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COMMENTO

I credenti non hanno il diritto di prendere i miscredenti come amici. Sono i munâfiqûn che hanno stretti rapporti di amicizia con gli infedeli.

Il sacro Corano considera i miscredenti i diavoli e i fratelli dei munâfiqûn. I versetti 139 e 141 della presente sura, espongono il tipo di relazione intercorrente fra i munâfiqûn e i miscredenti.

OSSERVAZIONI

1.       Essere amici degli amici di Dio, e nemici dei suoi nemici, sono due importanti precetti della religione islamica.

2.       È necessario astenersi da ogni relazione e amicizia che arrechi danno all’Islam.

3.       Il mussulmano che accetta l’abiezione, non avrà alcuna scusa dinanzi a Dio.

4.       Non è possibile essere allo stesso tempo amici dei miscredenti e di Dio, del Messaggero e dei veri credenti: il vero credente ama Iddio e odia i miscredenti e la miscredenza!

VERSETTO 145

Åöäøó ÇáúãõäóÇÝöÞöíäó Ýöí ÇáÏøóÑúßö ÇáÃóÓúÝóáö ãöäó ÇáäøóÇÑö æóáóä ÊóÌöÏó áóåõãú äóÕöíÑÇð ﴿145﴾

145.  In verità, i munâfiqûn saranno nel più profondo livello del Fuoco, e non potrai mai trovare per loro alcun soccorritore.

COMMENTO

In questo versetto, il sacro Corano per chiarire maggiormente la posizione dei munâfiqûn con i quali alcuni mussulmani erano amici, afferma: “In verità, i munâfiqûn saranno nel più profondo livello del Fuoco, e non potrai mai trovare per loro alcun soccorritore”

Da questo versetto è possibile facilmente dedurre che dal punto di vista islamico, la nifâq, l’ipocrisia, la falsità, è la peggiore forma di miscredenza, e i munâfiqûn sono i più lontani esseri da Dio, ed è proprio per questo motivo che, nell’aldilà, la loro dimora sarà il più profondo livello dell’Inferno.

VERSETTO 146

ÅöáÇøó ÇáøóÐöíäó ÊóÇÈõæÇ æóÃóÕúáóÍõæÇ æóÇÚúÊóÕóãõæÇ ÈöÇááøóåö æóÃóÎúáóÕõæÇ Ïöíäóåõãú  áöáøóåö ÝóÇõæúáóÆößó ãóÚó ÇáúãõÄúãöäöíäó æóÓóæúÝó íõÄúÊö Çááøóåõ ÇáúãõÄúãöäöíäó ÃóÌúÑÇð ÚóÙöíãÇð ﴿146﴾

146.  Eccetto coloro che si pentono, si correggono, si aggrappano ad Allah, e purificano il proprio culto per Allah. Ebbene, quelli sono con i credenti, e Allah darà ai credenti un premio immenso.

COMMENTO

La porta del pentimento è aperta a tutti, persino alle persone più abiette. Il pentimento è in grado di salvare l’uomo dagl’infimi gradi dell’Inferno, e portarlo ai sommo gradi del Paradiso. L’uomo è libero di scegliere, ed è in grado di cambiare il proprio destino.

Quando si parla di pentimento non s’intende una semplice manifestazione di penitenza a parole, ma un radicale e completo cambiamento, un definitivo allontanamento dal peccato, e la completa riparazione di tutti i danni provocati da esso.

I munâfiqûn pentiti non devono sentire la mancanza dei loro empi compagni, poiché, in cambio, Iddio donerà loro la compagnia e l’amicizia di gente migliore, dei mussulmani, dei credenti, che devono accogliere e considerare appartenenti alla comunità islamica i munâfiqûn che si sono realmente pentiti, e hanno per sempre abbandonato la falsità e la miscredenza.

VERSETTO 147

ãóÇ íóÝúÚóáõ Çááøóåõ ÈöÚóÐóÇÈößõãú Åöä ÔóßóÑúÊõãú æÁóÇãóäúÊõãú æóßóÇäó Çááøóåõ ÔóÇßöÑÇð ÚóáöíãÇð ﴿147﴾

147.  Che se ne fa Allah del punirvi, se siete riconoscenti e credenti? Allah è šâkir [grato], ºalîm.

COMMENTO

Se crederete ed eseguirete le rette azioni, se non vi approfitterete dei doni divini, se ringrazierete il vostro Signore, senza dubbio, non riceverete la minima punizione.

Per ribadire questo concetto, il sacro Corano aggiunge: “Allah è šâkir [grato], ºalîm”

In questo versetto, la gratitudine che l’uomo deve al suo Signore, viene prima della fede, poiché l’essere umano, fino a quando non conosce i doni divini e non ringrazia Iddio per averglieli elargiti, non può conoscere il suo Creatore!

