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COMMENTO

Questo versetto espone un’altra parte dei precetti della legge giudaica, dicendo: “E prescrivemmo a loro in essa [nella Torà]: vita per vita, occhio per occhio, naso per naso, orecchio per orecchio, dente per dente, e il qişâş per le ferite”

Poi, per far comprendere che il qişâş è solo un diritto, e che non è una pena da eseguire in ogni caso, anche quando la persona che ha subito il danno fisico perdona chi glielo ha procurato, aggiunge: “E chi vi rinuncia, ebbene, varrà per lui come espiazione”

Il versetto si conclude ricordando che: “Quelli che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto discendere, ebbene, quelli sono gli iniqui”. Certo, privare la persona che ha subito un danno fisico del suo legittimo diritto di ricambiare il danno alla persona che glielo ha provocato, è invero una grande iniquità!

VERSETTO 46

æóÞóÝøóíúäóÇ Úóáóì ÁóÇËóÇÑöåöã ÈöÚöíÓóì ÇÈúäö ãóÑúíóãó ãõÕóÏøÞÇð áöãóÇ Èóíúäó íóÏóíúåö ãöäó ÇáÊøóæúÑóÇÉö æóÇÊóíúäóÇåõ ÇáÅöäúÌöíáó Ýöíåö åõÏðì æóäõæÑñ æóãõÕóÏøÞÇð áöãóÇ Èóíúäó íóÏóíúåö ãöäó ÇáÊøóæúÑóÇÉö æóåõÏðì æóãóæúÚöÙóÉð áöáúãõÊøóÞöíäó ﴿46﴾

46.       E facemmo seguire loro Gesù, figlio di Maria, testimone della Torà che discese prima di lui. E gli demmo il Vangelo, nel quale v’era guida e luce, testimone della Torà che era discesa prima di esso, guida e consiglio per i timorati.

COMMENTO

Dopo aver esposto alcuni dei precetti della Torà, il sacro Corano parla del Vangelo, dicendo: “E facemmo seguire loro Gesù, figlio di Maria, testimone della Torà che discese prima di lui. E gli demmo il Vangelo, nel quale v’era guida e luce”. Ovviamente qui il sacro Corano parla del vero Vangelo e della vera Torà, non delle attuali sacre scritture, che hanno subito notevoli alterazioni e modificazioni.

Oltre a Gesù, anche il Vangelo fu testimone della sacra Torà: “…testimone della Torà che era discesa prima di esso…”

Il versetto si conclude ricordando altri due attributi di questo libro celeste: “…guida e consiglio per i timorati…”

VERSETTO 47

æóáúíóÍúßõãú Ãóåúáõ ÇáÅöäúÌöíáö Èöãó ÃóäúÒóáó Çááøåõ Ýöíåö æóãóä áóãú íóÍúßõã Èöãó ÃóäúÒóáó Çááøåõ ÝóÇõæúáÆößó åõãõ ÇáúÝóÇÓöÞõæäó ﴿47﴾

47.       E giudichi [dunque] la gente del Vangelo in base a ciò che Allah ha fatto discendere in esso. E quelli che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto discendere, ebbene, quelli sono i perversi.

COMMENTO

Dopo aver ricordato la rivelazione del santo Vangelo, il sacro Corano, in questo versetto, afferma: “E giudichi [dunque] la gente del Vangelo in base a ciò che Allah ha fatto discendere in esso”

Il versetto si conclude con il seguente monito: “E quelli che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto discendere, ebbene, quelli sono i perversi”

VERSETTO 48

æóÃóäúÒóáúäó Åöáóíúßó ÇáúßöÊóÇÈó  ÈöÇáúÍóÞø ãõÕóÏøÞÇð áöãóÇ Èóíúäó íóÏóíúåö ãöäó ÇáúßöÊóÇÈö æóãõåóíúãöäÇð Úóáóíúåö ÝóÇÍúßõã Èóíúäóåõã Èöãó ÃóäúÒóáó Çááøåõ æóáÇó ÊóÊøóÈöÚú ÃóåúæóÂÁóåõãú ÚóãøóÇ ÌóÂÁóßó ãöäó ÇáÍóÞø áößõáøò ÌóÚóáúäóÇ ãöäúßõãú ÔöÑúÚóÉð æóãöäúåóÇÌÇð æóáóæú ÔóÂÁó Çááøåõ áóÌóÚóáóßõãú ÇõãøóÉð æóÇÍöÏóÉð æóáßöä  áöíóÈúáõæóßõãú Ýöí ãó ÁóÇÊóÇßõãú ÝóÇÓúÊóÈöÞõæÇ ÇáúÎóíúÑóÇÊö Åöáóì Çááøåö ãóÑúÌöÚõßõãú ÌóãöíÚÇð ÝóíõäóÈøÆõßõã ÈöãóÇ ßõäÊõãú Ýöíåö ÊóÎúÊóáöÝõæäó ﴿48﴾

48.       E abbiamo fatto discendere su di te il Libro, in verità, testimone del libro [celeste] disceso prima di esso, e suo custode. Giudica dunque tra loro secondo quello che Allah ha fatto discendere, e non seguire le loro passioni volgendo le spalle a ciò che è venuto a te della verità. Per ogni [popolo] di voi [esseri umani] abbiamo stabilito una via e un metodo. E se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi un unico popolo, vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato. Competete dunque nelle buone opere. Tutti ritornerete ad Allah, ed Egli vi informerà a proposito delle cose sulle quali discordavate.

