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Questo versetto completa quanto detto da quello precedente: “E non vi ordinerà certo di prendere per dei gli Angeli e i Profeti!”
Questo nobile versetto, è, da una parte, una decisa risposta ai politeisti arabi, che consideravano gli angeli le figlie di Dio e particolari forme di divinità, e nonostante queste evidenti aberrazioni dicevano anche di essere seguaci della religione del santo Abramo (A), e, dall’altra, un fermo monito ai Sabei, che si credevano seguaci del profeta Giovanni (A), ma, allo stesso tempo, adoravano gli angeli.
Il versetto, in conclusione, ribadisce: “Vi ordinerebbe forse la miscredenza dopo che vi siete sottomessi [ad Allah]?”
Com’è possibile che un profeta prima inviti la gente alla fede e al monoteismo, e poi li devi spingendoli al politeismo!
Da versetto si può inoltre dedurre che i profeti erano tutti retti e lontani da ogni peccato e deviazione.
æóÅöÐú ÃóÎóÐó Çááøåõ ãöíËóÇÞó ÇáäøóÈöíøöíúäó áóãóÇ ÂÊóíúÊõßõã ãøöä ßöÊóÇÈò æóÍößúãóÉò Ëõãøó ÌóÇÁßõãú ÑóÓõæáñ ãøõÕóÏøöÞñ áøöãóÇ ãóÚóßõãú áóÊõÄúãöäõäøó Èöåö æóáóÊóäÕõÑõäøóåõ ÞóÇáó ÃóÃóÞúÑóÑúÊõãú æóÃóÎóÐúÊõãú Úóáóì Ðóáößõãú ÅöÕúÑöí ÞóÇáõæÇú ÃóÞúÑóÑúäóÇ ÞóÇáó ÝóÇÔúåóÏõæÇú æóÃóäóÇú ãóÚóßõã ãøöäó ÇáÔøóÇåöÏöíäó ﴿81﴾
86. E [ricorda] quando Allah strinse un patto con i Profeti [e con i loro seguaci]: “Ogni volta che vi darò libro [celeste] e sapienza, e poi vi giungerà un messaggero, testimone di quello che è con voi, dovrete credergli e aiutarlo”. Disse [allora]: “Confermate e accettate il mio patto su ciò?”. Risposero: “Confermiamo!”, ed Egli disse: “Siate allora testimoni, e anch’Io sarò, con voi, dei testimoni”
Il sacro Corano, dopo aver ricordato l’esistenza di precisi segni di riconoscimento del Profeta dell’Islam nei libri rivelati ai profeti che lo precedettero, in questo versetto afferma: «E [ricorda] quando Allah strinse un patto con i Profeti [e con i loro seguaci]: “Ogni volta che vi darò libro [celeste] e sapienza, e poi vi giungerà un messaggero, testimone di quello che è con voi, dovrete credergli e aiutarlo”». Questo e altri versetti coranici, ci ricordano che i profeti perseguivano gli stessi obiettivi, miravano a un unico fine.
In conclusione ribadisce: “Confermate e accettate il mio patto su ciò?”. Risposero: “Confermiamo!”, ed Egli disse: “Siate allora testimoni, e anch’Io sarò, con voi, dei testimoni”
Ýóãóä Êóæóáøóì ÈóÚúÏó Ðóáößó ÝóÃõæúáóÜÆößó åõãõ ÇáúÝóÇÓöÞõæäó ﴿82﴾
87. E quelli che, dopo [aver accettato] questo [patto], volgeranno le spalle, ebbene, essi saranno gli empi.
Qui il sacro Corano mette in guardia coloro che hanno accettato il patto ricordato nel versetto precedente, dicendo: “E quelli che, dopo [aver accettato] questo [patto], volgeranno le spalle, ebbene, essi saranno gli empi”, e l’ottantesimo versetto della sura “At-tawbaħ” [Il Pentimento] c’insegna che: “In verità, Allah non guida la gente empia”, e il destino di chi non viene guidato da Dio, non è altro che la perdizione e il fuoco dell’Inferno.
ÃóÝóÛóíúÑó Ïöíäö Çááøåö íóÈúÛõæäó æóáóåõ ÃóÓúáóãó ãóä Ýöí ÇáÓøóãóÇæóÇÊö æóÇáÃóÑúÖö ØóæúÚðÇ æóßóÑúåðÇ æóÅöáóíúåö íõÑúÌóÚõæäó ﴿83﴾
88. Desiderano forse altro che la religione di Allah, dal momento che, volente o nolente, chiunque è nei cieli e sulla terra è a Lui sottomesso e verso di Lui [tutti gli esseri] saranno ricondotti?