VERSETTO 148

áÇó íõÍöÈøõ Çááøóåõ ÇáúÌóåúÑó ÈöÇáÓøõæÁö ãöäó ÇáúÞóæúáö ÅöáÇøó ãóä Ùõáöãó æóßóÇäó Çááøóåõ ÓóãöíÚÇð ÚóáöíãÇð ﴿148﴾

148.  Allah non ama che si manifesti il male [i peccati, i difetti degli altri] con la parola, eccetto [da parte di] colui a cui è stato fatto torto. Allah è samîº [Colui che sente], ºalîm [sapiente].

COMMENTO

In questo versetto e nel successivo, il sacro Corano espone alcuni precetti etici dell’Islam. Il versetto si apre dicendo: “Allah non ama che si manifesti il male [i peccati, i difetti degli altri] con la parola”

Iddio copre i difetti dei suoi servi, e ama che anch’essi facciano lo stesso, e si astengano dal palesare i difetti e i peccati degli altri.

Poi ricorda un’eccezione: “…eccetto [da parte di] colui a cui è stato fatto torto”

Queste persone, per difendersi contro le ingiustizie e i soprusi, possono protestare presso coloro che sono in grado di aiutarli, hanno il diritto di far conoscere alla gente le iniquità e le angherie manifeste di coloro che hanno loro fatto torto, fino a farsi giustizia.

Alla fine del versetto, il sacro Corano, per evitare che ci si approfitti di questa eccezione, e, con la scusa di aver ricevuto ingiustizie, si sparli di gente di cui non è lecito sparlare, ricorda: “Allah è samîº [Colui che sente], ºalîm [sapiente]”

VERSETTO 149

Åöä ÊõÈúÏõæÇ ÎóíúÑÇð Ãóæú ÊõÎúÝõæåõ Ãóæú ÊóÚúÝõæÇ Úóä ÓõæÁò ÝóÅöäøó Çááøóåó ßóÇäó ÚóÝõæøÇð ÞóÏöíÑÇð ﴿149﴾

149.  Se manifestate una buona azione o la nascondete, o perdonate una cattiva azione, ebbene, [sappiate che] in verità, Allah è ºafuww [indulgente], qadîr [potente].

COMMENTO

Chi è dotato di potere, e col suo perdono è in grado di recuperare i peccatori e di migliorare la gente, ebbene, deve perdonare, ma se ciò è causa di abiezione o rinforza gli iniqui, permettendo loro di commettere altre iniquità, ebbene, bisogna reagire, allontanare da sé la viltà, e combattere coraggiosamente il male.

Concludiamo dunque che il contrappasso è un diritto, e il perdono un merito. A tal proposito, il santo Principe dei Credenti afferma: “Perdonare il nemico è riconoscenza [a Dio] per averlo battuto”[430]

VERSETTI 150 E 151

Åöäøó ÇáøóÐöíäó íóßúÝõÑõæäó ÈöÇááøóåö æóÑõÓõáöåö æóíõÑöíÏõæäó Ãóä íõÝóÑøöÞõæÇ Èóíúäó Çááøóåö æóÑõÓõáöåö æóíóÞõæáõæäó  äõÄúãöäõ ÈöÈóÚúÖò æóäóßúÝõÑõ ÈöÈóÚúÖò æóíõÑöíÏõæäó Ãóä íóÊøóÎöÐõæÇ Èóíúäó Ðóáößó ÓóÈöíáÇð ﴿150﴾ ÇõæúáóÆößó åõãõ ÇáúßóÇÝöÑõæäó ÍóÞøÇð  æóÃóÚúÊóÏúäóÇ áöáúßóÇÝöÑöíäó ÚóÐóÇÈÇð ãõåöíäÇð ﴿151﴾

150.  In verità, coloro che negano Allah e i Suoi messaggeri, e che vogliono fare distinzioni fra Allah e i Suoi messaggeri, e dicono: “Crediamo in alcuni e miscrediamo in altri”, e vogliono prendere una via intermedia,

151.  [ebbene] quelli sono i veri miscredenti. E per i miscredenti abbiamo preparato un castigo umiliante.

COMMENTO

Giudei e cristiani, deviati dalle loro passioni, dalla loro ignoranza e dalla loro meschinità, credevano in alcuni profeti, e miscredevano in altri. È necessario sapere che il corso della profezia divina, è una costante legge divina, e il ciclo della profezia è come una solida catena, costituita da diversi anelli, e dal momento che è necessario credere in questa sacra catena, non è possibile fare distinzioni fra i suoi santi anelli: bisogna credere in tutti i nobili profeti divini, e miscredere in uno significa miscredere in tutti. La stessa cosa vale per il ciclo dell’imamato: è necessario credere in tutti i dodici imam, e negarne uno significa negarli tutti!