COMMENTO

In questo versetto, il sacro Corano, dopo aver parlato della Torà e del Vangelo, parla di se stesso, dicendo: “E abbiamo fatto discendere su di te il Libro, in verità, testimone del libro [celeste] disceso prima di esso, e suo custode”

Fondamentalmente, tutti i libri celesti rivelati sono concordi fra di loro nelle questioni fondamentali, e perseguono tutti un unico obiettivo, e cioè educare, formare e condurre alla perfezione l’essere umano.

Poi ordina al sommo Profeta: “Giudica dunque tra loro secondo quello che Allah ha fatto discendere”

Poi aggiunge: “E non seguire le loro passioni volgendo le spalle a ciò che è venuto a te della verità”, e completa il discorso dicendo: “Per ogni [popolo] di voi [esseri umani] abbiamo stabilito una via e un metodo”

Poi dice: “E se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi un unico popolo, vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato”

In conclusione, invita tutte le genti a mettere da parte le discordie e a competere nell’esecuzione delle buone opere, poiché, in verità: “Tutti ritornerete ad Allah, ed Egli vi informerà a proposito delle cose sulle quali discordavate”

OSSERVAZIONI

1.       Il termine “širºaħ”, da noi tradotto con “via”, denota la via che conduce all’acqua.

2.       Il termine “minhâj” significa “via”, “metodo”

3.       Bin ºAbbâs afferma: “Širºaħ sono i precetti esposti nel Corano, e minhâj sono quelli esposti dalla sunna del sommo Profeta”

VERSETTO 49

æóÃóäö ÇÍúßõã Èóíúäóåõã Èöãó ÃóäÒóáó Çááøåõ æóáÇ ÊóÊøóÈöÚú ÃóåúæóÂÁóåõãú æóÇÍúÐóÑúåõãú Ãóä íóÝúÊöäõæßó Úóäú ÈóÚúÖö ãó ÃóäúÒóáó Çááøåõ Åöáóíúßó ÝóÅöä ÊóæóáøóæúÇ ÝóÇÚúáóãú ÃóäøóãóÇ íõÑöíÏõ Çááøåõ  Ãóä íõÕöíÈóåõã ÈöÈóÚúÖö ÐõäõæÈöåöãú æóÅöäøó ßóËöíÑÇð ãöäó ÇáäøÇÓö áóÝóÇÓöÞõæäó ﴿49﴾

49.       E [rivelammo di] giudicare fra di loro secondo quello che Allah ha fatto discendere, e [di] non seguire le loro passioni. E bada che non t’ingannino su una parte di quello che Allah ha fatto discendere su di te. Se dunque ti volgono le spalle, ebbene, sappi che Allah vuole colpirli per alcuni dei loro peccati. E, in verità, molti degli uomini sono perversi.

COMMENTO

IN QUALE OCCASIONE FU RIVELATO IL VERSETTO?

In una tradizione islamica narrata da Bin ºAbbâs, leggiamo che alcuni dei maggiorenti giudei andarono dal sommo Profeta con l’intenzione di deviarlo dall’Islam. Quando giunsero al cospetto del Messaggero di Allah, dissero: “Noi siamo i dotti e i maggiorenti dei giudei, e se noi diverremo tuoi seguaci anche il resto dei giudei seguiranno il nostro esempio e faranno altrettanto. Tuttavia, noi siamo in contrasto con un gruppo di persone, e se tu giudicherai in nostro favore, noi ti presteremo fede”. Il sommo Profeta si astenne ovviamente dall’esaudire questa loro empia richiesta, e in quel momento Iddio rivelò il versetto in esame.

COMMENTO

In questo versetto Iddio, rivolgendosi al Suo Messaggero, afferma nuovamente: “E [rivelammo di] giudicare fra di loro secondo quello che Allah ha fatto discendere, e [di] non seguire le loro passioni”

Poi lo ammonisce dicendo: “E bada che non t’ingannino su una parte di quello che Allah ha fatto discendere su di te. Se dunque ti volgono le spalle, ebbene, sappi che Allah vuole colpirli per alcuni dei loro peccati”

Il versetto si conclude dicendo: «O Profeta, se essi si ostinano a seguire la via del falso, ebbene, non ti affliggere, poiché: “In verità, molti degli uomini sono perversi”»

VERSETTO 50

ÃóÝóÍõßúãó ÇáúÌóÇåöáöíøóÉö íóÈúÛõæäó æóãóäú ÃóÍúÓóäõ ãöäó Çááøåö ÍõßúãÇð áöÞóæúãò íõæÞöäõæäó ﴿50﴾

50.       Cercano forse il giudizio della Jâhiliyyaħ [dell’oscura era preislamica]? E chi è migliore di Allah nel giudizio, per la gente che è sicura [della propria fede]?

COMMENTO

La migliore legge è quella disposta da un legislatore che:

1.       è onnisciente, onnipotente ed infallibile;

2.       non è vendicativo;

3.       non ha paura di niente e nessuno;

L’unico a possedere tutti questi attributi è Iddio Altissimo, ebbene: “Chi è migliore di Allah nel giudizio, per la gente che è sicura [della propria fede]?”

Concludiamo che coloro che pur disponendo della perfetta e infallibile legge divina si rivolgono alle imperfette e fallibili leggi umane, cercano in realtà la legge e il giudizio dell’oscura era preislamica!

