Back Index Next

COMMENTO

Dopo aver raccontato la storia di Gesù (A), il sacro Corano, in questo versetto, dice al nobile Profeta dell’Islam: “Ecco quello che ti recitiamo dei [Nostri] segni e del Saggio Ricordo”, discesi sotto forma di versetti coranici, liberi da ogni forma di deviazione e superstizione, mentre gli altri hanno mescolato alla storia della vita di questo grande profeta (il Messia) assurde menzogne e superstizioni.

VERSETTO 59

Åöäøó ãóËóáó ÚöíÓóì ÚöäÏó Çááøåö ßóãóËóáö ÂÏóãó ÎóáóÞóåõ ãöä ÊõÑóÇÈò Ëöãøó ÞóÇáó áóåõ ßõä Ýóíóßõæäõ ﴿59﴾

64.       In verità, per Allah, Gesù è simile ad Adamo, che Egli creò dalla polvere, poi gli disse: “Sii!” ed egli fu.

COMMENTO

Un gruppo di cristiani si recarono a Medina, e andarono dal sommo Profeta (S). Essi discutendo col Messaggero di Allah, affermarono che la miracolosa nascita di Gesù (A), nato senza padre, era un segno della sua divinità. Fu così rivelato il versetto, e confutò questa assurda affermazione, ricordando loro la ancora più incredibile e miracolosa creazione di Adamo (A) – nato senza padre e madre – che essi non consideravano però una divinità, ma creatura e servo di Allah.

OSSERVAZIONI

1.            Uno degli efficaci metodi per convincere gli oppositori, è quello di usare, nelle argomentazioni contro di loro, premesse che essi stessi accettano (essi accettavano che Adamo era una creatura di Dio, nonostante fosse nato senza padre e senza madre).

2.            Il miglior metodo per invitare la gente alla verità è quello che si basa sulla narrazione degli eventi storici, sulle esperienze del passato, e sugli esempi pratici.

3.            La potenza di Allah non ha limiti.

VERSETTO 60

ÇáúÍóÞøõ ãöä ÑøóÈøößó ÝóáÇó Êóßõä ãøöä ÇáúãõãúÊóÑöíäó ﴿60﴾

65.       [Questa è] la verità [che proviene] dal tuo Signore, non essere dunque dei dubbiosi!

COMMENTO

Il termine “mumtarîn”, da noi tradotto con “dubbiosi”, deriva dalla radice “miryaħ”, che significa “dubbio”. Questo versetto è identico al versetto 147 della sura Al-baqaraħ, e ci fa comprendere che la parola vera e salda non può che derivare dal Signore Eccelso, che è saldo e vero. Dall’uomo in preda alle passioni, schiavo degli istinti, non può di certo derivare alcuna parola e legge solida e vera.

OSSERVAZIONI

1.       Non esiste saldezza, costanza e verità, se non nel sentiero, nel verbo e nella legge di Allah.

2.       Non bisogna farsi intimorire dal numero dei nemici e degli oppositori, dai loro sforzi, dalle loro ricchezze e dalla loro propaganda: “…non essere dunque dei dubbiosi”

VERSETTO 61

Ýóãóäú ÍóÂÌøóßó Ýöíåö ãöä ÈóÚúÏö ãóÇ ÌóÇÁßó ãöäó ÇáúÚöáúãö ÝóÞõáú ÊóÚóÇáóæúÇú äóÏúÚõ ÃóÈúäóÇÁäóÇ æóÃóÈúäóÇÁßõãú æóäöÓóÇÁäóÇ æóäöÓóÇÁßõãú æóÃóäÝõÓóäóÇ æÃóäÝõÓóßõãú Ëõãøó äóÈúÊóåöáú ÝóäóÌúÚóá áøóÚúäóÉõ Çááøåö Úóáóì ÇáúßóÇÐöÈöíäó ﴿61﴾

66.       E a quelli che disputano con te riguardo a lui [Gesù], dopo ciò che ti è giunto della sapienza, di’: “Venite, chiamiamo i nostri figli e i vostri figli, le nostre donne e le vostre donne, noi stessi e voi stessi, e preghiamo invocando la maledizione di Allah sui mendaci”

COMMENTO

Questo nobile versetto, per il termine “nabtahil” che compare in esso, viene chiamo Versetto della Mubâhilaħ. “Mubâhilaħ” significa liberarsi dalle passioni, rivolgere la propria esistenza a Dio, e supplicare e chiedere umilmente a Dio di maledire e rovinare i seguaci del falso.

