Back Index Next

COMMENTO

La moglie di ºImrân Bin Mâŝân, Hannaħ, era la madre della santa Maria (A), e la nonna materna del nobile Gesù (A). Ella aveva una sorella che era la moglie del nobile Zaccaria (A), e si chiamava Κâº, e suo padre si chiamava Fâqûđ. Di conseguenza, Giovanni e Maria erano cugini (materni).

“Muharrar”, da noi tradotto con “liberato”, significa libero di prestare servizio al Sacro Tempio, votato solo a ciò.

In una tradizione del santo imam Şâdiq (A), leggiamo: «Allah rivelò a ºImrân: “Io ti donerò un figlio benedetto, che guarirà il cieco nato e il lebbroso, e resusciterà il morto, con il permesso di Allah”. Egli informò la propria moglie del fatto, e quando Hannaħ rimase incinta di Maria, disse: “O Signore, io ho invero votato a Te quello che è nel mio ventre, liberato. Accettalo dunque da parte mia…»[330]

La moglie di ºImrân era incline a partorire un maschio, e quando partorì Maria, si vergognò, e disse umilmente: “O Signore, l’ho partorita femmina!”. La moglie di ºImrân affermò ciò con tristezza e rammarico, poiché sperava di partorire un maschio, dal momento che l’aveva votato al Tempio. Disse perciò al Signore Eccelso: “Tu ben sai che la femmina non è uguale al maschio per il voto che ho fatto, la femmina non è in grado di adempiere a quei doveri come può fare il maschio”. Allah esaltò dunque Maria dicendo: “Allah conosce Maria e le importanti cose che la riguardano – delle quali sua madre è ignara – meglio di chiunque altro”

Il versetto si conclude dicendo: “In verità, io l’ho chiamata Maria e pongo lei e la sua progenie sotto la Tua protezione, contro Satana, il Reietto”

Maria significa “donna pia”, e il fatto che la madre di Maria scelse questo nome per la sua creatura, dimostra la sua immensa devozione, e la sua ferma volontà di votarla a Dio e al Tempio Sacro.

VERSETTO 37

ÝóÊóÞóÈøóáóåóÇ ÑóÈøõåóÇ ÈöÞóÈõæáò ÍóÓóäò æóÃóäÈóÊóåóÇ äóÈóÇÊðÇ ÍóÓóäðÇ æóßóÝøóáóåóÇ ÒóßóÑöíøóÇ ßõáøóãóÇ ÏóÎóáó ÚóáóíúåóÇ ÒóßóÑöíøóÇ ÇáúãöÍúÑóÇÈó æóÌóÏó ÚöäÏóåóÇ ÑöÒúÞÇð ÞóÇáó íóÇ ãóÑúíóãõ Ãóäøóì áóßö åóÜÐóÇ ÞóÇáóÊú åõæó ãöäú ÚöäÏö Çááøåö Åäøó Çááøåó íóÑúÒõÞõ ãóä íóÔóÇÁ ÈöÛóíúÑö ÍöÓóÇÈò ﴿37﴾

42.       E così il suo Signore l’accolse di bella accoglienza, la fece crescere di bella crescita e l’affidò a Zaccaria. Ogni volta che egli andava da lei nel tempio trovava un [particolare] cibo vicino a lei. [Un giorno le] disse: “O Maria, da dove ti giunge questo [cibo]?”. Disse: “Da parte di Allah, ché, in verità, Allah sostenta chi vuole senza contare”

COMMENTO

Nonostante la madre di Maria (A) avesse partorito una femmina, il Signore Misericordioso accettò lo stesso il suo voto, e concesse a Maria (A) la grazia di servire il Tempio Sacro, la fece crescere, la educò, e l’affidò al santo Zaccaria (A).

Ogni volta che Zaccaria (A) andava da lei, nel tempio, trovava accanto a lei della frutta fresca e deliziosa, appartenente ad altra stagione. Un giorno le chiese: “O Maria, da dove ti giunge tutto ciò?”, ed ella rispose: “Dal Paradiso”. Questo era un miracolo concesso dal Signore Eccelso alla santa Maria (A).