Ogni legge che non provenga da Dio, contraria ai Suoi precetti, è immonda, e porta l’uomo alla rovina e alla perdizione.

VERSETTO 51

íó ÃóíøõåóÇ ÇáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ áÇó ÊóÊøóÎöÐõæÇ ÇáúíóåõæÏó æóÇáäøóÕóÇÑóì ÃóæúáöíóÂÁó ÈóÚúÖõåõãú ÃóæúáöíóÂÁõ ÈóÚúÖò æóãóä íóÊóæóáøóåõã ãöäßõãú ÝóÅöäøóåõ ãöäúåõãú  Åöäø óÇááøåó áÇ íóåúÏöí ÇáúÞóæúãó ÇáÙøóÇáöãöíäó ﴿51﴾

51.       O voi che avete prestato fede, non prendete per amici i giudei e i cristiani. Sono amici gli uni degli altri. E chi di voi li prenda come amici, ebbene, in verità, è uno di loro. In verità, Allah non guida il popolo degli iniqui.

COMMENTO

Condizione necessaria della fede è odiare i nemici di Dio. Quei governi che si sottomettono o si alleano alle forze miscredenti, ebbene, appartengono a questi ultimi: “…ebbene, in verità, è uno di loro…”. L’amicizia avvicina e rende simili.

I mussulmani non devono sottomettersi né allearsi in nessun caso alle forze miscredenti, poiché il sacro Corano vieta espressamente ogni forma di sottomissione ai miscredenti.

Inoltre, è necessario sapere che i giudei e i cristiani sono stati citati nel versetto a titolo di esempio, e il versetto ordina in realtà ai mussulmani di non sottomettersi né di allearsi a nessuna forza miscredente. Altri versetti permettono ai mussulmani di usare i cibi dei miscredenti, ad eccezione delle loro carni, e di intrattenere con loro rapporti economici e commerciali, ma nessuna di queste licenze dà ai mussulmani il permesso di sottomettersi ai miscredenti né di stringere con loro patti di alleanza.

VERSETTO 52

ÝóÊóÑóì ÇáøóÐöíäó Ýöí ÞõáõæÈöåöã ãóÑóÖñ íõÓóÇÑöÚõæäó Ýöíåöãú íóÞõæáõæäó äóÎúÔóì Ãóä  ÊõÕöíÈóäóÇ ÏóÂÆöÑóÉñ ÝóÚóÓóì Çááøåõ Ãóä íóÃúÊöíó ÈöÇáúÝóÊúÍö Ãóæú ÃóãúÑò ãöäú ÚöäúÏöåö ÝóíõÕúÈöÍõæÇ Úóáóì ãó ÃóÓóÑøõæÇ Ýöí ÃóäúÝõÓöåöãú äóÇÏöãöíäó ﴿52﴾

52.       Vedrai dunque quelli che hanno una malattia nel cuore precipitarsi nel [fare amicizia con] loro dicendo: “Temiamo che ci colpisca una disavventura!”. V’è speranza che Allah dia la vittoria o un ‘amr[489] da parte Sua, e che essi si pentano dunque di ciò che hanno nascosto dentro di sé.

COMMENTO

In questo versetto il sacro Corano ricorda le assurde scuse apportate da alcune persone malate d’empietà, per giustificare la loro illecita alleanza con i miscredenti: «Vedrai dunque quelli che hanno una malattia nel cuore precipitarsi nel [fare amicizia con] loro dicendo: “Temiamo che ci colpisca una disavventura!”»

Nello stesso modo in cui questi empi credono possibile che un giorno il potere cada nelle mani dei giudei e dei cristiani, devono credere possibile che Allah dia la vittoria ai mussulmani, e che essi si pentano allora di ciò che hanno nascosto dentro di sé.

VERSETTO 53

æóíóÞõæáõ ÇáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ ÃóåóÄõáÂÁö ÇáøóÐöíäó ÃóÞúÓóãõæÇ ÈöÇááøåö ÌóåúÏó ÃóíúãóÇäöåöãú Åöäøóåõãú áóãóÚóßõãú ÍóÈöØóÊú ÃóÚúãóÇáõåõãú ÝóÇóÕúÈóÍõæÇ ÎóÇÓöÑöíäó ﴿53﴾

53.       E coloro che hanno prestato fede diranno: “Questi sono coloro che giuravano solennemente su Allah di essere con voi?”. Le loro opere si sono vanificate, e sono dunque diventati dei perdenti.

COMMENTO

In questo versetto, il sacro Corano espone la fine dei munâfiqûn, dicendo che quando la vittoria arride ai veri mussulmani, e i munâfiqûn vengono smascherati, ebbene: «Coloro che hanno prestato fede diranno: “Questi sono coloro che giuravano solennemente su Allah di essere con voi?”»

E a causa della loro falsità e ipocrisia: “Le loro opere si sono vanificate [perché sono state eseguite senza purezza d’intento e devozione], e sono dunque diventati dei perdenti”, in questo mondo e nell’aldilà.

