiché molti altri profeti avevano, come lui, straordinarie virtù e facevano miracoli. Inoltre il santo profeta Adamo è stato creato senza padre e madre. Dobbiamo forse affermare che anche questi profeti erano delle divinità?
La verità è che tutti i profeti e i messaggeri del Signore Eccelso sono Sue creature, Suoi servi, fanno miracoli con il Suo permesso e con la Sua forza e potenza; nascono da sola madre per Suo volere, è Lui che li crea senza padre e madre, e l’unica divinità esistente è il Dio Unico, Allah! Egli non è corpo, non ha generato e non è stato generato, non ha luogo né tempo, e non ha alcun bisogno di niente e di nessuno.
Inoltre, Maria appartiene agli amici di Dio, e il sacro Corano, in diversi versetti, fra cui quello in esame, la loda. Qui la chiama “siddîqaħ”, che significa “sincerissima”
Þõáú ÃóÊóÚúÈõÏõæäó ãöä Ïõæäö Çááøåö ãóÇ áÇó íóãúáößõ áóßõãú ÖóÑøÇð æóáÇó äóÝúÚÇð æóÇááøåõ åõæó ÇáÓøóãöíÚõ ÇáúÚóáöíãõ ﴿76﴾
76. Di’: “Adorate forse, all’infuori di Allah, ciò che non può né arrecarvi danno né darvi vantaggio? E Allah è il Samîº [Colui che Sente], lo ºAlîm [il Sapiente]”
In questo versetto il sacro Corano completa l’argomento del versetto precedente, dicendo: “Voi sapete bene che il Messia non era autosufficiente, e come voi aveva bisogni ed esigenze, e, di per sé, non può né arrecarvi danno né darvi vantaggio”
È per questo motivo che, più volte, lui e i suoi compagni caddero nelle mani del nemico, e se non fosse stato per la grazia del Signore, non avrebbero potuto fare nulla per salvarsi.
Il versetto si chiude con un monito ai cristiani: «Non pensate che Iddio non senta le vostre eresie o non conosca ciò che contengono i vostri cuori: “Allah è il Samîº [Colui che Sente], lo ºAlîm [il Sapiente]”»
1. Bisogna confutare il politeismo usando l’intelletto e la coscienza.
2. All’infuori di Dio, nessun’altro è in grado di soddisfare i bisogni delle Sue creature.
Þõá íó Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö áÇó ÊóÛúáõæÇ Ýöí Ïöíäößõãú ÛóíúÑó ÇáúÍóÞø æóáÇó ÊóÊøóÈöÚõæÇ ÃóåúæóÂÁó Þóæúãò ÞóÏú ÖóáøõæÇ ãöä ÞóÈúáõ æóÃóÖóáøõæÇ ßóËöíÑÇð æóÖóáøõæÇÚóä ÓóæóÂÁö ÇáÓøóÈöíáö ﴿77﴾
77. Di’: “O gente del Libro, non eccedete nella vostra religione fuori della verità. Non seguite le passioni della gente che s’è traviata in precedenza, che ha traviato molti altri, e che ha perduto la retta via.
In questo versetto il Signore Eccelso ordina al sommo Profeta di invitare la gente del Libro alla verità, dicendo: «Di’: “O gente del Libro, non eccedete nella vostra religione fuori della verità”»
L’eccesso dei cristiani era considerare Gesù una divinità, uno della Trinità, figlio di Dio, mentre probabilmente quello dei giudei era quello di considerare ºUzayr figlio di Dio.
Nella maggior parte dei casi, si eccede perché si seguono le passioni dei traviati, perciò il sacro Corano, per completare il discorso, afferma: “Non seguite le passioni della gente che s’è traviata in precedenza, che ha traviato molti altri, e che ha perduto la retta via”
Questa frase ricorda una verità che è possibile trovare anche nella storia del Cristianesimo, e cioè che gli eccessi a proposito di Gesù, e la trinità, non esistevano nei primi secoli del Cristianesimo.
áõÚöäó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇ ãöä Èóäöí ÅöÓúÑóÂÆöíáó Úóáóì áöÓóÇäö ÏóÇæõÏó æóÚöíÓóì ÇÈúäö ãóÑúíóãó Ðáößó ÈöãóÇ ÚóÕóæúÇ æóßóÇäõæÇ íóÚúÊóÏõæäó ﴿78﴾
78. Quelli, fra i Figli di Israele, che sono diventati miscredenti, sono stati maledetti dalla lingua [per bocca] di Davide e di Gesù, figlio di Maria. Ciò in quanto hanno disobbedito, trasgredivano,
Il nobile profeta Davide (A) maledì i figli d’Israele per aver violato il sabato. Il santo Gesù pregò per loro affinché Iddio Eccelso facesse discendere dal cielo per loro un cibo celeste, ma essi ritornarono alla miscredenza, e il Messia li maledì, e furono perciò colpiti dall’ira e dal castigo divino.
ßóÇäõæÇ áÇó íóÊóäóÇåóæúäó Úóä ãõäßóÑò ÝóÚóáõæåõ áóÈöÆúÓó ãóÇ ßóÇäõæÇ íóÝúÚóáõæäó ﴿79﴾
79. e non si vietavano l’un l’altro il male che facevano. In verità, ciò che facevano era male!
In una tradizione dell’imam Şâdiq (A) leggiamo: “I buoni dei figli d’Israele non partecipavano alle riunioni nelle quali si peccava, ma sorridevano ai peccatori ed erano affettuosi con loro”[505]
Questo versetto c’insegna che chi dimostra indifferenza nei confronti del peccato e della corruzione, chi s’astiene dal vietare il male, ebbene, è maledetto dai Profeti. Il precetto del vietare il male è esistito in tutte le religioni.