Chi dunque crede in Dio, non può non credere nei Suoi messaggeri, e chi crede in alcuni profeti, non può negare fede agli altri. La giusta via è la fede in Dio e in tutti i profeti inviati da Lui agli uomini.

VERSETTO 152

æÇáøóÐöíäó ÁóÇãóäõæÇ ÈöÇááøóåö æóÑõÓõáöåö æóáóãú íõÝóÑøöÞõæÇ Èóíúäó ÃóÍóÏò ãöäúåõãú ÇõæúáóÆößó ÓóæúÝó íõÄúÊöíåöãú ÇõÌõæÑóåõãú æóßóÇäó Çááøóåõ ÛóÝõæÑÇð ÑóÍöíãÇð ﴿152﴾

152.  E coloro che credono in Allah e nei Suoi messaggeri e non fanno alcuna distinzione fra di loro, [ebbene] a quelli presto sarà data la loro ricompensa. E Allah è ġafûr, rahîm.

COMMENTO

In questo versetto, il sacro Corano parla dei credenti e del loro felice destino: “E coloro che credono in Allah e nei Suoi messaggeri e non fanno alcuna distinzione fra di loro, [ebbene] a quelli presto sarà data la loro ricompensa”

Il versetto si conclude ricordando che nonostante questi credenti abbiano assunto in passato un comportamento fazioso, abbiano dissentito e peccato, ebbene, saranno perdonati dal loro Signore se purificheranno la loro fede e si pentiranno sinceramente, poiché: “Allah è ġafûr, rahîm”

VERSETTO 153

íóÓúÃóáõßó Ãóåúáõ ÇáúßöÊóÇÈö Ãóä ÊõäóÒøöáó Úóáóíúåöãú ßöÊóÇÈÇð ãöäó ÇáÓøóãóÂÁö ÝóÞóÏú ÓóÃóáõæÇ ãõæÓóì ÃóßúÈóÑó ãöä Ðóáößó ÝóÞóÇáõæÇ ÃóÑöäóÇ Çááøóåó ÌóåúÑóÉð ÝóÇóÎóÐóÊúåõãõ ÇáÕøóÇÚöÞóÉõ ÈöÙõáúãöåöãú Ëõãøó ÇÊøóÎóÐõæÇ ÇáúÚöÌúáó ãöä ÈóÚúÏö ãóÇ ÌóÂÁóÊúåõãõ ÇáúÈóíøöäóÇÊõ ÝóÚóÝóæúäóÇ Úóä Ðóáößó æóÁóÇÊóíúäóÇ ãõæÓóì ÓõáúØóÇäÇð ãõÈöíäÇð ﴿153﴾

153.  La gente del Libro ti chiede di far discendere su di loro una [sacra] scrittura dal cielo, e a Mosè chiesero qualcosa di ancora più grande, dicendogli: “Facci vedere Allah apertamente!”. E la folgore li colpì per la loro iniquità. Poi presero [come divinità] il Vitello, dopo che giunsero loro [tutti quei] segni manifesti. Li perdonammo dunque, e demmo a Mosè un chiaro sultân[431]

COMMENTO

I giudei volevano dal sommo Profeta che anche il sacro Corano fosse rivelato, al pari della Torà, tutto in una volta. Ma questa non era che una scusa per continuare a negare fede al santo Messaggero di Allah. A tal proposito, il sacro Corano, nella sua Al’anºâm (v. 7), dice: «E se anche avessimo fatto discendere su di te un libro [scritto] su carta, che avessero potuto toccare con le loro mani, di certo, quelli che diventarono miscredenti avrebbero detto: “Questa non è che magia evidente!”»

I figli d’Israele non perseguivano la verità, se no non avrebbero adorato il Vitello dopo tutti i miracoli che Iddio aveva loro mostrato. È per questo che il sacro Corano raccomanda al sommo Profeta e ai credenti di non affliggersi per la loro miscredenza, poiché tutti i profeti hanno avuto a che fare con gente ignorante ed ostinata.

VERSETTO 154

æóÑóÝóÚúäóÇ ÝóæúÞóåõãõ ÇáØøõæÑó ÈöãöíöËóÇÞöåöãú æóÞõáúäóÇ áóåõãõ ÇÏúÎõáõæÇ ÇáúÈóÇÈó ÓõÌøóÏÇð æóÞõáúäóÇ áóåõãú áÇó ÊóÚúÏõæÇ Ýöí ÇáÓøóÈúÊö æóÃóÎóÐúäóÇ ãöäúåõã ãöíËóÇÞÇð ÛóáöíÙÇð ﴿154﴾

154.  Ed elevammo sopra di loro il Tûr[432] per il loro patto, e dicemmo loro: “Entrate per la Porta[433] prosternati!”. E dicemmo loro: “Non trasgredite di sabato!”, e stringemmo con loro un solido patto.