Il tafsîr Al-kaššâf narra la seguente tradizione del sommo Profeta: «Il sommo Profeta, un giorno, in un periodo di carestia, fu colto dalla fame. Fatima gli mandò allora in dono due pagnotte e un po’ di carne, per farlo felice e onorarlo. Il Profeta si recò, con quel dono, a casa di Fatima, e quando vi entrò, disse: “Vieni da me, figlia mia”, quando Fatima andò dal Profeta, egli scoprì il vassoio, il quale era pieno di pane e carne. Fatima rimase stupita nel vedere quel cibo, e comprese che esso era stato fatto discendere da Dio. Il Profeta chiese allora: “Da dove è venuto questo cibo?”, ed ella rispose: “Da Allah!”. Poi il Profeta chiese: “Ringrazio Iddio che ti ha reso simile alla migliore donna dei figli d’Israele (Maria)”. Poi il Profeta riunì Alì (A), Hasan (A), e Husaîn (A), e tutta la sua famiglia, intorno a quel vassoio, ed essi mangiarono tutti di quel cibo, fino a saziarsi, ma quel cibo non diminuì, come se non fosse stato nemmeno toccato. Fatima (A) dunque lo distribuì tra i vicini»

Allah sostenta chi vuole senza contare, poiché la potenza e i beni divini sono assolutamente illimitati, e non diminuiscono se le Sue creature e i Suoi servi ne godono.

VERSETTI 38 E 39

åõäóÇáößó ÏóÚóÇ ÒóßóÑöíøóÇ ÑóÈøóåõ ÞóÇáó ÑóÈøö åóÈú áöí ãöä áøóÏõäúßó ÐõÑøöíøóÉð ØóíøöÈóÉð Åöäøóßó ÓóãöíÚõ ÇáÏøõÚóÇÁ ﴿38﴾ ÝóäóÇÏóÊúåõ ÇáúãóáÂÆößóÉõ æóåõæó ÞóÇÆöãñ íõÕóáøöí Ýöí ÇáúãöÍúÑóÇÈö Ãóäøó Çááøåó íõÈóÔøöÑõßó ÈöíóÍúíóÜì ãõÕóÏøöÞðÇ ÈößóáöãóÉò ãøöäó Çááøåö æóÓóíøöÏðÇ æóÍóÕõæÑðÇ æóäóÈöíøðÇ ãøöäó ÇáÕøóÇáöÍöíäó ﴿39﴾

43.       Fu là che Zaccaria invocò il proprio Signore, dicendo: “O Signore, concedimi da parte Tua una buona progenie, ché, in verità, Tu sei Colui che ascolta le preghiere”

44.       Ebbene, gli angeli lo chiamarono mentre stava ritto in ŝalâħ nel tempio: “In verità, Allah ti annuncia [la lieta notizia della nascita] di Yahyâ [Giovanni], testimone di Parola [proveniente] da Allah [testimone di Gesù], grande, casto, profeta fra i probi”

COMMENTO

“Hunâlik”, da noi tradotto con “là”, significa “in quel luogo”, dove Zaccaria (A) era seduto vicino a Maria (A), oppure “in quel momento”, in cui Zaccaria constatò la magnifica stazione spirituale di Maria. Certo, fu in quel luogo e in quel momento, che il nobile Zaccaria invocò il suo Signore per avere un figlio, nonostante sua moglie fosse sterile: “O Signore, concedimi da parte Tua una buona progenie, ché, in verità, Tu sei Colui che ascolta le preghiere”. Fu allora che gli angeli, mentre egli era intento a pregare e supplicare Iddio, lo chiamarono e gli dissero: “In verità, Allah ti annuncia [la lieta notizia della nascita] di Yahyâ [Giovanni], testimone di Parola [proveniente] da Allah [testimone di Gesù], grande, casto, profeta fra i probi”

Allah, oltre a dare la lieta novella di Yahyâ (A) a Zaccaria, ne ricorda cinque virtù.

1.            Yahyâ (A) fu testimone di Gesù (A), e gli prestò fede. Egli confermò la missione profetica del Messia, fu il primo testimone di questo santo profeta, e testimoniò che Gesù era la Parola di Allah e lo Spirito di Allah, cosa che deve essere considerata una delle principali cause della diffusione e della manifestazione della profezia di Gesù, poiché Yahyâ era un profeta sincero e probo, e la gente gli credeva, e seguiva il suo esempio.