Tutti gli esseri del cielo e della terra sono sottomessi ad Allah! Molti di questi esseri, in condizioni normali, nascondono questa sottomissione, ma quando si sentono minacciati da un serio pericolo, sono costretti a supplicarLo, e ad invocare il Suo aiuto. Alcuni sono sottomessi anche in condizioni normali, ma tutti sono costretti a sottomettersi quando sono minacciati da seri pericoli. Tutti gli atomi dell’universo sono costretti a seguire le leggi che Iddio ha imposto loro.
1. L’intero creato è sottomesso al Signore Eccelso, e anche l’uomo deve esserlo.
2. L’intero creato esalta il Signore Eccelso, e anche l’uomo deve fare altrettanto.
3. Alla fine tutti dovranno ritornare a Lui, perché quindi non rivolgere dall’inizio la propria esistenza a Lui?
Þõáú ÂãóäøóÇ ÈöÇááøåö æóãóÇ ÃõäÒöáó ÚóáóíúäóÇ æóãóÇ ÃõäÒöáó Úóáóì ÅöÈúÑóÇåöíãó æóÅöÓúãóÇÚöíáó æóÅöÓúÍóÞó æóíóÚúÞõæÈó æóÇáÃóÓúÈóÇØö æóãóÇ ÃõæÊöíó ãõæÓóì æóÚöíÓóì æóÇáäøóÈöíøõæäó ãöä ÑøóÈøöåöãú áÇó äõÝóÑøöÞõ Èóíúäó ÃóÍóÏò ãøöäúåõãú æóäóÍúäõ áóåõ ãõÓúáöãõæäó ﴿84﴾
89. Di’: “Crediamo in Allah e in quello che è stato fatto discendere su di noi e in quello che è stato fatto discendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sugli “Asbât”; e in ciò che è stato dato a Mosè, a Gesù e ai Profeti dal loro Signore: non facciamo alcuna differenza tra loro e a Lui siamo sottomessi”
Come viene ricordato nel versetto 136 della sura “Al-baqaraħ”, Iddio strinse con i profeti che precedettero il profeta Muhammad (S) un patto secondo il quale ognuno di essi avrebbe dovuto credere nel profeta che lo avrebbe seguito, presentarlo alla gente, e sostenerlo, e quest’ultimo avrebbe dovuto credere in tutti i profeti e in tutti i libri rivelati a lui precedenti, e così fu per tutti!
Gli “Asbât” erano le tribù dei figli d’Israele tra le quali v’erano dei profeti.
1. Non bisogna trascurare i servigi resi dal prossimo alla verità.
2. La religione e la guida divina hanno sempre seguito l’uomo, dal primo giorno della sua comparsa. I profeti possono essere paragonati agli insegnanti delle diverse classi, che, di anno in anno, accompagnano gli studenti e li portano a livelli sempre più elevati di istruzione e conoscenza.
3. La superiorità di alcuni profeti su altri non implica che noi non dobbiamo credere in quelli di grado e livello inferiore: il mussulmano deve credere in tutti i profeti inviati dal Signore Eccelso.
æóãóä íóÈúÊóÛö ÛóíúÑó ÇáÅöÓúáÇóãö ÏöíäðÇ Ýóáóä íõÞúÈóáó ãöäúåõ æóåõæó Ýöí ÇáÂÎöÑóÉö ãöäó ÇáúÎóÇÓöÑöíäó ﴿85﴾
90. E chiunque desideri una religione diversa dall’Islam, non gli sarà mai accettata, ed egli nell’aldilà sarà fra i perdenti.
I versetti precedenti hanno descritto la sacra religione islamica e la sua guida, le cui linee principali sono:
1. tutti i profeti che precedettero il Sigillo dei Profeti promisero a Dio di credere nel profeta che li avrebbe seguiti;
2. tutto il creato è sottomesso ad Allah, e non è possibile accogliere altra religione oltre a quella divina;
3. i seguaci dell’Islam credono in tutti i profeti e i libri rivelati dal Signore Eccelso.
È questo dunque l’Islam: “E chiunque desideri una religione diversa dall’Islam, non gli sarà mai accettata, ed egli nell’aldilà sarà fra i perdenti”
ßóíúÝó íóåúÏöí Çááøåõ ÞóæúãðÇ ßóÝóÑõæÇú ÈóÚúÏó ÅöíãóÇäöåöãú æóÔóåöÏõæÇú Ãóäøó ÇáÑøóÓõæáó ÍóÞøñ æóÌóÇÁåõãõ ÇáúÈóíøöäóÇÊõ æóÇááøåõ áÇó íóåúÏöí ÇáúÞóæúãó ÇáÙøóÇáöãöíäó ﴿86﴾ ÃõæúáóÜÆößó ÌóÒóÂÄõåõãú Ãóäøó Úóáóíúåöãú áóÚúäóÉó Çááøåö æóÇáúãóáÂÆößóÉö æóÇáäøóÇÓö ÃóÌúãóÚöíäó ﴿87﴾ ÎóÇáöÏöíäó ÝöíåóÇ áÇó íõÎóÝøóÝõ Úóäúåõãõ ÇáúÚóÐóÇÈõ æóáÇó åõãú íõäÙóÑõæäó ﴿88﴾ ÅöáÇøó ÇáøóÐöíäó ÊóÇÈõæÇú ãöä ÈóÚúÏö Ðóáößó æóÃóÕúáóÍõæÇú ÝóÅöäøó Çááå ÛóÝõæÑñ ÑøóÍöíãñ ﴿89﴾
91. Come può mai Allah guidare [sulla retta via] uomini che diventano miscredenti dopo aver creduto e testimoniato che il Messaggero è [messaggero di] verità e dopo che sono loro giunte le chiare prove [del Signore]? Allah non guida la gente iniqua!