ÊóÑóì ßóËöíÑÇð ãöäúåõãú íóÊóæóáøóæúäó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇ áóÈöÆúÓó ãóÇ ÞóÏøóãóÊú áóåõãú ÃóäúÝõÓõåõãú Çóä ÓóÎöØó Çááøåõ Úóáóíúåöãú æóÝöí ÇáúÚóÐóÇÈö åõãú ÎóÇáöÏõæäó ﴿80﴾
80. Vedrai molti di loro fare amicizia con i miscredenti. In verità, ciò che il loro nafs[506] ha anticipato loro è male, tanto che Allah è in collera con loro. E nel castigo essi saranno eterni.
In questo versetto il sacro Corano espone un’altra prova della loro empia condotta, del fatto che essi erano meritevoli del biasimo e della maledizione divina: “Vedrai molti di loro fare amicizia con i miscredenti”. Chiunque si allei ai miscredenti, faccia amicizia con loro o si sottometta alla loro signoria, ebbene, incorre nell’ira divina.
æóáóæú ßóÇäõæÇ íõÄúãöäõæäó ÈöÇááøåö æóÇáäøóÈöíø æóãó ÇõäúÒöáó Åöáóíúåö ãóÇ ÇÊøóÎóÐõæåõãú ÃóæúáöíóÂÁó æóáßöäøó ßóËöíÑÇð ãöäúåõãú ÝóÇÓöÞõæäó ﴿81﴾
81. Se avessero creduto in Allah, nel Profeta e in quello che è stato fatto discendere su di lui, non li avrebbero presi per amici, ma molti di loro sono perversi.
Questo versetto può avere diversi significati, fra i quali ricordiamo i seguenti.
1. Se i giudei avessero creduto realmente in Mosè e nella Torà, non avrebbero mai preso i miscredenti e i politeisti nemmeno come amici.[507]
2. Se i miscredenti e i politeisti si fossero convertiti all’Islam, i giudei non avrebbero collaborato con loro.[508]
3. Se la gente del Libro o i munâfiqûn o i mussulmani avessero creduto realmente in Dio e nel Suo Messaggero, ebbene non avrebbero mai preso i miscredenti e i politeisti nemmeno come amici, poiché non è possibile unire la fede con la wilâyaħ dei miscredenti e dei politeisti.
áóÊóÌöÏóäøó ÃóÔóÏøó ÇáäøóÇÓö ÚóÏóÇæóÉð áöáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ ÇáúíóåõæÏó æóÇáøóÐöíäó ÃóÔúÑóßõæÇ æóáóÊóÌöÏóäøó ÃóÞúÑóÈóåõã ãóæóÏøóÉð áöáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ ÇáøóÐöíäó ÞóÇáõæÇ ÅöäøóÇ äóÕóÇÑì Ðáößó ÈöÇóäøó ãöäúåõãú ÞöÓøíÓöíäó æóÑõåúÈóÇäÇð æóÃóäøóåõãú áÇó íóÓúÊóßúÈöÑõæäó ﴿82﴾
82. In verità, troverai che i più acerrimi nemici di coloro che hanno prestato fede, sono i giudei e coloro che hanno attribuito pari [ad Allah], e, in verità, troverai che i più prossimi di loro all’amore per coloro che hanno prestato fede, sono coloro che dicono: “In verità, noi siamo cristiani!”, ciò perché tra loro ci sono invero preti e monaci, ed essi, in verità, non sono superbi.
Si narra che questo versetto fu rivelato in occasione del gentile e affettuoso trattamento riservato dal Re d’Abissinia e dai cristiani abissini ai mussulmani emigrati dalla Mecca in quel paese, e guidati da Jaºfar Bin Abî Tâlib, nel quinto anno dopo l’inizio della profezia del santo Profeta dell’Islam. Il Negus li protesse, e rifiutò la richiesta dei politeisti che volevano da lui che consegnasse loro tutti i mussulmani emigrati in Abissinia.
I giudei, pur vedendo gli eccezionali miracoli e la straordinaria devozione del sommo Profeta, si rifiutavano di prestare fede, e partecipavano alle insidie tese contro i mussulmani, violavano i patti e sobillavano. Ma i preti e i monaci d’Abissinia, sentendo i versetti della Sura di Maria si commossero e difesero i mussulmani. Perciò i giudei sono i più acerrimi nemici dei mussulmani, e la loro ostilità ha antiche radici. I cristiani però, pur credendo nella trinità, sono più preparati ad accettare la verità, e non sono insidiosi come i giudei, soprattutto i loro monaci.
æÅöÐóÇ ÓóãöÚõæÇ ãó ÇõäúÒöáó Åöáóì ÇáÑøóÓõæáö ÊóÑóì ÃóÚúíõäóåõãú ÊóÝöíÖõ ãöäó ÇáÏøóãúÚö ãöãøóÇ ÚóÑóÝõæÇ ãöäó ÇáúÍóÞø íóÞõæáõæäó ÑóÈøóäó ÁóÇãóäøóÇ ÝóÇßúÊõÈúäóÇ ãóÚó ÇáÔøóÇåöÏöíäó ﴿83﴾
83. E quando sentono quello che è stato fatto discendere sul Messaggero, vedrai i loro occhi versare lacrime per ciò che hanno riconosciuto della verità. Dicono: “O nostro Signore, noi abbiamo prestato fede, annoveraci dunque fra i testimoni!