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1. Ogni giorno bisogna raggiungere livelli più alti di perfezione.
2. Non è sufficiente diventare credenti, ma è necessario anche rimanere fedeli. Iniziare è importante ma finire, portare a termine, è più importante!
3. L’Islam, oltre a insegnarci come dobbiamo vivere, ci insegna come dobbiamo morire: “Badate di non morire se non da musulmani”
4. La beatitudine si raggiunge col timor di Dio.
æóÇÚúÊóÕöãõæÇú ÈöÍóÈúáö Çááøåö ÌóãöíÚðÇ æóáÇó ÊóÝóÑøóÞõæÇú æóÇÐúßõÑõæÇú äöÚúãóÉó Çááøåö Úóáóíúßõãú ÅöÐú ßõäÊõãú ÃóÚúÏóÇÁ ÝóÃóáøóÝó Èóíúäó ÞõáõæÈößõãú ÝóÃóÕúÈóÍúÊõã ÈöäöÚúãóÊöåö ÅöÎúæóÇäðÇ æóßõäÊõãú Úóáóìó ÔóÝóÇ ÍõÝúÑóÉò ãøöäó ÇáäøóÇÑö ÝóÃóäÞóÐóßõã ãøöäúåóÇ ßóÐóáößó íõÈóíøöäõ Çááøåõ áóßõãú ÂíóÇÊöåö áóÚóáøóßõãú ÊóåúÊóÏõæäó ﴿103﴾
108. Afferrate tutti insieme la ‘corda di Allah’ e non disperdetevi! Ricordate la grazia di Allah su di voi: quando eravate nemici ed Egli ha riconciliato i vostri cuori, finché, per grazia Sua, siete diventati fratelli; [quando] eravate sull’orlo di un abisso di fuoco, ed Egli vi ha salvati da esso. Così Allah vi manifesta i Suoi segni, nella speranza che voi possiate seguire il retto sentiero.
In questo versetto, il sacro Corano espone la fondamentale questione dell’unità dei mussulmani. Sul significato dell’espressione “corda di Allah”, gli esegeti del sacro Corano hanno fatto diverse ipotesi. Le tradizioni islamiche attribuiscono diversi significati a questa espressione, i quali possono essere ricondotti a un unico significato generale: ogni mezzo per entrare in relazione col Signore Eccelso. In tal modo, il sacro Corano è la “corda di Allah”, e lo stesso vale per ciascuno dei profeti e degli imam.
Poi il Verbo di Allah ricorda l’immenso dono dell’unità fra i mussulmani, dicendo: “Ricordate la grazia di Allah su di voi: quando eravate nemici ed Egli ha riconciliato i vostri cuori, finché, per grazia Sua, siete diventati fratelli”
In questo versetto, Allah attribuisce la riconciliazione dei cuori dei credenti a Se stesso, dicendo: “Egli ha riconciliato i vostri cuori”, ricordando uno dei miracoli sociali dell’Islam. In effetti, studiando la storia dell’ostilità esistente fra le tribù arabe dell’era preislamica, è facile rendersi conto di come una questione di poco conto era capace di provocare sanguinose e terribili guerre fra tali tribù, e che solo un vero e proprio miracolo sarebbe stato in grado di avvicinare i cuori di questa gente. Questa riconciliazione, ha persino sbalordito i dotti e gli storici non mussulmani, che nelle loro opere hanno ricordato questo eccezionale evento con estremo stupore.
Poi il sacro Corano aggiunge: “Eravate sull’orlo di un abisso di fuoco, ed Egli vi ha salvati da esso”. Certo, Allah, il Sublime, riconciliando il vostri cuori, e creando fratellanza e amicizia fra di voi, vi ha salvati da una fine certa!
Con l’espressione “abisso di fuoco” il sacro Verbo di Allah indica le terribili e sanguinose guerre che scoppiavano nell’era preislamica fra le tribù arabe per questioni di poco conto.
Il versetto si conclude dicendo: “Così Allah vi manifesta i Suoi segni, nella speranza che voi possiate seguire il retto sentiero”. Insomma, il Nostro obiettivo finale, è salvarvi e guidarvi alla retta via; voi dovete dunque dare un immensa importanza a quanto vi viene detto!
æóáúÊóßõä ãøöäßõãú ÃõãøóÉñ íóÏúÚõæäó Åöáóì ÇáúÎóíúÑö æóíóÃúãõÑõæäó ÈöÇáúãóÚúÑõæÝö æóíóäúåóæúäó Úóäö ÇáúãõäßóÑö æóÃõæúáóÜÆößó åõãõ ÇáúãõÝúáöÍõæäó ﴿104﴾
109. Tra voi ci devono essere degli uomini che invitino al bene, ordinino la virtù e vietino il vizio. Quelli sono i beati!