VERSETTO 54

íó ÃóíøõåóÇ ÇáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ ãóäú íóÑúÊóÏøó ãöäúßõãú Úóä Ïöíäöåö ÝóÓóæúÝó íóÃúÊöí Çááøåõ ÈöÞóæúãò íõÍöÈøõåõãú æóíõÍöÈøõæäóåõ ÃóÐöáøóÉò Úóáóì ÇáúãõÄúãöäöíäó ÃóÚöÒøóÉò Úóáóì ÇáúßóÇÝöÑíäó íõÌóÇåöÏõæäó Ýöí ÓóÈöíáö Çááøåö æóáÇó íóÎóÇÝõæäó áóæúãóÉó áÂÆöãò Ðáößó ÝóÖúáõ Çááøåö íõÄúÊöíåö ãóä íóÔóÂÁõ æóÇááøåõ æóÇÓöÚñ Úóáöíãñ ﴿54﴾

54.       O voi che avete prestato fede, chi di voi rinnega la sua religione, ebbene [sappia che] presto Allah porterà un popolo che Egli amerà e che Lo amerà, umile con i credenti, fiero con i miscredenti, che lotterà sul sentiero di Allah, e non temerà il biasimo di nessun riprovatore. Questa è la grazia di Allah, che Egli dà a chi vuole. E Allah è wâsiº [munifico], ºalîm [sapiente].

COMMENTO

Dopo aver parlato dei munâfiqûn, ora il sacro Corano parla di gente che in futuro rinnegherà la fede islamica, ed espone il seguente principio generale: “O voi che avete prestato fede, chi di voi rinnega la sua religione, ebbene [sappia che] presto Allah porterà un popolo…”, con i seguenti attributi:

1.             “…che Egli amerà

2.             e che Lo amerà,

3.             umile con i credenti,

4.             fiero con i miscredenti,

5.             che lotterà sul sentiero di Allah,

6.             e non temerà il biasimo di nessun riprovatore”

Il versetto si conclude ricordando che queste virtù non derivano altro che dalla grazia del Signore Eccelso, che Egli concede alle Sue degne creature: “Questa è la grazia di Allah, che Egli dà a chi vuole. E Allah è wâsiº [munifico], ºalîm [sapiente]”

VERSETTO 55

ÅöäøóãóÇ æóáöíøõßõãõ Çááøåõ æóÑóÓõæáõåõ æóÇáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ ÇáøóÐöíäó íõÞöíãõæäó ÇáÕøóáÇóÉó æóíõÄúÊõæäó ÇáÒøóßóÇÉó æóåõãú ÑóÇßöÚõæäó ﴿55﴾

55.       In verità, vostro waliyy [signore] è solo Allah, il Suo Messaggero, e coloro che hanno prestato fede, quelli che elevano la şalâħ, e pagano la zakâħ mentre sono in [istato di] rukûº [490]

COMMENTO

Un mendicante entrò nella Moschea del Profeta (S), e iniziò a questuare, ma nessuno lo aiutò. Il santo Alì (A), mentre era in preghiera, in istato di rukûº, allungò la mano e donò al mendicante il proprio anello. Iddio onorò allora questo nobile atto di carità rivelando il versetto in esame.

Questo evento storico è stato narrato da dieci dei compagni del sommo Profeta (Bin ºAbbâs, ºAmmâr, Jâbir Bin ºAbdi-l-lâh, Abû Zar, Anas Bin Mâlik, Bilâl…), e sunniti e sciiti sono unanimi nell’accettare che questo versetto è stato rivelato per onorare il nobile atto del santo Alì (A).[491]

ºAmmâr Yâsir dice: «Dopo il dono dell’anello da parte di Alì durante la preghiera, discese il versetto, e il Messaggero di Allah disse: “Di chiunque io sia signore, ebbene, anche Alì è suo signore!”»[492]

Il sommo Profeta, nel giorno di Ġadîr, recitò questo versetto per far conoscere alla gente il valore del nobile Alì (A).[493]

Lo stesso imam Alì (A) citò molte volte il versetto in esame per dimostrare il proprio imamato.[494]

Abû Zar, uno dei testimoni dell’evento, nella Moschea Sacra della Mecca, raccontò dettagliatamente l’evento alla gente.[495]

Qui, la parola “waliyy” non significa amico o compagno, poiché ogni mussulmano è amico e compagno degli altri mussulmani. Inoltre, il versetto, con l’espressione: “…coloro che hanno prestato fede, quelli che elevano la şalâħ, e pagano la zakâħ mentre sono in [istato di] rukûº”, indica solo il Principe dei Credenti Alì (A), e ciò e dimostrato da autentiche tradizioni islamiche. Qui, il sacro Corano usa il plurale, al posto del singolare, per sottolineare il valore e l’elevata stazione spirituale del sommo Imam, esattamente come nella seguente espressione del versetto della Mubâhilaħ: “…noi stessi e voi stessi …”[496]

Inoltre, molti dei sapienti e degli esegeti del sacro Corano sostengono che nel versetto in esame il termine “waliyy” assume il significato di signore e guida spirituale e temporale, soprattutto considerando che il versetto cita anche Iddio Altissimo e il nobile Profeta dell’Islam in qualità di waliyy.

Questo versetto è una chiara e indubitabile prova della wilâyaħ (signoria), dell’imamato del santo Alì (A).

OSSERVAZIONI

1.       L’Islam, oltre ad essere la religione della wilâyaħ, è anche la religione della barâ’aħ [odiare i nemici di Dio e non sottomettersi a loro]: nei versetti precedenti il sacro Corano ha vietato ai credenti di prendere come waliyy i giudei e i cristiani, e qui annuncia loro che: In verità, vostro waliyy [signore] è solo Allah, il Suo Messaggero, e coloro che…”

2.       L’anima della wilâyaħ di Iddio, del Profeta, e del suo primo vicario Alì (A) è unica: il versetto usa il singolare waliyy, invece del plurale awliyã’.