Nei tafâsîr sciiti e sunniti, in alcune raccolte di ahâdiŝ e in alcuni libri di storia islamica, leggiamo che nell’anno nono dell’egira, il sommo Profeta (S) incaricò alcuni mussulmani di diffondere il messaggio dell’Islam nella zona di Najrân, nello Yemen. I cristiani di Najrân, inviarono allora a Medina un gruppo di persone per discutere col nobile Profeta (S). Dopo lunghe discussioni i cristiani di Najrân, si dimostravano scettici, e, adducendo scuse, si rifiutavano di accettare le verità esposte dal santo Messaggero di Allah. Fu allora rivelato il versetto in esame, e disse: «E a quelli che disputano con te riguardo a lui [Gesù], dopo ciò che ti è giunto della sapienza, di’: “Venite, chiamiamo i nostri figli e i vostri figli, le nostre donne e le vostre donne, noi stessi e voi stessi, e preghiamo invocando la maledizione di Allah sui mendaci”»

Appena i cristiani sentirono questa proposta si guardarono sbigottiti, e chiesero al santo Profeta (S) del tempo per riflettere e consultarsi su questa proposta. Lasciarono dunque il Profeta e iniziarono a consultarsi.

Il maggiorente dei cristiani disse: “Voi accettate la proposta, e se vedete che il Profeta si presenta con una grande e chiassosa folla, ebbene, non preoccupatevi, non vi succederà nulla, ma se egli si presenta con poche persone, allora astenetevi dal confrontarvi con loro, e conciliatevi con lui”

Nel Giorno della Mubâhilaħ i cristiani videro il sommo Profeta presentarsi all’appuntamento accompagnato da due bambini, e un giovane uomo e una giovane donna. I due bambini erano i nobili nipoti del santo Profeta (S), Hasan e Husaîn (pace su di loro); il giovane uomo era Alì Bin Abi Tâlib (A), cugino paterno e genero del Profeta, e la giovane donna era l’immacolata figlia del Messaggero di Allah, Fatima (A), la Splendente.

Il maggiorente dei cristiani disse: “Io vedo dei volti che se chiedessero a Dio di staccare la montagna da terra, sarebbero esauditi. Se queste persone ci malediranno, non rimarrà un solo cristiano sulla faccia della terra”. Si arresero dunque, e rinunciarono a confrontarsi con il sommo Profeta, e accettarono di conciliarsi, dando ai mussulmani duemila manti, ognuno dei quali valeva quaranta dracme…[331]

Questa storia è stata narrata anche nelle esegesi coraniche e nelle principali fonti sunnite.

In base ad alcune tradizioni, il Giorno della Mubâhilaħ era il 24 o 25 del mese di zu-l-hajjaħ, e la Mubâhilaħ si svolse in una località che all’epoca si trovava fuori della città di Medina, mentre oggi è parte di questa santa città, e in essa sorge una moschea chiamata “Masjidu-l’ijâbaħ”, che dista all’incirca due chilometri dalla celebre Moschea del Profeta (A).

Alcune tradizioni provano che anche noi possiamo fare Mubâhilaħ con i seguaci del falso. A tal proposito, nel tafsîr Nuru-ŝ-ŝaqalayn, esiste una tradizione del nobile imam Şâdiq (A), nella quale l’Imam ha fatto delle prescrizioni su tale questione.

Nel secondo volume dell’opera “Al’usûl Min Al-kâfî”, nel capitolo dedicato alla Mubâhilaħ, sono state narrate cinque tradizioni su tale questione, nelle quali questa pratica è stata permessa ai credenti, dopo tre giorni di digiuno di purificazione spirituale, in una particolare ora del giorno, e con specifiche modalità.

OSSERVAZIONI

1.       Il sommo Profeta usa l’espressione noi stessi” per indicare il nobile Alì (A).

2.       La minaccia è l’ultimo strumento in grado di far accettare la verità a chi si ostina dinanzi alla perfetta logica, alla solida e rigorosa argomentazione e ai palesi miracoli.

3.       L’ultimo efficace mezzo a disposizione del credente per sconfiggere i nemici, è la duºaħ (preghiera).

4.       Il vero credente e seguace della verità, resistendo dinanzi ai miscredenti e ai seguaci del falso, è in grado di costringerli alla resa.

5.       Allah e il Suo Messaggero con la Mubâhilaħ, hanno dimostrato che l’Ahlulbayt, la nobile e sacra Famiglia del Profeta, aiuta il Profeta in ogni occasione, condivide con lui ogni minaccia e pericolo, ed è pronta a continuare la sua opera.

VERSETTO 62

Åöäøó åóÜÐóÇ áóåõæó ÇáúÞóÕóÕõ ÇáúÍóÞøõ æóãóÇ ãöäú ÅöáóÜåò ÅöáÇøó Çááøåõ æóÅöäøó Çááøåó áóåõæó ÇáúÚóÒöíÒõ ÇáúÍóßöíãõ ﴿62﴾

67.       In verità, questa è la vera storia [del Messia]. Non c’è nessuna divinità all’infuori di Allah e, in verità, Allah, Egli, è l’Invincibile, il Saggio.

COMMENTO

Dopo aver raccontato la storia della vita del santo Gesù (A), questo versetto ribadisce con assoluta decisione che: “In verità, questa è la vera storia [del Messia]”, e non le empie calunnie dei cristiani, che credono che questo devoto servo di Allah sia Dio stesso o Suo figlio.