92. Il loro castigo è che su di essi pesa la maledizione di Allah, degli angeli e di tutti gli uomini.
93. Eterni saranno in essa [in questa condizione] e [il castigo] non sarà loro alleviato e non verrà loro dato del tempo;
94. eccetto coloro che poi si pentiranno e si emenderanno: in verità, Allah è clemente e benevolo.
Uno degli anşâr (dei mussulmani di Medina), uccise un innocente, e per paura di essere punito dalle leggi dell’Islam, fuggi alla Mecca. Undici dei suoi seguaci, che si erano convertiti all’Islam, rinnegarono questa religione. Dopo essere arrivato alla Mecca, si pentì fortemente di quello che aveva fatto, e mandò allora una persona dai suoi parenti per sapere dal sommo Profeta se poteva pentirsi di quello che aveva fatto e rimediare. Fu allora rivelato il primo dei quattro versetti in esame, e disse che il pentimento dell’uomo sarebbe stato accettato a determinate condizioni.
I precedenti versetti ci hanno parlato della sacra religione islamica, dicendo che essa è l’unica religione accetta dal Signore Eccelso, mentre ora, il primo dei versetti in esame, parla di coloro che hanno accettato la religione islamica e poi l’hanno rinnegata – e cioè dei cosiddetti “murtaddûn” – dicendo: “Come può mai Allah guidare [sulla retta via] uomini che diventano miscredenti dopo aver creduto e testimoniato che il Messaggero è [messaggero di] verità e dopo che sono loro giunte le chiare prove [del Signore]? Allah non guida la gente iniqua!”
Perché dunque essi non vengono guidati dal Signore Eccelso? La ragione di ciò è chiara. Essi, attraverso chiari segni, hanno riconosciuto il sommo Profeta, e gli hanno prestato fede, comprendendo, accettando e attestando la natura divina della sua missione. Ebbene, rinnegando la religione islamica commettono invero, coscientemente, una grande ingiustizia, e chi fa coscientemente ingiustizia non è degno di essere guidato da Dio.
L’ultimo versetto in esame apre dinanzi a questi iniqui peccatori la porta del pentimento, permettendo loro di pentirsi e rimediare ai loro errori: il sacro Corano mira sempre a correggere e educare.
Da questo versetto è possibile dedurre che il peccato danneggia la fede umana, e che il credente, dopo il pentimento, deve darsi da fare per riparare la propria fede.
Åöäøó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇú ÈóÚúÏó ÅöíãóÇäöåöãú Ëõãøó ÇÒúÏóÇÏõæÇú ßõÝúÑðÇ áøóä ÊõÞúÈóáó ÊóæúÈóÊõåõãú æóÃõæúáóÜÆößó åõãõ ÇáÖøóÂáøõæäó ﴿90﴾
95. In verità, quelli che diventano miscredenti dopo aver creduto e poi aumentano in miscredenza, il loro pentimento non verrà mai accolto. Quelli sono gli erranti!
È stato detto che questo versetto fu rivelato riguardo ad alcuni della gente del Libro che credettero nel sommo Profeta prima che egli ricevesse la missione da Dio, ma dopo che egli diventò profeta rinnegarono la propria fede.
Nei versetti precedenti il sacro Corano parlava di coloro che si erano pentiti di aver seguito il sentiero dell’errore, e avevano fatto reale penitenza, e per questo Iddio aveva accettato il loro pentimento. In questo versetto si parla invece di coloro il cui pentimento non viene accettato da Signore Eccelso: “In verità, quelli che diventano miscredenti dopo aver creduto e poi aumentano in miscredenza, il loro pentimento non verrà mai accolto. Quelli sono gli erranti!”, ché, in verità, essi hanno perso sia la via di Dio sia la via del pentimento.
Il loro pentimento è apparente. Essi, vedendo la vittoria dei seguaci del bene, si vedono costretti a pentirsi, per salvarsi, ed è ovvio che Iddio non accoglie un simile pentimento.