3.       Di solito, il sacro Corano ricorda la şalâħ e la zakâħ separatamente, qui invece ricorda la zakâħ fatta durante il rukûº della şalâħ.

4.       Coloro che non eseguono la şalâħ e non danno la zakâħ, non possono essere waliyy, non possono guidare la nazione islamica.

5.       Bisogna pensare ai bisognosi anche durante la şalâħ.

6.       Un indigente non deve ritornare a mani vuote da un luogo dove ci sono mussulmani.

7.       Essere solleciti verso la gente per amor di Dio, non arreca alcun danno alla devozione del credente: “…e pagano la zakâħ mentre sono in [istato di] rukûº”

8.       Chi è indifferente alle pene degli indigenti non è degno di diventare waliyy, di guidare la nazione islamica.

9.       L’elemosina non invalida la şalâħ.

10.   Il sacro Corano chiama zakâħ anche l’elemosina supererogatoria e il dono di un anello: “…e pagano la zakâħ mentre…”

11.   La wilâyaħ sui mussulmani appartiene prima al Signore Eccelso, poi al sommo Profeta, poi al vicario del Profeta, e cioè all’imam, e infine al vicario dell’imam, e cioè al waliyy faqîh.

12.   Il modo più efficace per far conoscere una persona è far conoscere alcuni suoi attributi caratteristici, e lasciare che la gente scopra da sé di chi si tratta, esattamente come fa il sacro Corano in questo nobile versetto.

VERSETTO 56

æóãóä íóÊóæóáøó Çááøåó æóÑóÓõæáóåõ æóÇáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ ÝÅöäøó ÍöÒúÈó Çááøåö åõãõ ÇáúÛóÇáöÈõæäó ﴿56﴾

56.       E chiunque scelga per waliyy Allah e il Suo Messaggero e coloro che hanno prestato fede, ebbene, [appartiene allo hizb di Allah, e] in verità, [quelli de] lo hizb[497] di Allah, essi sono i vincenti!

COMMENTO

Questo versetto completa e ribadisce quanto è stato affermato da quello precedente, e annuncia ai mussulmani: “E chiunque scelga per waliyy Allah e il Suo Messaggero e coloro che hanno prestato fede, ebbene, [appartiene allo hizb di Allah, e] in verità, [quelli de] lo hizb di Allah, essi sono i vincenti!”

In questo versetto esiste un’ulteriore prova del fatto che il significato del termine waliyy che compare nel versetto precedente non è “amico”, ma è “signore”. Infatti, in questo versetto il sacro Corano parla di quelli del gruppo di Allah, e del fatto che essi sono sempre vincenti, e questo dimostra inequivocabilmente che il significato della parola waliyy, in questo e nel versetto precedente, non è “amico”, ma è “signore”.

VERSETTO 57

íó ÃóíøõåóÇ ÇáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ áÇó ÊóÊøóÎöÐõæÇ ÇáøóÐöíäó ÇÊøóÎóÐõæÇ Ïöíäóßõãú åõÒõæÇ æóáóÚöÈÇð ãöäó ÇáøóÐöíäó ÇõæÊõæÇ ÇáúßöÊóÇÈó ãöä ÞóÈúáößõãú æóÇáúßõÝøóÇÑó ÃóæúáöíóÂÁó æóÇÊøóÞõæÇ Çááøåó Åöä ßõäÊõã ãõÄúãöäöíäó ﴿57﴾

57.       O voi che avete prestato fede, non prendete per awliyã’[498] quelli che si prendono burla e gioco della vostra religione, fra coloro a cui fu dato il Libro prima di voi e fra i miscredenti. E temete Allah se siete credenti!

COMMENTO

In questo mondo, la punizione di coloro che scherniscono e offendono la Religione di Allah è di essere abbandonati, poiché schernire ciò che è sacro, è un opera da miscredente, e il miscredente non merita alcuna attenzione da parte dei credenti.

I credenti non devono mai aver paura di abbandonare i miscredenti che scherniscono la Religione di Dio, e devono temere solo Iddio.

VERSETTO 58

æÅöÐóÇ äóÇÏóíúÊõãú Åöáóì ÇáÕøóáÇóÉö  ÇÊøóÎóÐõæåóÇ åõÒõæÇð æóáóÚöÈÇð Ðáößó ÈöÇóäøóåõãú Þóæúãñ áÇó íóÚúÞöáõæäó ﴿58﴾

58.       E quando chiamate alla preghiera, essi si prendono burla e gioco di essa, e ciò perché, in verità, essa è gente che non comprende.

COMMENTO

IN QUALE OCCASIONE FU RIVELATO IL VERSETTO IN ESAME?

A proposito dell’occasione in cui fu rivelato il versetto in esame, che è la continuazione del precedente, si narra che un gruppo di giudei e alcuni cristiani, appena il muezzin chiamava i mussulmani alla preghiera, e questi si accingevano a pregare, ebbene, questi empi iniziavano a schernire i fedeli in preghiera. Fu così rivelato il versetto e biasimò gli empi ignoranti che schernivano la sacra şalâħ.

COMMENTO

In questo versetto, continuando il discorso iniziato in quelli precedenti, il sacro Corano ribadisce il divieto di avere relazioni con coloro che scherniscono l’Islam e i suoi sacri precetti, dicendo: E quando chiamate alla preghiera, essi si prendono burla e gioco di essa”

È necessario sapere che la şalâħ è il volto della Religione, perciò chi offende la şalâħ, offende in realtà il volto dell’Islam.