Mentono, bestemmiano coloro che dicono che Gesù è Dio, è chiara e profonda eresia affermare che Gesù è figlio di Dio!! La verità, è quella rivelata al sommo Profeta, è quella che rivela il sacro Corano, e cioè che Gesù, servo di Dio, è nato, senza padre, da una pura e casta vergine, Maria, per santo volere di Allah, con un Suo sacro miracolo.

Il versetto continua ribadendo: “Non c’è nessuna divinità all’infuori di Allah”, e ricordando che: “In verità, Allah, Egli, è l’Invincibile, il Saggio”. Certo, far nascere un uomo da sola madre, senza padre, non è nulla di fronte alla Sua onnipotenza. Ebbene, solo Allah è degno di essere adorato!

VERSETTO 63

ÝóÅöä ÊóæóáøóæúÇú ÝóÅöäøó Çááøåó Úóáöíãñ ÈöÇáúãõÝúÓöÏöíäó ﴿63﴾

68.       Se dunque volgono le spalle, ebbene, in verità, Allah ben conosce i corruttori.

COMMENTO

Questo versetto minaccia coloro che si rifiutano di accettare le verità esposte nei versetti precedenti a proposito del nobile Gesù (A), dicendo che se con tutte queste chiare prove e palesi segni, ancora si rifiutano di accogliere e ammettere la verità, ebbene, essi, in verità, non amano, non cercano la verità. Certo, Allah conosce meglio di chiunque altro i corruttori, coloro che non seguono la verità e che traviano la gente.

VERSETTO 64

Þõáú íóÇ Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö ÊóÚóÇáóæúÇú Åöáóì ßóáóãóÉò ÓóæóÇÁ ÈóíúäóäóÇ æóÈóíúäóßõãú ÃóáÇøó äóÚúÈõÏó ÅöáÇøó Çááøåó æóáÇó äõÔúÑößó Èöåö ÔóíúÆðÇ æóáÇó íóÊøóÎöÐó ÈóÚúÖõäóÇ ÈóÚúÖÇð ÃóÑúÈóÇÈðÇ ãøöä Ïõæäö Çááøåö ÝóÅöä ÊóæóáøóæúÇú ÝóÞõæáõæÇú ÇÔúåóÏõæÇú ÈöÃóäøóÇ ãõÓúáöãõæäó ﴿64﴾

69.       Di’: “O gente del Libro, aderite a una parola comune tra noi e voi: [decidiamo di] non adorare altri che Allah, non associarGli nulla, e [di fare in modo] che nessuno di noi si scelga divinità alcuna che non sia Allah”. Ebbene, se volgono le spalle, dite: “Siate testimoni che noi siamo ‘mussulmani’ [sottomessi al Dio Unico]”

COMMENTO

INVITO ALL’UNITÀ

I versetti precedenti invitavano la gente all’Islam in particolare, mentre questo versetto invita i seguaci delle religioni monoteistiche a convergere su ciò che hanno fra di loro in comune: «Di’: “O gente del Libro, aderite a una parola comune tra noi e voi: [decidiamo di] non adorare altri che Allah, non associarGli nulla, e [di fare in modo] che nessuno di noi si scelga divinità alcuna che non sia Allah”»

Il sacro Corano, con questo metodo di argomentazione, ci vuole insegnare che: “Se alcuni non sono disposti a collaborare con voi in tutti i sacri obiettivi della religione, sforzatevi per lo meno di farli collaborare nel raggiungimento degli obiettivi comuni, e da ciò costruire una solida base per raggiungere tutte le altre sacre mete”

Il versetto si conclude dicendo che se essi, dopo questo ragionevole e saggio invito al monoteismo, continuano a volgere le spalle: «Dite: “Siate testimoni che noi siamo ‘mussulmani’ [sottomessi al Dio Unico]”», mentre invece voi non lo siete! Perciò, il vostro rifiuto della verità, non ha il minimo effetto su di noi, e noi continuiamo con decisione a percorrere la nostra strada, che è il sentiero dell’Islam. Prestiamo culto solo e solamente all’unica divinità esistente, Allah, e accettiamo solo le Sue leggi.

VERSETTO 65

íóÇ Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö áöãó ÊõÍóÂÌøõæäó Ýöí ÅöÈúÑóÇåöíãó æóãóÇ ÃõäÒöáóÊö ÇáÊøóæÑóÇÉõ æóÇáÅäÌöíáõ ÅöáÇøó ãöä ÈóÚúÏöåö ÃóÝóáÇó ÊóÚúÞöáõæäó ﴿65﴾

70.       O gente del Libro, perché polemizzate a proposito di Abramo, mentre la Torà e il Vangelo non sono discesi se non dopo di lui? Non capite dunque?