In questo sacro versetto il nobile Corano ricorda due fondamentali doveri del mussulmano: ordinare il bene e vietare il male. È interessante notare che questi due importanti precetti vengono ricordati fra due versetti che ordinano ai mussulmani di essere uniti e fratelli. Forse la ragione di ciò è che in una società divisa, i cui membri sono in lotta fra di loro, le cui tribù, i cui gruppi, le cui classi si odiano e si combattono, o non è possibile invitare al bene e al dovere, oppure questo invito non ha alcun effetto.
I due sopraccitati precetti vengono eseguiti nelle seguenti due forme:
1. sotto forma di un dovere generale, tutti, nella misura delle loro possibilità, devono ordinare il bene e vietare il male;
2. come un dovere eseguito da un gruppo organizzato, come, ad esempio, le forze dell’ordine di un paese.
Così, quando ad esempio un automobilista commette una grave infrazione, è dovere degli altri automobilisti e dei passanti vietargliela e impedirgli di commetterla, e altrettanto deve fare la polizia stradale.
A proposito di questi due importanti precetti esistono molte tradizioni, delle quali citiamo, a titolo di esempio, la seguente del Principe dei Credenti (A): “Quando non si ordina il bene e non si vieta il male, nessuno compie più le buone azioni, e gli scellerati e il male prendono il sopravvento, allora pregate, senza venire però esauditi!”[336]
1. Nella società islamica deve esistere un gruppo di persone incaricate dallo Stato islamico di provvedere al mantenimento dell’ordine.
2. Nella società, l’invito al bene viene prima dell’ordinare la virtù.
3. Non è possibile correggere la società e debellare in essa la corruzione e il male senza una guida capace, sapiente e timorata.
4. I veri beati sono solo coloro che hanno a cuore l’emendamento della società dal male e dalla corruzione.
5. Non bisogna mai smettere di invitare al bene, ordinare la virtù e vietare il male.
6. La beatitudine non si raggiunge solo liberando se stessi dal male e dal peccato, bisogna anche darsi da fare per liberare gli altri dal vizio e dalla corruzione.
7. Colui che invita al bene, ordina la virtù, e vieta il male, deve conoscere l’Islam, la gente, e il giusto metodo per guidare gli uomini al bene e alla virtù e salvarli dal male e dalla corruzione.
8. Ordinare il bene e la virtù viene prima del divieto del male e della corruzione: se la gente viene guidata al bene e alla virtù, abbandona il male e la corruzione.
æóáÇó ÊóßõæäõæÇú ßóÇáøóÐöíäó ÊóÝóÑøóÞõæÇú æóÇÎúÊóáóÝõæÇú ãöä ÈóÚúÏö ãóÇ ÌóÇÁåõãõ ÇáúÈóíøöäóÇÊõ æóÃõæúáóÜÆößó áóåõãú ÚóÐóÇÈñ ÚóÙöíãñ ﴿105﴾
110. E non siate come coloro che si divisero e dissentirono [fra loro], dopo aver ricevuto le chiare prove. Essi avranno un immane castigo,
Dobbiamo trarre insegnamento dalle guerre e dai contrasti di coloro che vennero prima di noi, e sapere che l’origine di questi conflitti, di questi dissensi, non è solo l’ignoranza, ma sono anche le passioni. Il dissenso v’indebolisce in questo mondo, e vi procura il castigo divino nell’aldilà.
íóæúãó ÊóÈúíóÖøõ æõÌõæåñ æóÊóÓúæóÏøõ æõÌõæåñ ÝóÃóãøóÇ ÇáøóÐöíäó ÇÓúæóÏøóÊú æõÌõæåõåõãú ÃóßúÝóÑúÊõã ÈóÚúÏó ÅöíãóÇäößõãú ÝóÐõæÞõæÇú ÇáúÚóÐóÇÈó ÈöãóÇ ßõäúÊõãú ÊóßúÝõÑõæäó ﴿106﴾
111. in un Giorno in cui alcuni volti diventeranno bianchi e altri si anneriranno. A quelli i cui volti s’anneriranno [sarà detto]: “Siete diventati miscredenti dopo aver creduto? Gustate allora il castigo della vostra miscredenza!”
Coloro che in questo mondo hanno accettato la signoria di Allah, ebbene Egli, il Giorno del Giudizio, li trarrà dalle tenebre alla luce, ed essi, in quel sacro giorno, si presenteranno con i visi pieni di luce. Ma coloro che si sono sottomessi alla signoria dei duci della miscredenza, verranno tratti dalla luce alle tenebre delle passioni, del dissenso, del politeismo e dell’ignoranza, ed essi, il Giorno del Giudizio, si presenteranno nelle tenebre, coi visi cupi e tenebrosi.