Bisogna dunque chiamare ad alta voce tutti i mussulmani a onorare il volto della Religione, la şalâħ, che deve essere eseguita pubblicamente, e nessuno ha il diritto di opporsi ad essa né di schernirla!

Il versetto si conclude ricordando che lo scherno è il metodo degli ignoranti e di coloro che non sono dotati di sano intelletto: “…e ciò perché, in verità, essa è gente che non comprende”

VERSETTO 59

Þõáú íó Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö åóáú ÊóäúÞöãõæäó ãöäøó ÅöáÂøó Ãóäú ÁóÇãóäøóÇ ÈöÇááøåö æóãó ÇõäúÒöáó ÅöáóíúäóÇ æóãó ÇõäúÒöáó ãöä ÞóÈúáõ æóÃóäøó ÃóßúËóÑóßõãú ÝóÇÓöÞõæäó ﴿59﴾

59.       Di’: “O gente del Libro, che cosa ci rimproverate se non di credere in Allah, in quello che è stato fatto discendere su di noi, e in quello che è stato fatto discendere in precedenza, mentre la maggior parte di voi è perversa?”

COMMENTO

IN QUALE OCCASIONE FU RIVELATO IL VERSETTO IN ESAME?

Bin ºAbbâs narra che un gruppo di giudei vennero dal sommo Profeta (S) e gli chiesero che esponesse loro i principi della fede islamica. Il nobile Profeta disse allora: “Io credo nel Dio Unico ed Eccelso, e considero verità tutto ciò che fu rivelato ad Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Mosè, Gesù, e a tutti gli altri profeti divini, senza fare alcuna distinzione fra di loro”. I giudei dissero allora: “Noi non riconosciamo Gesù come profeta divino”, e aggiunsero: “Noi non conosciamo religione peggiore della vostra!”. Furono rivelati questi due versetti, dando una decisa risposta a questa empia gente.

COMMENTO

In questo versetto Iddio Altissimo ordina al Suo Messaggero di chiedere alla gente del Libro: “O gente del Libro, che cosa ci rimproverate se non di credere in Allah, in quello che è stato fatto discendere su di noi, e in quello che è stato fatto discendere in precedenza?”

Alla fine del versetto vediamo una frase che in realtà è l’argomento della frase precedente: “Voi ci biasimate per la nostra fede nel Dio Unico, nei profeti e in tutti i libri celesti rivelati, perché in realtà la maggior parte di voi è perversa!”

OSSERVAZIONI

1.       Chi nega la verità e molesta i seguaci del vero, è perverso!

2.       Di fronte ai soprusi del nemico bisogna mantenersi giusti e onesti, e non bisogna considerare tutti corrotti e perversi.

VERSETTO 60

Þõáú åóáú  ÇõäóÈøÆõßõã ÈöÔóÑøò ãöä Ðóáößó ãóËõæÈóÉð ÚöäÏó Çááøåö ãóä áóÚóäóåõ Çááøåõ  æóÛóÖöÈó Úóáóíúåö æóÌóÚóáó ãöäúåõãõ ÇáúÞöÑóÏóÉó æóÇáúÎóäóÇÒöíÑó æóÚóÈóÏó ÇáØøóÇÛõæÊó ÇõæáÆößó ÔóÑøñ ãóßóÇäÇð æóÃóÖóáøõ Úóä ÓóæóÂÁö  ÇáÓøóÈöíáö ﴿60﴾

60.       Di’: “Posso forse annunciarvi peggior ricompensa di questa da parte di Allah? [Quella di] coloro che Allah ha maledetto, coi quali s’è adirato, che ha trasformato in scimmie e maiali, [gli stessi] che hanno adorato il tâġût[499]. Quelli hanno [la] condizione peggiore, e sono [i] più lontani dalla retta via.

COMMENTO

Questo versetto paragona le deviate credenze, l’empia condotta e la triste fine della gente del Libro, con la condizione dei veri credenti, affinché si sappia quali di questi due gruppi merita di essere biasimato, e questa è una saggia risposta alle assurde obiezioni e ai cavilli di gente ostinata e faziosa: «Di’: “Posso forse annunciarvi peggior ricompensa di questa da parte di Allah? [Quella di] coloro che Allah ha maledetto, coi quali s’è adirato, che ha trasformato in scimmie e maiali, [gli stessi] che hanno adorato il tâġût. Quelli hanno [la] condizione peggiore, e sono [i] più lontani dalla retta via»

VERSETTO 61

æÅöÐóÇ ÌóÂÁõæßõãú ÞóÇáõæÇ ÁóÇãóäøóÇ æóÞóÏ ÏóÎóáõæÇ  ÈöÇáúßõÝúÑö æóåõãú ÞóÏú ÎóÑóÌõæÇ Èöåö æóÇááøåõ ÃóÚúáóãõ ÈöãóÇ ßóÇäõæÇ íóßúÊõãõæäó ﴿61﴾

61.       E quando vengono da voi dicono: “Abbiamo creduto!”, mentre sono entrati con miscredenza e usciti con essa. E Allah conosce meglio quello che nascondevano.

COMMENTO

In questo versetto, per completare il discorso riguardante i falsi e gli ipocriti della gente del libro, mette in guardia i mussulmani dalle loro menzogne, dicendo: «E quando vengono da voi dicono: “Abbiamo creduto!”, mentre sono entrati con miscredenza e usciti con essa». La vostra logica, i vostri argomenti e le vostre parole non hanno alcun effetto sui loro cuori!