Åöäøó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇú æóãóÇÊõæÇú æóåõãú ßõÝøóÇÑñ Ýóáóä íõÞúÈóáó ãöäú ÃóÍóÏöåöã ãøöáúÁõ ÇáÃÑúÖö ÐóåóÈðÇ æóáóæö ÇÝúÊóÏóì Èöåö ÃõæúáóÜÆößó áóåõãú ÚóÐóÇÈñ Ãóáöíãñ æóãóÇ áóåõã ãøöä äøóÇÕöÑöíäó ﴿91﴾
96. In verità, quelli che diventano miscredenti e muoiono nella miscredenza, non sarebbe accettato da nessuno di loro nemmeno tutto l’oro che può contenere la terra [se lo offrissero per espiare le proprie colpe]: essi avranno un castigo doloroso e non avranno alcun soccorritore.
Il sacro Corano, in questo nobile versetto, dopo aver esposto il pentimento vano, parla dell’espiazione vana, dicendo: “In verità, quelli che diventano miscredenti e muoiono nella miscredenza, non sarebbe accettato da nessuno di loro nemmeno tutto l’oro che può contenere la terra [se lo offrissero per espiare le proprie colpe]”
È chiaro che la miscredenza vanifica tutte le buone azioni compiute dall’uomo, e nulla può espiare questa gravissima colpa, né in questo mondo né nell’aldilà.
Il versetto si conclude ricordando che: “Essi avranno un castigo doloroso e non avranno alcun soccorritore”
Insomma, nulla è in grado di espiare il loro imperdonabile peccato, essi avranno un cocente castigo, e nulla e nessuno sarà in grado di soccorrerli. Nessun intercessore potrà intercedere per loro, poiché per godere dell’intercessione bisogna almeno essere credenti. In linea di principio, gli intercessori intercedono sempre col permesso divino, e mai potrebbero intercedere in favore di questa indegna gente, poiché, essi intercedono solo in favore delle persone degne. Il Signore Eccelso non permetterà infatti a nessuno di intercedere in favore di alcun indegno miscredente peccatore.
áóä ÊóäóÇáõæÇú ÇáúÈöÑøó ÍóÊøóì ÊõäÝöÞõæÇú ãöãøóÇ ÊõÍöÈøõæäó æóãóÇ ÊõäÝöÞõæÇú ãöä ÔóíúÁò ÝóÅöäøó Çááøåó Èöåö Úóáöíãñ ﴿92﴾
97. Non raggiungerete il bene finché non donerete di ciò che [più] amate, e tutto quello che donate Allah, in verità, lo conosce.
In questo versetto, il sacro Corano ricorda uno dei segni della fede, e cioè il donare, per amor di Allah, di ciò che si ama.
Il termine “birr”, da noi tradotto con “bene”, ha un ampio significato, e abbraccia ogni bene, dalla fede alle rette azioni. A tal proposito, nel versetto 177 della sura Al-baqaraħ leggiamo: “…il bene è [quello di] chi crede in Allah e nel Giorno Estremo, negli angeli, nel Libro e nei Profeti, e dà i [propri] beni, nonostante li ami, ai parenti, agli orfani di padre, ai poveri, all’ibnu-s-sabîl[335], ai mendicanti e per liberare gli schiavi; di chi eleva la şalâħ, dà la zakâħ, di coloro che mantengono le proprie promesse quando promettono, e, in particolare, di coloro che sono pazienti nelle avversità, nelle ristrettezze e in battaglia…”
Perciò il raggiungimento del bene ha delle condizioni, una delle quali è l’elargizione dei beni che più si ama, e questo tipo di elargizione è uno dei criteri di valutazione della fede e della personalità dell’individuo.
In conclusione, il versetto, per attirare l’attenzione dei benéfici, afferma: “…e tutto quello che donate Allah, in verità, lo conosce”
1. Abû Talhaħ Al’anşariyy possedeva, a Medina, il maggior numero di palme da datteri, ed egli amava il suo giardino più di ogni altro suo bene. Questo giardino era situato di fronte alla Moschea del Profeta, e in esso v’era un limpido corso d’acqua; ogni tanto il sommo Profeta entrava nel giardino e beveva della sua limpida acqua. Questo giardino era così bello e sublime, e dava così abbondanti proventi, che faceva parlare di sé. Quando fu rivelato il versetto in esame, Abû Talhaħ andò dal Messaggero di Allah e gli disse: “Io amo questo giardino più di ogni altra cosa, e voglio donarlo sulla via di Allah”. Il Messaggero di Allah disse allora: “È un buon baratto! Bravo! Ti consiglio però di donare questo giardino ai poveri della tua famiglia”. Egli dunque accettò, e spartì il giardino fra i suoi parenti poveri.
2. Quando la purissima Fatima (A), nella notte del suo sposalizio, fu accompagnata a casa del suo nobile marito Alì (A), una persona gli questuò una veste vecchia e usata. La nobile Fatima, ricordando questo versetto, si cambiò la veste, ne indossò una usata, e donò la sua veste di matrimonio, che era nuova e pulita.