Nel sacro Corano, la parola miscredenza compare sedici volte dopo il termine fede, e due volte dopo la parola Islam. Il “culto del vitello” compare invece tre volte dopo quello divino, e ventisette volte il “rifiuto” dopo la “conoscenza” e la “chiara prova”. Tutto ciò è un serio monito per tutti noi!
æóÃóãøóÇ ÇáøóÐöíäó ÇÈúíóÖøóÊú æõÌõæåõåõãú ÝóÝöí ÑóÍúãóÉö Çááøåö åõãú ÝöíåóÇ ÎóÇáöÏõæäó ﴿107﴾ Êöáúßó ÂíóÇÊõ Çááøåö äóÊúáõæåóÇ Úóáóíúßó ÈöÇáúÍóÞøö æóãóÇ Çááøåõ íõÑöíÏõ ÙõáúãðÇ áøöáúÚóÇáóãöíäó ﴿108﴾
112. Coloro invece i cui visi diverranno bianchi saranno nella misericordia di Allah, e loro, in essa, saranno eterni.
113. Questi sono i segni di Allah che ti recitiamo in verità, e [sappi che] Allah non vuole alcuna ingiustizia per gli uomini.
La recitazione dei versetti divini, senza nessuna esagerazione né difetto alcuno, è conforme alla realtà, e le azioni e le reazioni, l’operato di ognuno e la sua mercede, i suoi peccati e le conseguenti punizioni, per ogni popolo, seguono principi e leggi costanti. Allah non impone ad alcuno doveri inadempibili, e non varia per nessun popolo le Sue leggi e i Suoi princìpi.
1. Iddio non commette nessun tipo di ingiustizia, non fa torto a nessuno, e non vuole che sia fatta ingiustizia a nessuno.
2. Chi crederà e compirà il bene, nel Giorno del Giudizio, si presenterà con volto pieno di luce, al contrario, chi negherà fede e commetterà peccato, avrà il volto buio e tenebroso.
3. Fa ingiustizia chi è incompleto, chi è impotente di raggiungere i propri fini con mezzi leciti, chi è incosciente, chi non si rende conto di quanto turpe sia il male e l’iniquità. In verità, Dio è immune da ogni colpa e difetto, è assolutamente perfetto, è onnipotente e onnisciente, è sempre attento a tutto, ed è assolutamente giusto e misericordioso. Forse il versetto vuol proprio dire questo: che bisogno ha Iddio di commettere ingiustizia, dal momento tutto deriva da Lui e tutto ritorna a Lui?
æóáöáøåö ãóÇ Ýöí ÇáÓøóãóÇæóÇÊö æóãóÇ Ýöí ÇáÃóÑúÖö æóÅöáóì Çááøåö ÊõÑúÌóÚõ ÇáÃõãõæÑõ ﴿109﴾
114. Ad Allah appartiene [tutto] quello che è nei cieli e quel che è sulla terra, ed è ad Allah che [tutte] le cose ritornano.
Questo versetto espone la prova di quanto è stato affermato nel versetto precedente. Certo, come può essere iniquo Colui al Quale appartiene tutto quello che è nei cieli e quel che è sulla terra, al Quale ritorna ogni cosa!
Si può qui fare un’ulteriore argomentazione: ogni cosa ritorna a Dio, tutto appartiene a Lui, e nessuno all’infuori di Lui può alterare nulla nell’universo, e siccome fare ingiustizia significa privare qualcuno di ciò che gli spetta di diritto, concludiamo che è assurdo pensare che Egli sia ingiusto, poiché non v’è cosa nel creato che non ritorni a Lui. Questo è l’argomento contenuto nella frase: “È ad Allah che [tutte] le cose ritornano”
ßõäÊõãú ÎóíúÑó ÃõãøóÉò ÃõÎúÑöÌóÊú áöáäøóÇÓö ÊóÃúãõÑõæäó ÈöÇáúãóÚúÑõæÝö æóÊóäúåóæúäó Úóäö ÇáúãõäßóÑö æóÊõÄúãöäõæäó ÈöÇááøåö æóáóæú Âãóäó Ãóåúáõ ÇáúßöÊóÇÈö áóßóÇäó ÎóíúÑðÇ áøóåõã ãøöäúåõãõ ÇáúãõÄúãöäõæäó æóÃóßúËóÑõåõãõ ÇáúÝóÇÓöÞõæäó ﴿110﴾
115. Voi siete il miglior popolo che sia mai stato suscitato per gli uomini: ordinate il bene, vietate il male e credete in Allah. Se la gente del Libro avesse creduto, sarebbe sicuramente stato meglio per essa. Alcuni di loro sono credenti, ma la maggior parte di loro sono empi.