COMMENTO

I giudei continuarono ostinati a peccare e disubbidire, e fu per questo motivo che Iddio elevò sopra di loro il Sinai, stringendo con loro un patto, e ordinando ad essi, per permettere loro di espiare le proprie gravi colpe, di entrare, prosternati, per la porta della Città Santa. Fu loro anche ordinato di non trasgredire il sabato, di astenersi dalla pesca in questo giorno. Essi strinsero dunque un solido patto con il loro Signore, ma lo violarono e trasgredirono la legge divina.

VERSETTO 155

ÝóÈöãóÜÇ äóÞúÖöåöã ãöíËóÇÞóåõãú æóßõÝúÑöåöã ÈöÇóíóÇÊö Çááøåö æóÞóÊúáöåöãõ  ÇáÃóäúÈöíóÂÁó ÈöÛóíúÑö ÍóÞøò æóÞóæúáöåöãú ÞõáõæÈõäóÇ ÛóáúÝñ Èóáú ØóÈóÚó Çááøóåõ ÚóáóíúåóÇ ÈößõÝúÑöåöãú ÝóáÇó íõÄúãöäõæäó ÅöáÇøó ÞóáöíáÇð ﴿155﴾

155.  E [sono stati maledetti] per il fatto che violarono il loro patto, negarono i segni di Allah, uccisero ingiustamente i Profeti, e dissero: “I nostri cuori sono ġulf[434] [non capiamo quello che dicono i profeti]”. È Allah invece che ha posto un timbro sui loro cuori per la loro miscredenza, perciò, non credono se non pochi [di loro].

COMMENTO

In questo versetto, il sacro Corano ricorda altri misfatti commessi dai figli d’Israele, e parla della loro proverbiale ostilità nei confronti dei santi profeti divini.

Come prima cosa ricorda la loro violazione del patto stretto con Dio e la loro miscredenza, e il fatto che essi uccisero i profeti divini: “E [sono stati maledetti] per il fatto che violarono il loro patto, negarono i segni di Allah, uccisero ingiustamente i Profeti”

Essi erano così ostinati e irriverenti che schernivano le parole dei profeti, dicendo apertamente: “Non capiamo quello che dicono i profeti!”

Il sacro Corano aggiunge poi che Iddio ha sigillato e chiuso i loro cuori, ed essi non comprendono dunque nulla della verità! Ma la colpa non è che loro: essi, con i loro empi atti, hanno distrutto in sé ogni capacità di comprensione e accettazione della verità. È per questo che: “…non credono, se non in pochi”

VERSETTO 156

æóÈößõÝúÑöåöãú æóÞóæúáöåöãú Úóáóì ãóÑúíóãó ÈõåúÊóÇäÇð ÚóÙöíãÇð ﴿156﴾

156.  [Li abbiamo maledetti] per via della loro miscredenza, e per aver detto contro Maria una calunnia immensa,

COMMENTO

La questione della denigrazione della santa Maria (A), è stata trattata dal sacro Corano anche nel ventisettesimo versetto della Sura di Maria.

L’accusa di adulterio rivolta alla casta Maria, non era un semplice peccato, ma era, allo stesso tempo, una gravissima accusa contro il santo profeta Gesù di essere frutto del peccato, e quindi non idoneo ad essere profeta e guida delle genti. Questo loro gravissimo peccato era la migliore prova della loro miscredenza. Perciò, questa loro calunnia era un vero e proprio atto di miscredenza. Per questo loro immenso peccato si sono meritati un immenso castigo divino. A volte, nelle società corrotte, si rivolgono le più turpi accuse alle più pure e caste persone.

VERSETTI 157 E 158

æóÞóæúáöåöãú ÅöäøóÇ ÞóÊóáúäóÇ ÇáúãóÓöíÍó ÚöíÓóì ÇÈúäó ãóÑúíóãó ÑóÓõæáó Çááøóåö æóãóÇ ÞóÊóáõæåõ æóãóÇ ÕóáóÈõæåõ æóáßöä  ÔõÈøöåó áóåõãú æóÅöäøó ÇáøóÐöíäó ÇÎúÊóáóÝõæÇ Ýöíåö áóÝöí Ôóßøò ãöäúåõ ãóÇ áóåõãú Èöåö ãöäú Úöáúãò ÅöáÇøó ÇÊøöÈóÇÚó ÇáÙøóäøö æóãóÇ ÞóÊóáõæåõ íóÞöíäÇð ﴿157﴾ Èóá ÑóÝóÚóåõ Çááøóåõ Åöáóíúåö æóßóÇäó Çááøóåõ ÚóÒöíÒÇð ÍóßöíãÇð ﴿158﴾

157.  e per aver detto: “In verità, noi abbiamo ucciso il Messia, Gesù figlio di Maria, messaggero di Allah!”, mentre non l’hanno né ucciso né appeso[435], caddero bensì in errore. E, in verità, coloro che discordano riguardo a lui, sono invero nel dubbio su di lui: non sanno niente di lui, e non fanno che seguire la congettura, e per certo non lo hanno ucciso,

158.  ma Allah lo ha innalzato a Sé. E Allah è ºazîz [invincibile], hakîm.