3. Un giorno Abû Zar, uno dei retti compagni del santo Profeta (S), ricevette degli ospiti, e disse loro: “Siccome ho dei problemi, non posso servirvi, prendete dunque uno dei miei cammelli, sgozzatelo e preparatevi del cibo con esso”. Gli ospiti scelsero un cammello magro, e Abû Zar disse: “Perché non avete scelto un cammello grasso e carnoso?”, ed essi dissero: “Lo abbiamo lasciato per il giorno in cui ne avrai bisogno tu”. Abû Zar rispose allora: “Il giorno del mio bisogno sarà quello in cui mi troverò nella mia tomba!”
4. Un giorno Abdullâh Bin Jaºfar si recò in un giardino, nel quale vide un servo nero che lavorava. Appena portarono al servo la sua porzione di cibo, un cane scavalcò il muro del giardino, e si sedette di fronte all’uomo, il quale gli diede un po’ del suo cibo. Il cane allora, con lo sguardo, fece capire all’uomo che voleva dell’altro cibo, e il servo, poco a poco, diede tutto il suo cibo al cane. Gli fu allora chiesto che cosa avrebbe mangiato, ed egli rispose che quel giorno non avrebbe avuto più alcuna porzione di cibo; gli fu allora detto: “Perché dunque hai dato il tuo cibo a quel cane?”, ed egli rispose: “Questo cane non è di questo quartiere, è venuto da lontano, ed aveva fame”. Abdullâh rimase meravigliato dalla generosità di questo servo. Comprò allora il giardino e il servo, liberò quest’ultimo, e gli donò il giardino.
ßõáøõ ÇáØøóÚóÇãö ßóÇäó ÍöÜáÇøð áøöÈóäöí ÅöÓúÑóÇÆöíáó ÅöáÇøó ãóÇ ÍóÑøóãó ÅöÓúÑóÇÆöíáõ Úóáóì äóÝúÓöåö ãöä ÞóÈúáö Ãóä ÊõäóÒøóáó ÇáÊøóæúÑóÇÉõ Þõáú ÝóÃúÊõæÇú ÈöÇáÊøóæúÑóÇÉö ÝóÇÊúáõæåóÇ Åöä ßõäÊõãú ÕóÇÏöÞöíäó ﴿93﴾
98. Ogni cibo era lecito ai figli d’Israele, eccetto quello che Israele stesso si era vietato prima che fosse stata fatta discendere la Torà. Di’: “Portate dunque la Torà e recitatela, se siete sinceri!”
I tafâsîr narrano che i figli d’Israele obiettavano al Profeta dell’Islam che se i suoi insegnamenti erano veramente concordi a quelli dei precedenti profeti Abramo, Mosè, e Gesù, perché allora egli non considerava proibita la carne e il latte del cammello? Fu allora rivelato il versetto in esame, e rispose a questa obiezione, ricordando che: “Ogni cibo era lecito ai figli d’Israele, eccetto quello che Israele stesso si era vietato prima che fosse stata fatta discendere la Torà”
La ragione di questi di divieti, in base a quanto affermano alcuni tafâsîr, era che, per motivi di salute, il nobile Giacobbe, Israele, non mangiava questi cibi (la carne di cammello), e i figli d’Israele interpretarono erroneamente questo suo comportamento come un definitivo divieto religioso per tutti i giudei.
Il versetto si conclude lanciando una sfida ai figli d’Israele: «Di’: “Portate dunque la Torà e recitatela, se siete sinceri!”»
Ýóãóäö ÇÝúÊóÑóìó Úóáóì Çááøåö ÇáúßóÐöÈó ãöä ÈóÚúÏö Ðóáößó ÝóÃõæúáóÜÆößó åõãõ ÇáÙøóÇáöãõæäó ﴿94﴾
99. Ebbene, coloro che, dopo tutto ciò, inventano menzogne contro Allah, quelli dunque sono gli iniqui.
Il sacro Corano, in questo nobile versetto, afferma che ora che essi non hanno accettato la sfida, e si sono rifiutati di leggere la loro stessa Scrittura, e hanno mentito contro Allah, sono di certo iniqui, poiché hanno fatto ciò coscientemente e intenzionalmente.
Þõáú ÕóÏóÞó Çááøåõ ÝóÇÊøóÈöÚõæÇú ãöáøóÉó ÅöÈúÑóÇåöíãó ÍóäöíÝðÇ æóãóÇ ßóÇäó ãöäó ÇáúãõÔúÑößöíäó ﴿95﴾
100. Di’: “Allah ha detto la verità! Seguite dunque la religione di Abramo, che era un hanîf [puro monoteista] e che non fu mai politeista”
Questo versetto si rivolge al sommo Profeta, ordinandogli di dire: “Allah ha detto la verità! Seguite dunque la religione di Abramo, che era un hanîf [puro monoteista] e che non fu mai politeista”
Ora che constatate la mia sincerità, nell’invitarvi all’Islam, seguite dunque la mia religione, che non è altro che la pura e immacolata fede del santo Abramo (A). Egli non fu mai politeista, ed è assurdo che i politeisti arabi si credano seguaci di questo nobile profeta!