In questo versetto, il sacro Corano invita nuovamente i mussulmani a ordinare il bene e a vietare il male, ricordando loro la fede in Allah: “Voi siete il miglior popolo che sia mai stato suscitato per gli uomini: ordinate il bene, vietate il male e credete in Allah”
È interessante notare come il sacro Corano consideri l’ordinare il bene, il vietare il male, e la fede in Dio, le ragioni della superiorità dei mussulmani sugli altri popoli, e ciò dimostra che non è possibile correggere la società umana senza fede in Dio, senza ordinare il bene e vietare e combattere il male. Inoltre, ordinare il bene e vietare il male assicurano la diffusione della fede e l’esecuzione di tutte le leggi individuali e sociali dell’Islam, e, nella pratica, ciò che assicura l’esecuzione delle leggi, viene prima delle leggi stesse.
Poi il versetto parla della gente del Libro, dicendo che nessuno può negare i vantaggi di una simile religione, perciò: “Se la gente del Libro avesse creduto, sarebbe sicuramente stato meglio per essa”, ma purtroppo: “La maggior parte di loro sono empi”, e solo: “Alcuni di loro sono credenti”
áóä íóÖõÑøõæßõãú ÅöáÇøó ÃóÐðì æóÅöä íõÞóÇÊöáõæßõãú íõæóáøõæßõãõ ÇáÃóÏõÈóÇÑó Ëõãøó áÇó íõäÕóÑõæäó ﴿111﴾
116. Essi, all’infuori di un lieve fastidio, non potranno arrecarvi alcun male, e se vi combatteranno, vi volteranno le spalle e allora non saranno soccorsi.
Questo versetto dà una acquietante lieta novella ai mussulmani, ricordando loro di essere protetti dalla fede in Dio, dall’unità, e dall’ordinare il bene e vietare il male, e di non temere perciò i nemici, poiché è l’Islam che vince, mentre i suoi nemici sono destinati a perire e a soccombere!
1. L’Islam e i mussulmani sono protetti dalla fede in Dio.
2. I nemici dei mussulmani non possono arrecare loro se non un lieve fastidio.
3. Chi non ha fede non è in grado di resistere alle difficoltà.
ÖõÑöÈóÊú Úóáóíúåöãõ ÇáÐøöáøóÉõ Ãóíúäó ãóÇ ËõÞöÝõæÇú ÅöáÇøó ÈöÍóÈúáò ãøöäú Çááøåö æóÍóÈúáò ãøöäó ÇáäøóÇÓö æóÈóÂÄõæÇ ÈöÛóÖóÈò ãøöäó Çááøåö æóÖõÑöÈóÊú Úóáóíúåöãõ ÇáúãóÓúßóäóÉõ Ðóáößó ÈöÃóäøóåõãú ßóÇäõæÇú íóßúÝõÑõæäó ÈöÂíóÇÊö Çááøåö æóíóÞúÊõáõæäó ÇáÃóäÈöíóÇÁ ÈöÛóíúÑö ÍóÞøò Ðóáößó ÈöãóÇ ÚóÕóæÇ æøóßóÇäõæÇú íóÚúÊóÏõæäó ﴿112﴾
117. Ovunque si trovino, su di loro è impressa l’ignominia, a meno che [non si afferrino] a una ‘corda’ [un patto] di Allah, [oppure] a una ‘corda’ della gente. Sono incorsi in collera [proveniente] da Allah e su di loro è stata impressa la miseria: smentivano i segni di Allah e uccidevano ingiustamente i profeti; essi hanno disubbidito, essi trasgredivano.
Le conseguenze della miscredenza e dell’assassinio dei profeti, non possono essere che l’ignominia in questo mondo e il castigo divino nell’aldilà. Il peccato e la trasgressione aprono la strada a peccati e trasgressioni maggiori, come appunto la miscredenza e l’assassinio dei santi profeti. Ciò che è peggio della trasgressione e della miscredenza, è il perseverare nella miscredenza e nella trasgressione.
I giudei sono sempre stati spregiati. Nonostante in alcuni periodi abbiano avuto l’economia e la politica mondiale sotto il proprio controllo, sono però sempre stati detestati e odiati dalla gente, esattamente come gli iniqui tiranni, che con la violenza e con le armi, gettando il terrore fra la gente, s’impadroniscono del potere politico ed economico, ma sono fortemente odiati e aborriti dagli uomini.
1. L’onore e la dignità dipendono sostanzialmente da due cose: avere fede in Dio e nella Sua onnipotenza, e intrattenere buoni rapporti con la gente. Chi ha fede, ma vive isolato, o non ha buoni rapporti con la gente, non ha dignità, e lo stesso chi ha buoni rapporti con la gente, ma non ha fede.