COMMENTO

Tanto i giudei, quanto i cristiani consideravano Abramo loro patriarca, e la polemica su tale questione era così accesa che il sacro Corano disse che Abramo non era né giudeo né cristiano. Questo versetto confuta le loro affermazioni dicendo: “Come fate a dire che Abramo, vissuto prima della rivelazione della Torà e del Vangelo, era seguace di questi libri? Come può avere seguaci un libro celeste che ancora non è stato rivelato? Non capite dunque? Non vi rendete conto che le vostre affermazioni vanno contro a palesi e sicure verità storiche? Non siete disposti nemmeno a riflettere su questo?”

VERSETTO 66

åóÇÃóäÊõãú åóÄõáÇÁ ÍóÇÌóÌúÊõãú ÝöíãóÇ áóßõã Èöåö Úöáãñ Ýóáöãó ÊõÍóÂÌøõæäó ÝöíãóÇ áóíúÓó áóßõã Èöåö Úöáúãñ æóÇááøåõ íóÚúáóãõ æóÃóäÊõãú áÇó ÊóÚúáóãõæäó ﴿66﴾

71.       Certo, voi siete gli stessi che polemizzate riguardo a ciò che conoscete [riguardo a Gesù]. Ma perché polemizzate su ciò di cui non avete conoscenza alcuna [su Abramo]? Allah sa e voi non sapete.

COMMENTO

Questo versetto è un avvertimento alla gente del Libro, alla quale dice: “Voi polemizzate inutilmente e cavillate riguardo a ciò che ben conoscete, ad esempio, voi ben sapete che Gesù aveva come voi determinati bisogni materiali – mangiava, beveva, dormiva ecc. – nonostante ciò avete continuato a polemizzare su di lui: alcuni di voi lo hanno considerato mendace, altri figlio di Dio. Oppure avete polemizzato sul Profeta dell’Islam, nonostante le vostre Scritture, la Torà e il Vangelo, contenessero in modo chiaro e inequivocabile i suoi segni di riconoscimento. Voi che polemizzate fra di voi su ciò che ben conoscete, e non riuscite ad accordarvi, perché allora vi permettete di discutere e polemizzare su ciò che non conoscete, come, ad esempio, la fede del santo profeta Abramo (A)? Sappiate che Allah sa quel che voi non sapete. Interrogate dunque il Suo Messaggero e il Suo Verbo, e di certo conoscerete la verità!”

VERSETTO 67

ãóÇ ßóÇäó ÅöÈúÑóÇåöíãõ íóåõæÏöíøðÇ æóáÇó äóÕúÑóÇäöíøðÇ æóáóßöä ßóÇäó ÍóäöíÝðÇ ãøõÓúáöãðÇ æóãóÇ ßóÇäó ãöäó ÇáúãõÔúÑößöíäó ﴿67﴾

72.       Abramo non era giudeo e nemmeno cristiano, ma un hanîf [puro monoteista] ‘mussulmano’ [sottomesso a Dio]; egli non fu mai politeista.

COMMENTO

Hanaf” significa “tendere alla verità”, al contrario “janaf” significa “tendere al falso”. Perciò “hanîf” è colui che tende alla verità, segue il vero.

Gli idolatri e i politeisti usano impropriamente questo termine per indicare se stessi.

Questo versetto ricordando la parola “mussulmano” dopo “hanîf”, da una parte ci fa comprendere che il santo Abramo non fu mai politeista, e dall’altra chiarisce il significato del termine hanîf.

VERSETTO 68

Åöäøó Ãóæúáóì ÇáäøóÇÓö ÈöÅöÈúÑóÇåöíãó áóáøóÐöíäó ÇÊøóÈóÚõæåõ æóåóÜÐóÇ ÇáäøóÈöíøõ æóÇáøóÐöíäó ÂãóäõæÇú æóÇááøåõ æóáöíøõ ÇáúãõÄúãöäöíäó ﴿68﴾

73.       In verità, i più vicini ad Abramo sono sicuramente quelli che lo hanno seguito, questo Profeta e quelli che hanno creduto. Allah è protettore dei credenti.

COMMENTO

Da questo versetto è possibile dedurre che i legami di fede, sono superiori ai legami di sangue e a quelli relativi alla razza, alla tribù e al popolo di appartenenza. Coloro che pensano e credono allo stesso modo, e hanno obiettivi comuni, sono fra di loro più vicini di quanto non lo siano, ad esempio, a quei loro parenti che differiscono da loro nel pensiero, nella fede e negli obiettivi.

In una tradizione, il santo imam Şâdiq (A) dice al figlio di ºUmar Bin Yazîd: “Giuro su Allah, che voi siete della Famiglia di Muhammad (S)”, e poi recita il versetto in esame.[332]

In una tradizione, il sommo Profeta (S) dice a proposito di Salmân il Persiano: “Salmân appartiene a noi, all’Ahlulbayt”[333]

OSSERVAZIONI

1.       Il principale legame tra la gente e la guida divina è quello religioso, non quello tribale, razziale, nazionale ecc.