Åöäøó Ãóæøóáó ÈóíúÊò æõÖöÚó áöáäøóÇÓö áóáøóÐöí ÈöÈóßøóÉó ãõÈóÇÑóßðÇ æóåõÏðì áøöáúÚóÇáóãöíäó ﴿96﴾
101. In verità, la prima casa che è stata eretta per gli uomini [e per il culto divino] è certamente quella di Bakkaħ, benedetta, guida degli uomini.
Una delle obiezioni che facevano i figli d’Israele ai mussulmani era: “Perché i mussulmani trascurano il Sacro Tempio, costruito 1005 anni fa da Salomone, e adottano la Kaºbaħ come loro qiblaħ”. Questo versetto dà una decisa risposta ai giudei dicendo: “In verità, la prima casa che è stata eretta per gli uomini [e per il culto divino] è certamente quella di Bakkaħ, benedetta, guida degli uomini”
Nel tafsîr Al-mîzân leggiamo inoltre che esistono molte tradizioni a proposito del cosiddetto “Dahwu-l’arđ”, che non è in contrasto né con le leggi della natura né con il sacro Corano.
In una tradizione del Nahju-l-balâġaħ, il nobile imam Alì (A) afferma: “Allah prova tutti gli uomini, da Adamo fino all’ultimo, con le pietre della Kaºbaħ”. Da questa tradizione si può facilmente dedurre che la sacra Kaºbaħ esisteva già all’epoca del nobile profeta Adamo (A), e questo conferma dunque quello che dice il versetto in esame: “…la prima casa che è stata eretta per…”
Il sacro Corano e le tradizioni dell’Ahlulbayt (A) si riferiscono alla sacra Kaºbaħ con diverse e significative espressioni, alcune delle quali sono:
1. “La prima casa che è stata eretta per gli uomini [e per il culto divino]” {Sura Ãli ºImrân, v. 96}
2. “Un sostegno per gli uomini” {Sura Al-mã’idaħ, v. 97}
3. “La casa antica” {Sura Al-hajj, v. 29}
4. “Un luogo di riunione e un sicuro rifugio” {Sura Al-baqaraħ, v. 125}
5. “Vessillo dell’Islam” {Nahju-l-balâġaħ}
1. La Kaºbaħ è guida per tutta la gente, perché è la qiblaħ di tutta la gente, esattamente come il sacro Corano e il sommo Profeta, inviati a tutta l’umanità, e quindi guida e luce per tutta l’umanità.
2. Per volere divino la Kaºbah è benedetta, guida la gente alla retta via, e due grandi profeti come Abramo e Ismaele diventano suoi servitori.
3. Il sacro Corano, il sommo Messaggero, e la nobile Kaºbaħ appartengono solo a Dio.
4. La Kaºbaħ è stato il primo luogo della terra a comparire.
5. La Kaºbaħ è stato il primo luogo costruito per il culto divino.
6. La Kaºbaħ non è benedetta solo per i credenti, lo è bensì per tutti gli uomini.
Ýöíåö ÂíóÇÊñ ÈóíøöÜäóÇÊñ ãøóÞóÇãõ ÅöÈúÑóÇåöíãó æóãóä ÏóÎóáóåõ ßóÇäó ÂãöäðÇ æóáöáøåö Úóáóì ÇáäøóÇÓö ÍöÌøõ ÇáúÈóíúÊö ãóäö ÇÓúÊóØóÇÚó Åöáóíúåö ÓóÈöíáÇð æóãóä ßóÝóÑó ÝóÅöäøó Çááå Ûóäöíøñ Úóäö ÇáúÚóÇáóãöíäó ﴿97﴾
102. In essa vi sono chiari segni, [come] il Maqâmu Ibrâhîm [luogo in cui si fermò Abramo], e chi vi entra è al sicuro. Gli uomini debbono ad Allah il pellegrinaggio alla Casa, quelli di loro che abbiano la possibilità di andarvi, e chi [si] rifiuta, ebbene [sappia] che, in verità, Allah non ha alcun bisogno degli uomini.
La Mecca e la Kaºbaħ sono due chiari segni del Signore Eccelso, e la loro storia è piena di straordinari e edificanti eventi. La Kaºbah fu costruita nella santa Mecca da due grandi e celebri profeti, Abramo e suo figlio Ismaele (pace su di loro). L’armata di Abrahaħ, la Gente dell’Elefante, che aveva deciso di distruggere questo sacro edificio, fu sterminata con un miracolo divino, attraverso stormi di uccelli. Il muro della Kaºbaħ si aprì per permettere alla madre del santo Alì (A) di farlo nascere in essa, di far nascere colui che alcuni anni dopo l’avrebbe ripulita degli idoli degli empi idolatri. Bilâl, il nero servo abissino, dinanzi agli sbalorditi occhi dei notabili della Mecca, salì sul tetto della Kaºbaħ, e recitò l’azân. E un giorno il dodicesimo Imam si manifesterà accanto ad essa, e da quel sacro luogo inizierà la sua rivoluzione mondiale.