2. Forse la ripetizione del termine “habl”, da noi tradotto con “corda”, significa che le due “corde” delle quali parla il versetto in esame sono diverse tra di loro.
3. Le tradizioni c’insegnano che i giudei non uccidevano i profeti con la spada, ma li tradivano, facendoli catturare, torturare e uccidere dai tiranni.
áóíúÓõæÇú ÓóæóÇÁ ãøöäú Ãóåúáö ÇáúßöÊóÇÈö ÃõãøóÉñ ÞóÂÆöãóÉñ íóÊúáõæäó ÂíóÇÊö Çááøåö ÂäóÇÁ Çááøóíúáö æóåõãú íóÓúÌõÏõæäó ﴿113﴾
118. Non tutti però sono uguali: tra la gente del Libro c’è un gruppo di uomini retti, che, di notte, prosternati, recitano i versetti di Allah.
Dopo i severi biasimi rivolti nei versetti precedenti ai giudei, in questo versetto, il sacro Corano, per giustizia, e per rispetto delle persone degne, e per ricordare che non tutta la gente del Libro è empia, afferma che non tutti sono uguali: alcuni di loro sono uomini retti, che, di notte, umilmente, recitano i versetti divini.
íõÄúãöäõæäó ÈöÇááøåö æóÇáúíóæúãö ÇáÂÎöÑö æóíóÃúãõÑõæäó ÈöÇáúãóÚúÑõæÝö æóíóäúåóæúäó Úóäö ÇáúãõäßóÑö æóíõÓóÇÑöÚõæäó Ýöí ÇáúÎóíúÑóÇÊö æóÃõæúáóÜÆößó ãöäó ÇáÕøóÇáöÍöíäó ﴿114﴾
119. Essi credono in Allah e nel Giorno Estremo, ordinano il bene, vietano il male e gareggiano [con gli altri] nell’eseguire le buone azioni. Quelli dunque sono i probi!
In questo versetto il sacro Corano ricorda altre virtù di questa retta gente:
1. Essi credono in Allah
2. e nel Giorno Estremo
3. ordinano il bene
4. vietano il male
5. e gareggiano [con gli altri] nell’eseguire le buone azioni.
“Quelli dunque sono i probi!”
æóãóÇ íóÝúÚóáõæÇú ãöäú ÎóíúÑò Ýóáóä íõßúÝóÑõæúåõ æóÇááøåõ Úóáöíãñ ÈöÇáúãõÊøóÞöíäó ﴿115﴾
120. Ciò che fanno di bene non sarà loro disconosciuto. Allah conosce bene i timorati.
Nessuna buona azione sarà trascurata da Dio, e chiunque avrà compiuto del bene, sarà da Lui ricompensato per esso, a patto però che sia timorato di Dio: “Allah accetta le buone azioni solo dai timorati”, e Allah conosce bene i timorati!
Åöäøó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇú áóä ÊõÛúäöíó Úóäúåõãú ÃóãúæóÇáõåõãú æóáÇó ÃóæúáÇóÏõåõã ãøöäó Çááøåö ÔóíúÆðÇ æóÃõæúáóÜÆößó ÃóÕúÍóÇÈõ ÇáäøóÇÑö åõãú ÝöíåóÇ ÎóÇáöÏõæäó ﴿116﴾
121. In verità, quelli che sono diventati miscredenti, i loro beni e i loro figli non li metteranno affatto al riparo da [il castigo di] Allah: essi sono la gente del Fuoco, nel quale, essi, saranno eterni.
Nulla è in grado di stornare il castigo e l’ira di Dio dai miscredenti e dai peccatori, né i figli né i beni né gli amici né la moglie né il marito né le scuse né nulla altro.
ãóËóáõ ãóÇ íõäÝöÞõæäó Ýöí åöÜÐöåö ÇáúÍóíóÇÉö ÇáÏøõäúíóÇ ßóãóËóáö ÑöíÍò ÝöíåóÇ ÕöÑøñ ÃóÕóÇÈóÊú ÍóÑúËó Þóæúãò ÙóáóãõæÇú ÃóäÝõÓóåõãú ÝóÃóåúáóßóÊúåõ æóãóÇ Ùóáóãóåõãõ Çááøåõ æóáóÜßöäú ÃóäÝõÓóåõãú íóÙúáöãõæäó ﴿117﴾
122. Ciò che spendono in questa vita terrena è come un vento glaciale che colpisce il campo di uomini che sono stati ingiusti con se stessi, e lo distrugge. Non è [certo] Allah a fare loro ingiustizia, sono bensì essi a fare ingiustizia [a se stessi].