2.       È l’ubbidienza che determina la vicinanza di un credente a un profeta.

3.       Il santo Profeta dell’Islam e i mussulmani seguono la stessa linea di Abramo, si comportano come lui, e perseguono i suoi stessi obiettivi.

4.       Il tafsîr Majmaºu-l-bayân narra la seguente tradizione: “Amico di Muhammad (S) è chi presta ubbidienza ad Allah, anche se è lontano da lui dal punto di vista della parentela. Nemico di Muhammad (S) è invece chi disubbidisce ad Allah, anche se è suo parente”

VERSETTO 69

æóÏøóÊ ØøóÂÆöÝóÉñ ãøöäú Ãóåúáö ÇáúßöÊóÇÈö áóæú íõÖöáøõæäóßõãú æóãóÇ íõÖöáøõæäó ÅöáÇøó ÃóäÝõÓóåõãú æóãóÇ íóÔúÚõÑõæäó ﴿69﴾

74.       A una parte della gente del Libro piacerebbe, potendo, traviarvi, mentre non traviano che se stessi, e non capiscono!

COMMENTO

Il termine “tã’ifaħ” deriva dalla radice “tawâf”, e indica un gruppo di persone che per rimanere al sicuro dal pericolo delle bestie feroci e dei banditi, per continuare a vivere, migrano insieme d’estate e d’inverno.[334]

Questo e i successivi tre versetti, trattano l’argomento dell’aggressione culturale e del complotto contro la religione di Dio. Il versetto in esame parla dell’odio di alcuni della gente del Libro verso i mussulmani, e nel versetto successivo si parla della loro ostinatezza e miscredenza. Il versetto settantuno della presente sura parla invece del loro falsificare e occultare la verità. Il quarto dei sopraccitati versetti espone poi una vile tattica, un aggressione culturale di un gruppo della gente del Libro, derivante da anime nere e tenebrose, e mirante a mettere in discussione, a negare, a occultare le verità divine, e a deviare la gente dalla retta via.

OSSERVAZIONI

1.       Per rimanere al riparo da pericoli e minacce, è necessario conoscere bene il nemico e i suoi scopi.

2.       Coloro che cercano di deviare la gente, si macchiano dei seguenti peccati: inganno, falsità, ira, calunnia e complotto.

3.       Uno degli obiettivi dei nemici dell’Islam è quello di deviare moralmente e intellettualmente i mussulmani.

4.       Bisogna sempre giudicare onestamente.

5.       Il pericolo dell’aggressione intellettuale e culturale è uno dei maggiori pericoli per la società islamica.

6.       Non fatevi ingannare dalle false dimostrazioni di amicizia dei vostri nemici, poiché essi, in cuor loro, non vogliono che la vostra rovina.

VERSETTO 70

íóÇ Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö áöãó ÊóßúÝõÑõæäó ÈöÂíóÇÊö Çááøåö æóÃóäÊõãú ÊóÔúåóÏõæäó ﴿70﴾

75.       O gente del Libro, perché negate i segni di Allah, quando voi stessi siete testimoni [che tali segni sono presenti anche nella Torà e nel Vangelo]?

COMMENTO

Forse questo versetto si riferisce alle liete novelle date dalla Torà e dal Vangelo a proposito del sommo Profeta (S). In effetti, giudei e cristiani, grazie alle loro sacre Scritture, conoscevano benissimo il nobile Profeta, ma al fine di preservare la propria posizione sociale, e salvaguardare i loro interessi materiali, ebbene, negarono tutti quei palesi segni, quelle chiare prove.

VERSETTO 71

íóÇ Ãóåúáó ÇáúßöÊóÇÈö áöãó ÊóáúÈöÓõæäó ÇáúÍóÞøó ÈöÇáúÈóÇØöáö æóÊóßúÊõãõæäó ÇáúÍóÞøó æóÃóäÊõãú ÊóÚúáóãõæäó ﴿71﴾

76.       O gente del Libro, perché rivestite di falso il vero e occultate la verità, mentre [ben la] conoscete?

COMMENTO

La storia è piena di gente disonesta, di islamisti, orientalisti, storici e studiosi deviati, che hanno sempre distorto le verità divine, e falsificato i princìpi e i precetti del sacro Islam, allontanando così la gente da questa pura, perfetta e salvante religione. Questo versetto si riferisce a parte di questa empia ed iniqua gente.

VERSETTO 72

æóÞóÇáóÊ ØøóÂÆöÝóÉñ ãøöäú Ãóåúáö ÇáúßöÊóÇÈö ÂãöäõæÇú ÈöÇáøóÐöíó ÃõäÒöáó Úóáóì ÇáøóÐöíäó ÂãóäõæÇú æóÌúåó ÇáäøóåóÇÑö æóÇßúÝõÑõæÇú ÂÎöÑóåõ áóÚóáøóåõãú íóÑúÌöÚõæäó ﴿72﴾

77.       E una parte della gente del Libro dice: “All’inizio del giorno credete in quello che è stato fatto discendere su coloro che credono, e alla fine del giorno rinnegatelo: forse così si ricrederanno [rinnegando la propria religione].