Il versetto si conclude ricordando ai credenti che: “Allah conosce meglio quello che nascondevano”, ed essi, nonostante i loro sforzi e le loro astuzie, non hanno il potere di nascondere nulla al Creatore Sublime!

VERSETTO 62

æóÊóÑóì ßóËöíÑÇð ãöäúåõãú íõÓóÇÑöÚõæäó Ýöí ÇáÅöËúãö æóÇáúÚõÏúæóÇäö æóÃóßúáöåöãõ ÇáÓøõÍúÊó áóÈöÆúÓó ãóÇ ßóÇäõæÇ íóÚúãóáõæäó ﴿62﴾

62.       Vedrai molti di loro competere nel peccato, nell’oppressione, e nel consumo di beni illeciti. In verità, è turpe quello che fanno.

COMMENTO

Nel versetto precedente il sacro Corano ha esposto lo spirito miscredente di questa empia gente, e in questo parla dei loro misfatti, esponendo altri segni della loro falsità e ipocrisia: “Vedrai molti di loro competere nel peccato, nell’oppressione, e nel consumo di beni illeciti”. In altre parole, essi sono sprofondati così tanto nel peccato e nell’iniquità, che è come se perseguissero un glorioso obiettivo, e competessero per superarsi e per essere i migliori.

Perciò, i miscredenti e i munâfiqûn competono nel male, mentre i credenti competono nel bene. Gli obiettivi dei miscredenti e dei munâfiqûn sono la soddisfazione degli istinti, le ricchezze e il potere, e i loro mezzi sono il sopruso, la violenza, la corruzione, l’usurpazione, l’usura e, in generale, il peccato e la trasgressione. I credenti cercano invece il consenso divino, e i loro mezzi sono le rette azioni.

Il versetto si conclude mettendo in evidenza la gravità dei loro peccati: “In verità, è turpe quello che fanno”

VERSETTO 63

áóæúáÇ íóäúåóÇåõãõ ÇáÑøóÈøóÇäöíøõæäó æóÇáÃóÍúÈóÇÑõ Úóä Þóæúáöåöãõ ÇöáÅöËúãó æóÃóßúáöåöãõ ÇáÓøõÍúÊó áóÈöÆúÓó ãóÇ ßóÇäõæÇ íóÕúäóÚõæäó ﴿63﴾

63.       Perché i rabbini e i dotti non proibiscono loro di pronunciare parole che hanno in sé il peccato, e di consumare beni illeciti? In verità, è turpe quello che fanno.

COMMENTO

In questo versetto il sacro Corano attacca i dotti della gente del Libro, che con il loro silenzio, in realtà, esortano la propria gente a peccare: “Perché i rabbini e i dotti non proibiscono loro di pronunciare parole che hanno in sé il peccato, e di consumare beni illeciti?”

In altre parole, i dotti, per emendare e correggere una società corrotta, devono prima correggere il pensiero della gente. Perciò, il versetto in esame mostra ai dotti della gente del libro la via per riformare la propria società: la rivoluzione culturale!

Alla fine del versetto, il sacro Corano biasima i dotti esattamente con la stessa frase con la quale aveva biasimato, nel versetto precedente, gli empi peccatori della gente del libro, e ciò per aver trascurato il dovere di ordinare il bene e vietare il male: “In verità, è turpe quello che fanno”. Ciò dimostra che coloro che trascurano il dovere di ordinare il bene e vietare il male, soprattutto se sono dotti, fanno la stessa fine dei peccatori che si astengono dal compiere il bene ed operano il male. Colui che non si oppone ai peccatori è in realtà loro complice!

Bin ºAbbâs, il celebre esegeta del sacro Corano, disse: “Questo è il più severo versetto che biasima i dotti che non hanno coscienza del dovere, e che tacciono dinanzi al male e al peccato”

Ovviamente questo versetto non si rivolge solo a quei dotti giudei e cristiani, ma è un monito per tutti i dotti e i sapienti, in tutte le epoche, di tutte le fedi.

In una tradizione del santo Alì (A) leggiamo: “I popoli del passato andarono in rovina e perirono perché peccavano e i loro dotti tacevano, e non vietavano il male, e allora venivano colpiti dalla disgrazia e dalle punizioni divine. O gente, ordinate il bene e vietate il male per non fare la loro stessa fine!”

VERSETTO 64

æóÞóÇáóÊö ÇáúíóåõæÏõ íóÏõ Çááøåö ãóÛúáõæáóÉñ ÛõáøóÊú ÃóíúÏöíåöãú æóáõÚöäõæÇ ÈöãóÇ ÞóÇáõæÇ Èóáú íóÏóÇåõ ãóÈúÓõæØóÊóÇäö íõäÝöÞõ ßóíúÝó íóÔóÂÁõ æóáóíóÒöíÏóäøó ßóËöíÑÇðãöäúåõã ãó ÇõäúÒöáó Åöáóíúßó ãöä ÑóÈøßó ØõÛúíóÇäÇð æóßõÝúÑÇð æóÃóáúÞóíúäóÇ Èóíúäóåõãõ ÇáúÚóÏóÇæóÉó æóÇáúÈóÛúÖóÂÁó Åöáóì íóæúãö ÇáúÞöíóÇãóÉö ßõáøóãó ÃóæúÞóÏõæÇ äóÇÑÇð áöáúÍóÑúÈö ÃóØúÝóÇóåóÇ Çááøåõ æóíóÓúÚóæúäó Ýöí ÇáÃóÑúÖö ÝóÓóÇÏÇð æóÇááøåõ áÇó íõÍöÈøõ ÇáúãõÝúÓöÏöíäó ﴿64﴾