Il termine “şirr”, che noi abbiamo tradotto con “glaciale”, può assumere sia questo significato sia quello di “cocente”
Questo versetto dice ai credenti di non preoccuparsi delle ingenti somme di denaro che i miscredenti spendono per scopi illeciti, paragonando questi beni a un campo minacciato da un vento distruttivo.
Dal primo giorno della comparsa dell’Islam fino ad oggi i nemici di questa sacra religione hanno cercato di ostacolarla e distruggerla con le loro vili trame, menzogne, calunnie, guerre, e con la loro avvelenata propaganda, ma la religione islamica continua ogni giorno a crescere e ad imporsi. Se un popolo viene colpito dall’ira di Dio, non è Lui a fare loro ingiustizia, sono bensì essi a fare ingiustizia a se stessi peccando e trasgredendo la Sua sacra legge.
íóÇ ÃóíøõåóÇ ÇáøóÐöíäó ÂãóäõæÇú áÇó ÊóÊøóÎöÐõæÇú ÈöØóÇäóÉð ãøöä Ïõæäößõãú áÇó íóÃúáõæäóßõãú ÎóÈóÇáÇð æóÏøõæÇú ãóÇ ÚóäöÊøõãú ÞóÏú ÈóÏóÊö ÇáúÈóÛúÖóÇÁ ãöäú ÃóÝúæóÇåöåöãú æóãóÇ ÊõÎúÝöí ÕõÏõæÑõåõãú ÃóßúÈóÑõ ÞóÏú ÈóíøóäøóÇ áóßõãõ ÇáÂíóÇÊö Åöä ßõäÊõãú ÊóÚúÞöáõæäó ﴿118﴾
123. O voi che avete creduto, non sceglietevi confidenti che non siano dei vostri: non si risparmierebbero nessun male contro di voi e desidererebbero che voi soffriste [sempre]. L’odio è visibile dalle loro bocche e quel che nascondono i loro petti è ancora peggio. In verità, Noi abbiamo manifestato i [Nostri] segni per voi, se ragionate.
Questo versetto, continuando il discorso iniziato dai versetti che hanno parlato dei rapporti tra mussulmani e miscredenti, ricorda una questione assai delicata e importante, e con espressioni di straordinaria bellezza ed eleganza, mette in guardia i credenti dicendo: “O voi che avete creduto, non sceglietevi confidenti che non siano dei vostri”
Sappiate che l’amicizia esistente fra voi e loro, non impedisce loro di odiarvi e di essere malevoli nei vostri confronti, per la diversità esistente fra voi e loro nella fede: “Non si risparmierebbero nessun male contro di voi e desidererebbero che voi soffriste [sempre]”
Essi, per nascondere il malanimo che hanno nei vostri confronti, sono cauti nel parlare, e fanno attenzione a quello che dicono, tuttavia: “L’odio è visibile dalle loro bocche”, facendo attenzione a quello che dicono è possibile comprendere quanto essi odino i mussulmani, e: “Quel che nascondono i loro petti è ancora peggio!”
Poi aggiunge: “In verità, Noi abbiamo manifestato i [Nostri] segni per voi, se ragionate”. Con ciò potete distinguere gli amici dai nemici, potete allontanare da voi le insidie dei nemici.
åóÇÃóäÊõãú ÃõæúáÇÁ ÊõÍöÈøõæäóåõãú æóáÇó íõÍöÈøõæäóßõãú æóÊõÄúãöäõæäó ÈöÇáúßöÊóÇÈö ßõáøöåö æóÅöÐóÇ áóÞõæßõãú ÞóÇáõæÇú ÂãóäøóÇ æóÅöÐóÇ ÎóáóæúÇú ÚóÖøõæÇú Úóáóíúßõãõ ÇáÃóäóÇãöáó ãöäó ÇáúÛóíúÙö Þõáú ãõæÊõæÇú ÈöÛóíúÙößõãú Åöäøó Çááøåó Úóáöíãñ ÈöÐóÇÊö ÇáÕøõÏõæÑö ﴿119﴾
124. Sì, voi li amate mentre loro, nonostante voi crediate a tutti i libri ispirati, non vi amano [affatto]. Quando v’incontrano dicono: “Abbiamo prestato fede!”, ma quando sono soli, si mordono i polpastrelli adirati contro di voi. Di’: “Morite nella vostra rabbia!”. In verità, Allah conosce bene quello che è [celato] nei petti.
In questo versetto, il sacro Corano si rivolge ai mussulmani, dicendo loro: “O mussulmani, voi li amate perché sono vostri parenti o per altre ragioni, mentre non vi rendete conto che essi non vi amano affatto, nonostante voi crediate a tutti i libri rivelati da Dio, al vostro, al loro e a tutti i libri inviati in precedenza, mentre essi non credono nel Corano”
Poi aggiunge: “Quando v’incontrano dicono: “Abbiamo prestato fede!”, ma quando sono soli, si mordono i polpastrelli adirati contro di voi”. Certo, essi sono falsi ed ipocriti, e vi odiano!