COMMENTO

Per gli empi giudei era un vanto uccidere i profeti, tanto che dicevano: “In verità, noi abbiamo ucciso il Messia, Gesù figlio di Maria, messaggero di Allah!”. Forse essi chiamavano il Messia “messaggero di Allah” per schernirlo. Ma essi mentivano, poiché: “Non l’hanno né ucciso né appeso, caddero bensì in errore”

Poi il sacro Corano aggiunge: “E, in verità, coloro che discordano riguardo a lui, sono invero nel dubbio su di lui: non sanno niente di lui, e non fanno che seguire la congettura”

Poi ribadisce che: “Per certo non lo hanno ucciso”

“Ma Allah lo ha innalzato a Sé. E Allah è ºazîz [invincibile], hakîm”

Il sacro Corano insiste sul fatto che il Messia non è stato ucciso, per condannare il dogma della redenzione, e consapevolizzare i cristiani.

Noi siamo certi del fatto che Gesù è venuto in questo mondo con un miracolo, lo ha lasciato con un altro miracolo, ed è asceso al cielo per ritornare in futuro e far trionfare l’Islam.

VERSETTO 159

æóÅöä ãöäú Ãóåúáö ÇáúßöÊóÇÈö ÅöáÇøó áóíõÄúãöäóäøó Èöåö ÞóÈúáó ãóæúÊöåö æóíóæúãó ÇáúÞöíóÇãóÉö íóßõæäõ Úóáóíúåöãú ÔóåöíÏÇð ﴿159﴾

159.  E, in verità, non c’è nessuno della Gente del Libro che non creda in lui prima della sua morte, e nel Giorno del Giudizio egli sarà testimone contro di loro.

COMMENTO

Esistono due ipotesi sul significato di questo versetto, derivanti dalla diversa interpretazione del significato dell’espressione “sua morte” del versetto in esame. Alcuni sostengono che questa espressione si riferisca alla gente del libro, e che il versetto intenda dire che ogni cristiano e ogni giudeo, sul punto di morte, quando inizierà a vedere le verità dell’aldilà, si accorgerà di aver sbagliato: il giudeo crederà in lui, e il cristiano smetterà di considerarlo una divinità! Ma tutto ciò non avrà alcun valore, poiché è in questo mondo che bisogna possedere una retta fede.

Altri sono invece dell’idea che la suddetta espressione si riferisca allo stesso Gesù, e che il versetto voglia dire che giudei e cristiani, prima della morte di questo santo profeta, capiranno di avere sbagliato: i primi gli presteranno fede, e i secondi smetteranno di considerarlo una divinità, e comprenderanno che egli è uno dei devoti e santi servi del Signore Eccelso. Tutto ciò avverrà, in base a quanto affermano le tradizioni islamiche, dopo la manifestazione del nobile imam Occulto, il santo Mahdi (A): Gesù discenderà dal cielo, e pregherà dietro il dodicesimo Imam (A); giudei e cristiani lo riconosceranno e presteranno fede a lui e al Mahdi. Dal momento che la religione di Gesù ha per sempre lasciato il posto al sacro Islam, è ovvio che in quel giorno questo santo profeta sarà mussulmano, seguace della religione islamica, della quale il Mahdi sarà l’imam, la guida.

Il versetto si conclude affermando: “E nel Giorno del Giudizio egli sarà testimone contro di loro”

Certo, egli testimonierà di non avere invitato la gente che alla pura fede monoteistica, di non aver chiesto alla gente se non di adorare il Dio Unico, e di non aver mai detto alla gente di considerarlo una divinità e adorarlo.[436]

VERSETTO 160

ÝóÈöÙõáúãò ãöäó ÇáøóÐöíäó åóÇÏõæÇ ÍóÑøóãúäóÇ  Úóáóíúåöãú ØóíøöÈóÇÊò ÇõÍöáøóÊú áóåõãú æóÈöÕóÏøöåöãú Úóä ÓóÈöíáö Çááøóåö ßóËöíÑÇð ﴿160﴾

160.  Ebbene, per l’iniquità dei giudei, perché impedivano a molti di seguire il sentiero di Allah, abbiamo proibito loro buone e pure cose che erano loro lecite.