COMMENTO

Un giorno, dodici dotti giudei, per allontanare i credenti dalla loro fede, decisero di andare, di mattina, dal sommo Profeta, e convertirsi all’Islam, rinnegando però questa sacra religione a fine giorno, dicendo: “Noi abbiamo visto Muhammad, ma egli è diverso da come lo descrivono la Torà e il Vangelo”

Essi con questo intrigo volevano far credere alla gente che se l’Islam fosse una buona religione, e fosse stata confermata dalla religioni precedenti, i dotti e i seguaci delle religioni rivelate non l’avrebbero mai rinnegata. Quegli empi con questo vile piano miravano, da una parte, a deviare i mussulmani, e, dall’altra, a impedire ai giudei di convertirsi all’Islam. Allah però, rivelando il versetto in esame, rovinò il loro piani, e preservò la gente dalle loro insidie.

OSSERVAZIONE

1.       Bisogna stare in guardia dai falsi e dagli ipocriti che s’infiltrano nella società islamica per danneggiare l’Islam e i mussulmani.

2.       I mussulmani non devono essere ingenui.

3.       La nostra fede deve essere talmente solida da non poter essere danneggiata dall’apostasia di alcune persone.

4.       Il Signore Eccelso nei momenti difficili e delicati svela e palesa gli intrighi dei nemici della Sua religione.

VERSETTO 73

æóáÇó ÊõÄúãöäõæÇú ÅöáÇøó áöãóä ÊóÈöÚó Ïöíäóßõãú Þõáú Åöäøó ÇáúåõÏóì åõÏóì Çááøåö Ãóä íõÄúÊóì ÃóÍóÏñ ãøöËúáó ãóÇ ÃõæÊöíÊõãú Ãóæú íõÍóÂÌøõæßõãú ÚöäÏó ÑóÈøößõãú Þõáú Åöäøó ÇáúÝóÖúáó ÈöíóÏö Çááøåö íõÄúÊöíåö ãóä íóÔóÇÁ æóÇááøåõ æóÇÓöÚñ Úóáöíãñ ﴿73﴾

78.       Credete solo a quelli che seguono la vostra religione (Di’: “In verità, la [vera] guida è quella di Allah), affinché non venga data ad altri una cosa simile a quella che è stata data a voi; oppure possano argomentare contro di voi davanti al vostro Signore”. Di’: “In verità la grazia è [tutta] nelle mani di Allah, che la dà a chi vuole. Allah è immenso e sapiente.

COMMENTO

Fra la gente del Libro gli uni facevano agli altri determinate raccomandazioni, la prima delle quali era di prestare fede solo ai seguaci della loro religione. Allah ordinò di rispondere loro dicendo che la vera guida è quella che viene da Allah, e non è assolutamente una prerogativa del vostro credo, e voi siete faziosi e settari.

La seconda raccomandazione era di non credere che Dio abbia dato ad altri quello che ha dato ai giudei: la profezia deve rimanere nelle mani dei figli d’Israele, e non deve passare agli Arabi!

La terza raccomandazione era di non credere che esista qualcuno in grado di discutere con loro presso il loro Signore, e di credere fermamente che la migliore logica era la loro.

Il Signore Eccelso rispose loro dicendo al Suo Messaggero di dire che la grazia è tutta nelle mani di Allah, e che Egli la dà a chi vuole, e che non è prerogativa di nessun popolo, di nessuna razza.

Il versetto si conclude dicendo: “Allah è immenso e sapiente”

OSSERVAZIONI

1.             I nemici dell’Islam, nell’attuare i loro complotti, si raccomandano a vicenda di fare ogni cosa segretamente.

2.             I nemici dell’Islam si considerano superiori ai mussulmani.

3.             La grazia divina non è prerogativa di nessun popolo.

4.             L’Islam condanna il settarismo.

VERSETTO 74

íóÎúÊóÕøõ ÈöÑóÍúãóÊöåö ãóä íóÔóÇÁ æóÇááøåõ Ðõæ ÇáúÝóÖúáö ÇáúÚóÙöíãö ﴿74﴾

79.       Egli riserva la Sua misericordia a chi vuole Lui. Allah possiede grazia immensa”

COMMENTO

I giudei avevano la pretesa di essere il popolo che riceveva la maggior grazia e misericordia divina, mentre ciò non era assolutamente vero, poiché Allah sa meglio di chiunque altro a chi concedere la Sua grazia e la Sua misericordia, e a chi affidare la Sua missione. Egli elegge tra i Suoi servi, il migliore, il più degno, e gli concede la Sua speciale misericordia e grazia. La grazia e la misericordia del Signore è infinita, e la Sua saggezza sceglie ed elegge coloro che sono degni di tale grazia immensa, di questa infinita misericordia.