Il versetto si conclude ordinando al sommo Profeta di dire a questa falsa gente: “Morite nella vostra rabbia!”, e ricordando che, a differenza dei credenti: “In verità, Allah conosce bene quello che è [celato] nei petti”
Åöä ÊóãúÓóÓúßõãú ÍóÓóäóÉñ ÊóÓõÄúåõãú æóÅöä ÊõÕöÈúßõãú ÓóíøöÆóÉñ íóÝúÑóÍõæÇú ÈöåóÇ æóÅöä ÊóÕúÈöÑõæÇú æóÊóÊøóÞõæÇú áÇó íóÖõÑøõßõãú ßóíúÏõåõãú ÔóíúÆðÇ Åöäøó Çááøåó ÈöãóÇ íóÚúãóáõæäó ãõÍöíØñ ﴿120﴾
125. Se vi giunge un bene, se ne affliggono, e se un male vi colpisce, essi gioiscono. Se sarete pazienti e timorati, la loro congiura non vi procurerà alcun male. In verità, Allah conosce perfettamente quello che fanno.
In questo versetto, il sacro Corano ricorda uno dei segni del grande odio che provava questa gente nei confronti dei mussulmani: “Se vi giunge un bene, se ne affliggono, e se un male vi colpisce, essi gioiscono”
Ma ricordate che se sarete pazienti e timorati, la loro congiura non vi procurerà alcun male, poiché Allah conosce perfettamente quello che fanno!
æóÅöÐú ÛóÏóæúÊó ãöäú Ãóåúáößó ÊõÈóæøöìÁõ ÇáúãõÄúãöäöíäó ãóÞóÇÚöÏó áöáúÞöÊóÇáö æóÇááøåõ ÓóãöíÚñ Úóáöíãñ ﴿121﴾
126. E [ricorda] quando un mattino lasciasti la tua famiglia per schierare i credenti ai posti di combattimento. Allah è Colui che tutto ascolta e conosce.
In questo versetto, il sacro Corano inizia la narrazione di un importante evento della storia islamica: la battaglia di Uhud.
All’inizio ricorda il giorno in cui, di mattina, uscì dalla santa città di Medina per schierare i combattenti mussulmani ai loro posti di combattimento ai piedi del Monte Uhud: “E [ricorda] quando un mattino lasciasti la tua famiglia per schierare i credenti ai posti di combattimento. Allah è Colui che tutto ascolta e conosce”
1. La scelta del luogo in cui effettuare manovre militari, in cui preparare le truppe per una battaglia, spetta alla più capace ed esperta delle persone: “…lasciasti la tua famiglia per schierare i credenti…”
2. Per avere successo in uno scontro armato bisogna preparare e organizzare tutto prima dell’inizio delle ostilità.
3. Il mattino è il miglior tempo per iniziare a preparare e organizzare le cose importanti.
4. Prima dell’inizio di una guerra, di una battaglia, non bisogna farsi distrarre da nulla: “…lasciasti la tua famiglia…”
ÅöÐú åóãøóÊ ØøóÂÆöÝóÊóÇäö ãöäßõãú Ãóä ÊóÝúÔóáÇó æóÇááøåõ æóáöíøõåõãóÇ æóÚóáóì Çááøåö ÝóáúíóÊóæóßøóáö ÇáúãõÄúãöäõæäó ﴿122﴾
127. [Ricorda] quando due dei vostri gruppi vollero perdersi d’animo, nonostante Allah fosse il loro protettore. Solo in Allah devono confidare i credenti!
Due gruppi appartenenti alle tribù degli Aws e dei Ķazraj, i Banû Salamaħ e i Banû Hâriŝaħ, decisero di astenersi dal combattere nella battaglia di Uhud al fianco degli altri loro compagni mussulmani. Sul perché di questo rifiuto sono state ricordate diverse ragioni:
1. avevano paura del potente nemico;
2. erano offesi del fatto che non era stata accettata la loro proposta di trincerarsi a Medina invece che ai piedi del Monte Uhud.
3. erano contrariati del fatto che il sommo Profeta non aveva permesso che i giudei alleati li aiutassero, e di cose simili.
Alla fine, Allah aiutò questi due gruppi, li salvò dal peccato, e li ricondusse alle schiere mussulmane.