COMMENTO

Forse le “buone e pure cose” proibite ai giudei, sono le cose delle quali parla il centoquarantaseiesimo versetto della sura Al’anºâm: “E a coloro che diventarono giudei vietammo tutti gli [animali] unghiati. E dei bovini e degli ovini vietammo loro il grasso, a parte ciò che portano i loro dorsi o gli intestini o ciò che è frammisto a ossa. Questo facemmo in punizione per la loro ribellione, e, in verità, Noi siamo di certo sinceri”

Di questo divieto parla anche l’attuale testo della Torà (Levitico 11).

OSSERVAZIONI

1.       L’iniquità priva l’uomo dei doni divini.

2.       A volte i problemi economici e le ristrettezze, sono segno dell’ira e del castigo del Signore Eccelso.

3.       L’esecuzione di ogni cosa che impedisce agli uomini di seguire la via di Allah (come l’occultamento e la falsificazione della verità, la bidºaħ, la corruzione, il traviamento ecc.), impedisce all’uomo di godere dei doni divini.

4.       La punizione principale sarà inflitta nel Giorno del Giudizio, e i castighi terreni sono un monito.

VERSETTO 161

æóÃóÎúÐöåöãõ ÇáÑøöÈóÇ æóÞóÏú äõåõæÇ Úóäúåõ æóÃóßúáöåöãú ÃóãúæóÇáó ÇáäøóÇÓö ÈöÇáúÈóÇØöáö æóÃóÚúÊóÏúäóÇ áöáúßóÇÝöÑöíäó ãöäúåõãú ÚóÐóÇÈÇð ÃóáöíãÇð ﴿161﴾

161.  Perché praticavano l’usura, mentre era stata loro vietata, e consumavano i beni della gente nel falso [illecitamente]. A quelli di loro che sono miscredenti, abbiamo preparato un doloroso castigo.

COMMENTO

Anche la Torà vieta l’usura (Deuteronomio, cap. 23, frasi 19 e 20). Tutte le religioni celesti, hanno curato gli aspetti materiali ed economici della vita dell’uomo.

Anche se l’usura sembra una fonte di guadagno, e causa di felicità, in realtà, questa vile pratica priva l’uomo dei doni divini, e lo porta all’Inferno.

L’individuo che pratica l’usura può salvarsi prima che questa non gli abbia fatto perdere la fede. In effetti, il peccato avvicina alla miscredenza, la quale porta l’uomo alla perdizione.

VERSETTO 162

áóßöäö ÇáÑøóÇÓöÎõæäó Ýöí ÇáúÚöáúãö ãöäúåõãú æóÇáúãõÄúãöäõæäó íõÄúãöäõæäó Èöãó ÇõäúÒöáó Åöáóíúßó æóãó ÇõäúÒöáó ãöä ÞóÈúáößó æóÇáúãõÞöíãöíäó ÇáÕøóáÇóÉó æóÇáúãõÄúÊõæäó ÇáÒøóßóÇÉó æóÇáúãõÄúãöäõæäó ÈöÇááøóåö æóÇáúíóæúãö ÇáÇóÎöÑö ÇõÄáóÆößó ÓóäõÄúÊöíåöãú  ÃóÌúÑÇð ÚóÙöíãÇð ﴿162﴾

162.  Ma quelli di loro che sono radicati nella sapienza, e i credenti, credono in quello che è stato fatto discendere su di te, e in quello che è stato fatto discendere prima di te, e coloro che elevano la şalâħ, quelli che pagano la zakâħ, e coloro che credono in Allah e nel Giorno Estremo, [ebbene] a quelli daremo un premio immenso.

COMMENTO

Questo versetto rivela un’importante verità, ripetuta più volte dal sacro Corano: quando il nobile Verbo di Allah biasima i giudei, non intende assolutamente combattere una razza o un popolo, poiché l’Islam condanna ogni forma di settarismo, vuole bensì combattere il male e la corruzione, colpire gli scellerati e i corrotti. È per questo che il versetto in esame elogia i giudei credenti e retti, e promette loro un grande premio: “Ma quelli di loro che sono radicati nella sapienza, e i credenti, credono in quello che è stato fatto discendere su di te, e in quello che è stato fatto discendere prima di te, e coloro che elevano la şalâħ, quelli che pagano la zakâħ, e coloro che credono in Allah e nel Giorno Estremo, [ebbene] a quelli daremo un premio immenso”

Per questo stesso motivo, alcuni eminenti giudei, all’avvento del Profeta dell’Islam, compresero che egli era un vero messaggero divino, si convertirono alla religione islamica, e appoggiarono devotamente il sommo Profeta, il quale li stimava e li rispettava, e lo stesso facevano gli altri mussulmani.