VERSETTO 75

æóãöäú Ãóåúáö ÇáúßöÊóÇÈö ãóäú Åöä ÊóÃúãóäúåõ ÈöÞöäØóÇÑò íõÄóÏøöåö Åöáóíúßó æóãöäúåõã ãøóäú Åöä ÊóÃúãóäúåõ ÈöÏöíäóÇÑò áÇøó íõÄóÏøöåö Åöáóíúßó ÅöáÇøó ãóÇ ÏõãúÊó Úóáóíúåö ÞóÂÆöãðÇ Ðóáößó ÈöÃóäøóåõãú ÞóÇáõæÇú áóíúÓó ÚóáóíúäóÇ Ýöí ÇáÃõãøöíøöíäó ÓóÈöíáñ æóíóÞõæáõæäó Úóáóì Çááøåö ÇáúßóÐöÈó æóåõãú íóÚúáóãõæäó ﴿75﴾

80.       Tra la gente del Libro ci sono alcuni che, se affidi loro un qintàr [una pelle di bue piena d’oro], te lo rendono e altri che se affidi loro un solo dinar, non te lo rendono, a meno che tu non stia loro addosso [per riaverlo]. E ciò perché dicono: “Non abbiamo obblighi verso gli ummiyyin [coloro che non appartengono alla gente del Libro]”, sapendo bene che [in questo modo] dicono menzogne contro Allah.

COMMENTO

I vizi e le virtù sono costanti. Ad esempio, la fedeltà è sempre cosa buona, mentre il tradimento è riprovevole, sempre e rispetto a chiunque.

Giustificare un peccato è peggio del peccato stesso: essi usurpavano i beni della gente, e giustificavano questo loro turpe atto dicendo che Dio lo consente.

VERSETTO 76

Èóáóì ãóäú ÃóæúÝóì ÈöÚóåúÏöåö æóÇÊøóÞóì ÝóÅöäøó Çááøåó íõÍöÈøõ ÇáúãõÊøóÞöíäó ﴿76﴾

81.       Certo, chi è fedele ai propri impegni ed è timorato [d’Allah], ebbene [sappia che], in verità, Allah ama i timorati.

COMMENTO

Allah ama coloro che sono fedeli ai propri impegni e sono timorati. Quelli della gente del Libro che credono di essere i diletti di Dio, quelli che non fanno che parlare, e non fanno seguire le rette azioni alle loro parole, leggano attentamente questo versetto, riflettano, e sappiano chi sono i veri diletti del Signore Eccelso!

VERSETTO 77

Åöäøó ÇáøóÐöíäó íóÔúÊóÑõæäó ÈöÚóåúÏö Çááøåö æóÃóíúãóÇäöåöãú ËóãóäðÇ ÞóáöíáÇð ÃõæúáóÜÆößó áÇó ÎóáÇóÞó áóåõãú Ýöí ÇáÂÎöÑóÉö æóáÇó íõßóáøöãõåõãõ Çááøåõ æóáÇó íóäÙõÑõ Åöáóíúåöãú íóæúãó ÇáúÞöíóÇãóÉö æóáÇó íõÒóßøöíåöãú æóáóåõãú ÚóÐóÇÈñ Ãóáöíãñ ﴿77﴾

82.       In verità, quelli che svendono a vil prezzo il patto di Allah e i loro giuramenti, non avranno alcun profitto nell’aldilà. Allah non parlerà loro, né li guarderà nel Giorno della Resurrezione, non li purificherà e avranno un doloroso castigo.

COMMENTO

Coloro che violano il patto di Allah, vengono colpiti da cinque vere disgrazie:

1.       non avranno alcun profitto nell’aldilà;

2.       Allah non parlerà loro,

3.       né li guarderà nel Giorno della Resurrezione,

4.       non li purificherà,

5.       e avranno un doloroso castigo.

Le tradizioni sciite e sunnite narrano che il sommo Profeta disse: “Chi non rispetta il deposito affidatogli non ha fede, e chi non mantiene la promessa data non ha religione”

VERSETTO 78

æóÅöäøó ãöäúåõãú áóÝóÑöíÞðÇ íóáúæõæäó ÃóáúÓöäóÊóåõã ÈöÇáúßöÊóÇÈö áöÊóÍúÓóÈõæåõ ãöäó ÇáúßöÊóÇÈö æóãóÇ åõæó ãöäó ÇáúßöÊóÇÈö æóíóÞõæáõæäó åõæó ãöäú ÚöäÏö Çááøåö æóãóÇ åõæó ãöäú ÚöäÏö Çááøåö æóíóÞõæáõæäó Úóáóì Çááøåö ÇáúßóÐöÈó æóåõãú íóÚúáóãõæäó ﴿78﴾

83.       In verità, tra loro ci sono alcuni che torcono le proprie lingue al [la lettura del] Libro, affinché voi crediate che ciò [che recitano] è parte del Libro [la Torà], mentre non fa parte del Libro. Dicono: “Proviene da Allah!”, mentre invece non proviene da Allah, e così dicono menzogne contro Allah, ben sapendo [che tutto ciò non è stato rivelato da Lui].