1. Chi è fuori della protezione divina, non può affrontare decisamente i nemici di Dio e della Sua religione.
2. Allah non abbandona i credenti, e nei momenti delicati li soccorre, salvandoli dal male e dal traviamento.
3. Iddio conosce ogni nostro pensiero, ogni nostra decisione, e mette al corrente il Suo Messaggero di ciò che gli uomini nutrono nei loro cuori.
4. Coloro che vanno a combattere in guerra non sono tutti su uno stesso livello.
5. L’unica cosa in grado di curare la paura e lo scoramento, è la fiducia in Dio.
æóáóÞóÏú äóÕóÑóßõãõ Çááøåõ ÈöÈóÏúÑò æóÃóäÊõãú ÃóÐöáøóÉñ ÝóÇÊøóÞõæÇú Çááøåó áóÚóáøóßõãú ÊóÔúßõÑõæäó ﴿123﴾
128. In verità, Allah vi sostenne a Badr, mentre eravate impotenti [a resistere agli attacchi del nemico]. Temete dunque Allah, a che possiate esser[Gli] riconoscenti.
Da questo versetto in poi, il sacro Corano espone i versetti rivelati in un momento di crisi del popolo mussulmano, per rinforzare gli animi dei credenti ricordando loro la rilevante vittoria dei combattenti mussulmani nella battaglia di Badr: “In verità, Allah vi sostenne a Badr, mentre eravate impotenti [a resistere agli attacchi del nemico]”
Voi eravate 313 combattenti scarsamente armati contro mille politeisti armati di tutto punto.
Ebbene, ricordate Badr, e temete Iddio, e badate a non disubbidire al sommo Profeta! Solo così vi sarete dimostrati grati al vostro Signore!
1. Non dimenticate gli aiuti divini, soprattutto in guerra!
2. Chi riceve un aiuto divino, non deve approfittarne, e non deve nemmeno insuperbirsi, deve bensì essere timorato di Dio.
ÅöÐú ÊóÞõæáõ áöáúãõÄúãöäöíäó Ãóáóä íóßúÝöíßõãú Ãóä íõãöÏøóßõãú ÑóÈøõßõã ÈöËóáÇóËóÉö ÂáÇóÝò ãøöäó ÇáúãóáÂÆößóÉö ãõäÒóáöíäó ﴿124﴾
129. Quando dicevi ai credenti: “Non vi basta che il vostro Signore vi soccorra con tremila angeli fatti discendere [dal cielo]?”
Uno dei doveri della guida del popolo islamico è dare speranza ai mussulmani, e mostrare loro la grazia e l’aiuto di Dio. Questo versetto, ricordando che, per ordine divino, gli angeli prestano ausilio ai credenti, è in grado di rinforzare il cuore di ogni combattente mussulmano, donandogli infinita speranza, e aiutandolo a proseguire nella sua lotta contro il male e la miscredenza.
Èóáóì Åöä ÊóÕúÈöÑõæÇú æóÊóÊøóÞõæÇú æóíóÃúÊõæßõã ãøöä ÝóæúÑöåöãú åóÜÐóÇ íõãúÏöÏúßõãú ÑóÈøõßõã ÈöÎóãúÓóÉö ÂáÇÝò ãøöäó ÇáúãóáÂÆößóÉö ãõÓóæøöãöíäó ﴿125﴾
130. Certo, se sarete pazienti e timorati, e se [i nemici] vi attaccheranno con questo loro furore, il vostro Signore vi soccorrerà con cinquemila angeli musawwimîn [segnati].
Nel versetto precedente si parlava di tremila angeli ausiliatori, mentre in questo versetto si parla di cinquemila angeli pronti a soccorre i credenti contro i miscredenti, a patto però che essi pazientino e temano Iddio.
1. La pazienza, la perseveranza e il timor di Dio dei credenti, fanno sì che Allah invii i Suoi angeli in loro aiuto.
2. Le leggi di Dio sono costanti, e non dipendono dal tempo e dalla gente, perciò questo versetto è in grado di dare speranza e confermare i cuori di tutti i credenti, in tutti i luoghi e in tutte le epoche.
3. La perseveranza ha valore quando è accompagnata dal timor di Dio.
4. State all’erta! Il nemico è violento e impetuoso!
æóãóÇ ÌóÚóáóåõ Çááøåõ ÅöáÇøó ÈõÔúÑóì áóßõãú æóáöÊóØúãóÆöäøó ÞõáõæÈõßõã Èöåö æóãóÇ ÇáäøóÕúÑõ ÅöáÇøó ãöäú ÚöäÏö Çááøåö ÇáúÚóÒöíÒö ÇáúÍóßöíãö ﴿126﴾
131. E Allah non ne fece altro che un lieto annuncio per voi, affinché i vostri cuori si rassicurassero con esso: la vittoria non viene che da Allah, l’Invincibile, il Saggio.