VERSETTO 163

Åöäøó ÃóæúÍóíúäó Åöáóíúßó ßóãó ÃóæúÍóíúäó Åöáóì äõæÍò æóÇáäøóÈöíøöíäó ãöä ÈóÚúÏöåö æóÃóæúÍóíúäó Åöáóì ÅöÈúÑóÇåöíãó æÅöÓúãóÇÚöíáó æóÅöÓúÍóÇÞó æóíóÚúÞõæÈó æóÇáÃóÓúÈóÇØö æóÚöíÓóì æóÃóíøõæÈó æóíõæäõÓó æóåóÇÑõæäó æóÓõáóíúãóÇäó æóÁóÇÊóíúäóÇ ÏóÇæõæÏó ÒóÈõæÑÇð ﴿163﴾

163.  In verità, Noi ti abbiamo dato la rivelazione come la demmo a Noè e ai Profeti dopo di lui. E demmo la rivelazione ad Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e ai Nipoti, a Gesù, Giobbe, Giona, Aronne, Salomone, e a Davide demmo il Zabûr.

COMMENTO

Nel sacro Corano sono ricordati i nomi di venticinque santi profeti divini, undici dei quali sono ricordati in questo versetto; gli altri quattordici sono: Adamo, Idrîs, Hûd, Şâlih, Lot, Giuseppe, Šuºayb, Zi-l-kifl, Mosè, Iliyâs, Yasaº, Zaccaria, Giovanni, ºUzayr.

Il termine “Asbât”, da noi tradotto con “Nipoti”, indica i profeti appartenenti alla progenie di Giacobbe.

“Zabûr” significa “libro”, e qui indica il libro rivelato da Dio al santo profeta Davide (A). Parte del Vecchio Testamento, è costituito dai Salmi di Davide.

Per la superiorità del sommo Profeta, questo versetto ricorda prima la rivelazione fatta a lui, e poi quella fatta agli altri profeti ricordati in esso.

VERSETTO 164

æóÑõÓõáÇð ÞóÏú ÞóÕóÕúäÇåõãú Úóáóíúßó ãöä ÞóÈúáõ æóÑõÓõáÇð áóãú äóÞúÕõÕúåõãú Úóáóíúßó æóßóáøóãó Çááøóåõ ãõæÓóì ÊóßúáöíãÇð ﴿164﴾

164.  E [inviammo] messaggeri di cui prima d’ora ti abbiamo narrato la storia, e altri di cui non ti abbiamo narrato la storia. E Allah parlò a Mosè, direttamente!

COMMENTO

Le sure di Hûd e dei Poeti, nel raccontare le storie dei profeti, sono più complete delle altre. La conoscenza della storia dei profeti è così importante che Iddio ha dedicato parte del Suo sacro Verbo ad essa.

Il sacro Corano non racconta tutta la storia dei profeti, ma la espone in quantità sufficiente a servire da insegnamento agli uomini. Del resto, il sacro Corano è un libro inviato dal Signore Eccelso per guidare gli uomini sulla retta via, non per insegnare loro la storia dei profeti.

I profeti non ricevevano la rivelazione tutti allo stesso modo. Ad esempio, alcuni profeti la ricevevano per ispirazione nel cuore, altri invece per mezzo degli angeli, altri ancora da dietro i veli dell’occulto. Questo versetto, a tal proposito, riguardo al santo Mosè, afferma: “E Allah parlò a Mosè, direttamente!”

VERSETTO 165

ÑõÓõáÇð ãõÈóÔøöÑöíäó æóãõäÐöÑöíäó áöÆóáÇøó íóßõæäó áöáäøóÇÓö Úóáóì Çááøóåö ÍõÌøóÉñ ÈóÚúÏó ÇáÑøõÓõáö æóßóÇäó Çááøóåõ ÚóÒöíÒÇð ÍóßöíãÇð ﴿165﴾

165.  [Inviammo] messaggeri, [come] nunzi [di lieta novella] e ammonitori, affinché dopo [l’invio de] i messaggeri, gli uomini non avessero più argomenti contro Allah. E Allah è ºazîz [invincibile], hakîm.

COMMENTO

Questo versetto, parla dell’invito dei profeti, del loro metodo, e degli obiettivi della loro missione.

I profeti invitavano gli uomini alla verità e alla religione divina, ammonendoli, ricordando loro le pene dell’Inferno, e dando loro lieta novella, ricordando loro l’eterna beatitudine del Paradiso: “[Inviammo] messaggeri, [come] nunzi [di lieta novella] e ammonitori”

Uno dei principali obiettivi della missione dei profeti, era quello di far conoscere completamente le verità divine agli uomini, affinché dopo il loro invio, essi non avessero più argomenti contro il loro Signore.

È necessario poi ricordare che Iddio donò ai profeti qualità e attributi tali da essere per la gente un perfetto modello da seguire, affinché nessuno potesse avere scuse per non credere in loro, per astenersi dal seguirli.