COMMENTO

Questo versetto è stato rivelato a proposito di un gruppo di dotti giudei, che falsificavano ciò che la Torà riportava a proposito del nobile Profeta dell’Islam (A), e attribuivano le loro menzogne al Signore Eccelso, alterando le verità della sacra Torà con le loro empie lingue.

Questo versetto ricorda un’altra parte dei crimini commessi dai dotti della gente del Libro ai danni della religione di Dio: “In verità, tra loro ci sono alcuni che torcono le proprie lingue al [la lettura del] Libro, affinché voi crediate che ciò [che recitano] è parte del Libro [la Torà], mentre non fa parte del Libro”

Essi inoltre, non si limitavano a ciò, ma con estrema sfrontatezza, dicevano: “Proviene da Allah!”, mentre invece non erano che le loro menzogne!

Poi il sacro Corano ribadisce che: “Così dicono menzogne contro Allah, ben sapendo [che tutto ciò non è stato rivelato da Lui]”

Da questo versetto e da quelli precedenti è altresì possibile dedurre quanto siano pericolosi i dotti deviati per la gente.

VERSETTO 79

ãóÇ ßóÇäó áöÈóÔóÑò Ãóä íõÄúÊöíóåõ Çááøåõ ÇáúßöÊóÇÈó æóÇáúÍõßúãó æóÇáäøõÈõæøóÉó Ëõãøó íóÞõæáó áöáäøóÇÓö ßõæäõæÇú ÚöÈóÇÏðÇ áøöí ãöä Ïõæäö Çááøåö æóáóÜßöä ßõæäõæÇú ÑóÈøóÇäöíøöíäó ÈöãóÇ ßõäÊõãú ÊõÚóáøöãõæäó ÇáúßöÊóÇÈó æóÈöãóÇ ßõäÊõãú ÊóÏúÑõÓõæäó ﴿79﴾

84.       È impossibile che Allah dia a un uomo il Libro, la sapienza e la missione profetica, e poi questi dica alla gente: “Siate servi miei, anziché di Allah”. Dirà piuttosto: “Siate [veri] rabbini, voi che avete insegnato il Libro e che avete studiato!”

COMMENTO

Si narra che un giorno un uomo andò dal santo Profeta dell’Islam (S), e gli disse: “Noi ti salutiamo come salutiamo il resto della gente, e ciò non ci sembra sufficiente per riverirti, permettici dunque di privilegiarti prosternandoci dinanzi a te”. Il sommo Profeta rispose: “Non è permesso prosternarsi se non dinanzi ad Allah, riverite il vostro profeta solo come un essere umano, conoscendo però i suoi diritti e seguendolo”

Questo versetto confuta e corregge le parole di alcuni della gente del Libro, e ricorda ai cristiani che il profeta Gesù (A) non disse mai di essere una divinità, e riprende coloro che volevano considerare il profeta Muhammad (S) una divinità, esponendo il seguente argomento: «È impossibile che Allah dia a un uomo il Libro, la sapienza e la missione profetica, e poi questi dica alla gente: “Siate servi miei, anziché di Allah”»

Il santo Profeta dell’Islam e gli altri nobili profeti divini, non hanno mai detto di essere divinità, invitando la gente a adorarli, queste sono bensì le eresie di gente ignorante e deviata.

Poi aggiunge: «Dirà piuttosto: “Siate [veri] rabbini, voi che avete insegnato il Libro e che avete studiato!”», e adorate solo Allah!

Certo, i santi nunzi divini non hanno mai oltrepassato i confini della servitù al loro sublime Signore, e sono sempre stati i più sottomessi e umili dinanzi a Lui.

Dalla frase citata poc’anzi, è possibile dedurre che i profeti non miravano solo a guidare e istruire la gente comune, ma curavano anche la guida e l’istruzione dei dotti e dei sapienti, al fine di illuminare la società con fede, scienza e sapienza.

VERSETTO 80

æóáÇó íóÃúãõÑóßõãú Ãóä ÊóÊøóÎöÐõæÇú ÇáúãóáÇóÆößóÉó æóÇáäøöÈöíøöíúäó ÃóÑúÈóÇÈðÇ ÃóíóÃúãõÑõßõã ÈöÇáúßõÝúÑö ÈóÚúÏó ÅöÐú ÃóäÊõã ãøõÓúáöãõæäó ﴿80﴾

85.       E non vi ordinerà certo di prendere per dei gli Angeli e i Profeti! Vi ordinerebbe forse la miscredenza dopo che vi siete sottomessi [ad Allah]?