La Mecca è un luogo sicuro, e chiunque vi entri è al sicuro. Chiunque entri nella Moschea Sacra della Mecca, è al sicuro, e nessuno ha il diritto di fargli del male; in essa anche un assassino deve essere rispettato, non può essere ucciso e maltrattato; è solo possibile metterlo alle strette per costringerlo a uscire da essa.
Accanto alla Kaºbaħ sorge la celebre Stazione di Abramo, che, in base a quanto affermano le tradizioni islamiche, non è altro che la pietra sulla quale salì questo santo profeta per costruire, insieme a Ismaele, il sacro edificio della Kaºbaħ. Su questa pietra sono rimaste le impronte dei piedi di Abramo. Questa pietra, e le impronte presenti su di essa, sono dei segni dell’onnipotenza divina.
Il Signore Eccelso invita la gente allo hajj, a fare visita, compiendo determinati riti, ai sacri luoghi della Mecca, il più importante dei quali è la Moschea Sacra, che contiene la santa Kaºbah. Hajj significa intenzione accompagnata da azione, mentre mahajjaħ si usa per indicare la via dritta che porta l’individuo alla sua meta. Nell’Islam, hajj significa andare alla Mecca per compiere particolari riti.
Certo, la Kaºbaħ è il luogo in cui sono presenti i segni di Allah, in cui si manifesta la Sua onnipotenza, è il luogo in cui si riuniscono i credenti mussulmani per esaltare Iddio, e dimostrarGli tutta la propria devozione.
1. Nella Kaºbaħ è possibile trovare chiari segni di Dio.
2. L’Islam offre in un punto di questa vasta terra, un sicuro rifugio, ove gli oppressi possono trovare riparo, e annunciare a tutto il mondo le ingiustizie che subiscono.
3. Allah non impone a nessuno doveri ineseguibili.
4. Chi nega o trascura lo hajj, è miscredente. In una tradizione, narrata dall’opera “Man Lâ Yahđuruh Al-faqîh”, il sommo Profeta (S) dice ad Alì (A): “Colui che trascura lo hajj, mentre può andarvi, è miscredente, chi rimanda continuamente, senza un valido motivo, lo hajj, finché non lo coglie la morte, è come se fosse morto giudeo o cristiano”
5. Eseguire lo hajj, significa accettare l’invito di Dio e del nobile Abramo (A). Non a caso, il primo rito dello hajj, è la recitazione della significativa formula del “labbayk”
6. Allah è autosufficiente, e non ha bisogno dei nostri atti di adorazione, siamo noi che abbiamo bisogno di prestarGli culto, e che traiamo vantaggio dal prestarGli ubbidienza.
7. Questo è l’unico versetto nel quale è stato esposto l’obbligo dello hajj per coloro che sono in grado di compierlo.
Þõáú íóÇ Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö áöãó ÊóßúÝõÑõæäó ÈöÂíóÇÊö Çááøåö æóÇááøåõ ÔóåöíÏñ Úóáóì ãóÇ ÊóÚúãóáõæäó ﴿98﴾
103. Di’: “O gente del Libro, perché negate i segni di Allah, quando Allah è testimone di quello che fate?”
Il versetto, con questa domanda, biasima la gente del Libro, per fare loro comprendere che sono in errore. Inoltre, se credessero veramente che Iddio è testimone di quello che fanno, non negherebbero invero i Suoi segni.
Þõáú íóÇ Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö áöãó ÊóÕõÏøõæäó Úóä ÓóÈöíáö Çááøåö ãóäú Âãóäó ÊóÈúÛõæäóåóÇ ÚöæóÌðÇ æóÃóäÊõãú ÔõåóÏóÇÁ æóãóÇ Çááøåõ ÈöÛóÇÝöáò ÚóãøóÇ ÊóÚúãóáõæäó ﴿99﴾
104. Di’: “O gente del Libro, perché distogliete dalla via di Allah quelli che hanno creduto, desiderandola ‘storta’? Eppure voi siete testimoni [che essa è la retta via]!”. E Allah non è [certamente] ignaro di quello che fate.
Dopo averli biasimati per la loro miscredenza, in questo versetto, il sacro Corano afferma, con tono deciso e biasimante: «Di’: “O gente del Libro, perché distogliete dalla via di Allah quelli che hanno creduto, desiderandola ‘storta’? Eppure voi siete testimoni [che essa è la retta via]!”. E Allah non è [certamente] ignaro di quello che fate»
1. I vostri nemici si danno continuamente da fare per traviarvi.
2. I vostri nemici sanno che voi siete nel giusto.
3. I nemici dell’Islam sappiano che Allah non è certamente ignaro di quello che fanno.
4. Chi crede veramente che Allah osserva continuamente quello che gli uomini fanno, non pecca, non trasgredisce la Sua legge.