64.       E i giudei dissero: “La mano di Allah è chiusa!”. Siano chiuse le loro mani, e siano maledetti per quel che hanno detto! Le Sue mani sono invece aperte: Egli dà come vuole. In verità, ciò che è stato fatto discendere su di te da parte del tuo Signore, certamente accrescerà molti di loro in ribellione e miscredenza. E abbiamo gettato fra loro l’inimicizia e l’odio fino al Giorno del Giudizio. Ogni volta che hanno acceso un fuoco di guerra, Allah lo ha spento. Si adoperano per seminare la corruzione sulla terra, e Allah non ama i corruttori.

COMMENTO

In questo versetto, il sacro Corano ricorda una delle assurdità dei giudei, ricordate in termini generali nei versetti precedenti.

La storia dimostra che un tempo i giudei erano dotati di un immenso potere, e dominavano buona parte del mondo conosciuto, come, ad esempio, all’epoca di Davide e Salomone (pace su di loro). Ma l’avvento della sacra religione islamica segnò la fine dell’egemonia giudea, soprattutto sulla zona dello Hijâz, con le battaglie del nobile Profeta dell’Islam (S) contro le tribù giudee dei Banû Nađîr e dei Banû Qurayżaħ, e contro gli altri giudei della località di Ķaybar. In quel momento alcuni giudei, considerando la forza e la potenza che avevano in passato, con tono di scherno dissero: “Le mani di Dio sono state incatenate, ed Egli non può concederci la Sua grazia”

Dal momento che il resto dei giudei non si oppose a questa eresia, e diede il proprio consenso, il sacro Corano la attribuisce a tutti loro, dicendo: «E i giudei dissero: “La mano di Allah è chiusa!”»

Iddio risponde loro maledicendoli: Siano chiuse le loro mani, e siano maledetti per quel che hanno detto!”

Poi per confutare questa eresia, dice Le Sue mani sono invece aperte: Egli dà come vuole”. Certo, nessuno può obbligarLo a fare qualcosa, nulla può vincerLo, nulla può soggiogarLo, non v’è forza né potenza che il Lui, la Sua volontà è superiore ad ogni cosa, Egli è in grado di piegare ogni cosa alla Sua volontà, e dona come e a chi vuole Lui, a chi è veramente degno di ricevere la Sua grazia.

Poi aggiunge: “In verità, ciò che è stato fatto discendere su di te da parte del tuo Signore, certamente accrescerà molti di loro in ribellione e miscredenza”

Per queste loro eresie, per la loro proverbiale ostinatezza: Abbiamo gettato fra loro l’inimicizia e l’odio fino al Giorno del Giudizio”

Nell’ultima parte del versetto il sacro Corano parla degli sforzi dei giudei per accendere fuochi di guerra contro i mussulmani, e della grazia divina che ha sempre salvato i credenti da queste vili insidie: Ogni volta che hanno acceso un fuoco di guerra, Allah lo ha spento”

Il versetto si conclude dicendo: Si adoperano per seminare la corruzione sulla terra, e Allah non ama i corruttori”

VERSETTO 65

æóáóæú Ãóäøó  Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö ÁóÇãóäõæÇ æóÇÊøóÞóæúÇ áóßóÝøóÑúäóÇ Úóäúåõãú ÓóíøÆóÇÊöåöãú æóáÇóóÏúÎóáúäóÇåõãú ÌóäøóÇÊö ÇáäøóÚöíãö ﴿65﴾

65.       E se la gente del Libro credesse e temesse [Allah], sicuramente cancelleremmo da loro le loro colpe, e li introdurremmo in paradisi pieni di grazia.

COMMENTO

Dopo aver biasimato nei versetti precedenti la gente del libro, in questo versetto e nel successivo il sacro Corano, per ricondurre giudei e cristiani alla retta via, e per elogiare quella minoranza di loro che s’è opposta alle eresie e ai misfatti della maggioranza, afferma: “E se la gente del Libro credesse e temesse [Allah], sicuramente cancelleremmo da loro le loro colpe, e li introdurremmo in paradisi pieni di grazia”

VERSETTO 66

æóáóæú Ãóäøóåõãú ÃóÞóÇãõæÇ ÇáÊøóæúÑóÇÉó æóÇöáÅöäúÌöíáó æóãó ÇõäúÒöáó Åöáóíúåöã ãöä ÑóÈøåöãú áÇóóßóáõæÇ ãöä ÝóæúÞöåöãú æóãöä ÊóÍúÊö ÃóÑúÌõáöåöãú ãöäúåõãú ÇõãøóÉñ ãõÞúÊóÕöÏóÉñ æóßóËöíÑñ ãöäúåõãú ÓóÂÁó ãóÇ íóÚúãóáõæäó ﴿66﴾

66.       E se essi avessero elevato [messo in pratica] la Torà, il Vangelo e ciò che è stato fatto discendere su di loro da parte del loro Signore, avrebbero certamente goduto di quello che c’è sopra di loro e di quello che c’è sotto i loro piedi. Fra loro c’è una nazione moderata, e molti di loro, è male ciò che fanno.