VERSETTO 166

áóßöäö Çááøóåõ íóÔúåóÏõ Èöãó ÃóäúÒóáó Åöáóíúßó ÃóäúÒóáóåõ ÈöÚöáúãöåö æóÇáúãóáÂóÆößóÉõ íóÔúåóÏõæäó æóßóÝóì ÈöÇááøóåö ÔóåöíÏÇð ﴿166﴾

166.  Ma Allah è testimone di ciò che ha fatto discendere su di te, [che] lo ha fatto discendere secondo la Sua sapienza, e anche gli angeli sono testimoni. E basta Allah come šahîd [testimone].

COMMENTO

I sublimi versetti del sacro Corano sono stati fatti conoscere agli uomini da un uomo che non ricevette mai alcuna istruzione, in una terra nella quale la gente era ignorante, politeista e nemica della verità. L’Islam rivoluzionò la vita di quella gente ignorante e arretrata, trasformò i loro dissensi e le guerre che esistevano fra di loro, in intesa, armonia e unità, la loro avarizia e meschinità, in generosità e nobiltà, il loro politeismo in pura fede monoteistica, l’ignoranza in sapienza e saggezza. Tutto ciò è una chiara prova della grazia che Iddio ha concesso al Suo Messaggero, e alla sollecitudine che Egli ha verso la religione da lui portata.

Perciò, il migliore sostegno dei profeti, è l’ausilio e l’appoggio del loro Signore.

Inoltre, la rivelazione trae origine dall’infinita sapienza divina, perciò, l’uomo, aumentando le sue conoscenze, è in grado di comprendere maggiori verità del sacro Corano e della Religione di Allah.

È poi necessario sapere che se alcuni uomini, ostinati e ignoranti, si rifiutano di riconoscere la verità, e di prestare fede al santo Profeta dell’Islam, ebbene, in cambio, tutti i puri e devoti angeli divini testimoniano a favore di questo nobile nunzio divino.

VERSETTI 167-169

Åöäøó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇ æóÕóÏøõæÇ Úóä ÓóÈöíáö Çááøóåö ÞóÏú ÖóáøõæÇ ÖóáÇóáÇð ÈóÚöíÏÇð ﴿167﴾ Åöäøó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇ æóÙóáóãõæÇ áóãú íóßõäö Çááøóåõ áöíóÛúÝöÑó áóåõãú æóáÇó áöíóåúÏöíóåõãú ØóÑöíÞÇð ﴿168﴾ ÅöáÇøó ØóÑöíÞó Ìóåóäøóãó ÎóÇáöÏöíäó Ýöíåó ÃóÈóÏÇð æóßóÇäó Ðóáößó Úóáóì Çááøóåö íóÓöíÑÇð ﴿169﴾

167.  In verità, coloro che sono diventati miscredenti, e che impediscono [alla gente] di seguire il sentiero di Allah, in verità, si traviano di traviamento lontano.

168.  In verità, coloro che sono diventati miscredenti, e hanno fatto ingiustizia, [ebbene] Allah non li perdonerà, e non li guiderà su alcuna via,

169.  eccetto la via dell’Inferno, in cui saranno eterni, [in cui vivranno] eternamente. E ciò è facile per Allah.

COMMENTO

L’espressione “traviamento lontano” denota il doppio traviamento di alcuni miscredenti: la miscredenza è traviamento, e impedire alla gente di credere, è un ulteriore traviamento.

Forse, il versetto 168, con l’espressione “hanno fatto ingiustizia”, intende indicare l’atto dell’impedire alla gente di credere. Esiste infatti ingiustizia più grande del mantenere la gente nell’ignoranza e nella miscredenza?

I più duri castighi saranno inflitti a coloro che impediscono alla gente di conoscere ed accogliere la verità: “Allah non li perdonerà, e non li guiderà su alcuna via, eccetto la via dell’Inferno, in cui saranno eterni, [in cui vivranno] eternamente”

VERSETTO 170

íó ÃóíøõåóÇ ÇáäøóÇÓõ ÞóÏú ÌóÂÁóßõãõ ÇáÑøóÓõæáõ ÈöÇáÍóÞøö ãöä ÑóÈøößõãú ÝóÇóãöäõæÇ ÎóíúÑÇð áóßõãú æóÅöä ÊóßúÝõÑõæÇ ÝóÅöäøó  áöáøóåö ãóÇ Ýöí ÇáÓøóãóÇæóÇÊö æóÇáÃóÑúÖö æóßóÇäó Çááøóåõ ÚóáöíãÇð ÍóßöíãÇð ﴿170﴾

170.  O uomini, è venuto a voi il Messaggero, in verità, dal vostro Signore. Credete dunque, è meglio per voi! E se diventerete miscredenti, ebbene, [sappiate che] in verità, appartiene ad Allah ciò che è nei cieli e ciò che è sulla terra! Allah è ºalîm, hakîm.