íóÇ ÃóíøõåóÇ ÇáøóÐöíäó ÂãóäõæóÇú Åöä ÊõØöíÚõæÇú ÝóÑöíÞðÇ ãøöäó ÇáøóÐöíäó ÃõæÊõæÇú ÇáúßöÊóÇÈó íóÑõÏøõæßõã ÈóÚúÏó ÅöíãóÇäößõãú ßóÇÝöÑöíäó ﴿100﴾
105. O voi che credete, se obbedirete ad alcuni di quelli cui fu dato il Libro, essi vi faranno ritornare miscredenti, dopo che avete creduto.
In diversi tafâsîr leggiamo che un giorno Šas Bin Qays, che era un giudeo, vedendo l’affetto e l’amicizia esistente fra i mussulmani di Medina, soprattutto fra le tribù degli Aws e dei Ķazraj, si rattristò profondamente, e disse dentro di sé: “In passato, queste due tribù erano in guerra fra di loro, ma oggi, con la guida e la direzione di Muhammad (S), vivono insieme pacificamente, e se questa guida continuerà ad esistere, distruggerà il giudaismo”. Egli iniziò dunque a tramare per distruggere la pace esistente tra le due tribù, e mandò, a tal proposito, un giovane fra di loro, per ricordare ai membri delle due tribù la loro passata inimicizia, e le vicende delle battaglie che avevano combattuto in passato, per riaccendere l’odio e di ricreare l’ostilità fra di loro, e poco mancò che ciò avvenisse. Il Messaggero di Allah con le sue acquietanti parole, li mise al corrente delle trame del nemico giudeo, e riportò la calma tra i membri delle due tribù, i quali deposero le armi, e si abbracciarono, piansero, e si pentirono di quello che avevano fatto.
Alcuni esegeti sono dell’idea che il versetto in esame, assieme ai due precedenti, sia stato rivelato in questa occasione, per biasimare la gente del Libro e ammonire i mussulmani.
æóßóíúÝó ÊóßúÝõÑõæäó æóÃóäÊõãú ÊõÊúáóì Úóáóíúßõãú ÂíóÇÊõ Çááøåö æóÝöíßõãú ÑóÓõæáõåõ æóãóä íóÚúÊóÕöã ÈöÇááøåö ÝóÞóÏú åõÏöíó Åöáóì ÕöÑóÇØò ãøõÓúÊóÞöíãò ﴿101﴾
106. E come potreste diventare miscredenti, dal momento che vi si recitano i versetti di Allah e avete fra voi il Suo Messaggero? E chi si “afferra” ad Allah è sicuramente guidato alla retta via.
La gente si travia e diventa miscredente o perché non conosce la retta via, o per la mancanza di una guida divina che la guidi su di essa. Ma quando esiste la retta via e la guida divina, come può allora esistere deviazione?
Appoggiarsi e fare affidamento su Allah è il miglior metodo per allontanare da sé le tentazioni e le deviazioni.
1. Ognuno può appoggiarsi e fare affidamento su Allah.
2. La legge non è sufficiente a eliminare le deviazioni e la miscredenza, è necessaria anche una guida divina.
3. Fare affidamento su altri all’infuori di Allah è una deviazione.
4. La cosa più importante è trovare la retta via e seguirla con decisione.
5. L’affidamento su Allah dà dei risultati certi.
6. Fare affidamento su Allah è una decisa azione accompagnata da una scelta consapevole, e, in realtà, significa mettersi in viaggio con gli amici di Dio sulla Sua sacra via.
íóÇ ÃóíøõåóÇ ÇáøóÐöíäó ÂãóäõæÇú ÇÊøóÞõæÇú Çááøåó ÍóÞøó ÊõÞóÇÊöåö æóáÇó ÊóãõæÊõäøó ÅöáÇøó æóÃóäÊõã ãøõÓúáöãõæäó ﴿102﴾
107. O voi che credete, temete Allah come deve essere temuto e badate di non morire se non da musulmani.
Ogni virtù, come la fede, la sapienza, e il timor di Dio, ha dei livelli di perfezione, dal primo ed elementare livello, a quello della perfezione assoluta. Ad esempio, nel sacro Corano leggiamo: “O mio Signore, aumentami in sapienza”, mentre la supplica Makârim Al’aķlâq afferma: “O Signore, porta la mia fede al massimo livello di perfezione”, e in questo versetto leggiamo: “Temete Allah come deve essere temuto”. In una tradizione dell’imam Şâdiq (A) leggiamo: “Bisogna temere Allah, ubbidendoGli e non disubbidendoLo, ricordandoLo sempre e non dimenticandoLo mai, ringraziandoLo e non dimostrandosi mai ingrati dinanzi ai Suoi doni”