2.            Yahyâ era superiore alla sua gente in sapienza, devozione, e rettitudine.

3.            Dominava le passioni, ed era puro e retto.

4.            Sarebbe diventato un nobile e sublime profeta. È interessante sapere che Yahyâ diventò profeta nell’infanzia, lo attesta il tredicesimo versetto della Sura di Maria. In molte autentiche tradizioni islamiche, per dimostrare l’imamato degli imam Jawâd (A), Hâdî(A), e Mahdiyy (che Allah affretti la sua nobile manifestazione), che diventarono imam nell’infanzia, si è fatto riferimento a Yahyâ e Gesù, diventati profeti nell’infanzia.

5.            Egli era un profeta fra i probi.

VERSETTO 40

ÞóÇáó ÑóÈøö Ãóäøóìó íóßõæäõ áöí ÛõáÇóãñ æóÞóÏú ÈóáóÛóäöíó ÇáúßöÈóÑõ æóÇãúÑóÃóÊöí ÚóÇÞöÑñ ÞóÇáó ßóÐóáößó Çááøåõ íóÝúÚóáõ ãóÇ íóÔóÇÁ ﴿40﴾

45.       Disse: “O Signore, come potrò avere un figlio, dal momento che la vecchiaia mi ha raggiunto e che mia moglie è sterile?”. [E l’angelo] disse: “È così! Allah fa ciò che vuole”

COMMENTO

Zaccaria, sentendo questa lieta novella fu invaso da immensa gioia, ma non riuscì a nascondere il suo stupore, e chiese: “O Signore, come potrò avere un figlio, dal momento che la vecchiaia mi ha raggiunto e che mia moglie è sterile?”

E Allah, con tono solenne, rispose: “È così! Allah fa ciò che vuole”

E questa breve e solenne frase, sostenuta dall’invincibile volontà divina, convinse Zaccaria.

VERSETTO 41

ÞóÇáó ÑóÈøö ÇÌúÚóá áøöíó ÂíóÉð ÞóÇáó ÂíóÊõßó ÃóáÇøó Êõßóáøöãó ÇáäøóÇÓó ËóáÇóËóÉó ÃóíøóÇãò ÅöáÇøó ÑóãúÒðÇ æóÇÐúßõÑ ÑøóÈøóßó ßóËöíÑðÇ æóÓóÈøöÍú ÈöÇáúÚóÔöíøö æóÇáÅöÈúßóÇÑö ﴿41﴾

46.       Disse [allora Zaccaria]: “O Signore, dammi un segno!”, [e Allah] disse: “Il tuo segno sarà che per tre giorni non potrai parlare alla gente altro che a cenni. Ricorda molto il tuo Signore e glorificaLo alla sera e al mattino”

COMMENTO

Nello stesso modo in cui Abramo (A) chiese al Signore Eccelso di mostrargli un esempio della resurrezione dei morti, per acquistare certezza assoluta, qui Zaccaria chiede a Dio: “O Signore, dammi un segno!”

Allah accolse la richiesta di Zaccaria e disse: “Il tuo segno sarà che per tre giorni non potrai parlare alla gente altro che a cenni”

Zaccaria per tre giorni non riuscì a parlare con la gente, mentre supplicava e pregava molto il suo Signore. Questo straordinario evento era un segno dell’onnipotenza del Signore Altissimo.

VERSETTO 42

æóÅöÐú ÞóÇáóÊö ÇáúãóáÇóÆößóÉõ íóÇ ãóÑúíóãõ Åöäøó Çááøåó ÇÕúØóÝóÇßö æóØóåøóÑóßö æóÇÕúØóÝóÇßö Úóáóì äöÓóÇÁ ÇáúÚóÇáóãöíäó ﴿42﴾

47.       E quando gli angeli dissero: “O Maria, in verità, Allah ti ha prescelta, ti ha purificata ed eletta su tutte le donne del mondo.

COMMENTO

Nei tafâsîr Al-manâr, Al-qurtubiyy, Al-marâġiyy, Ruhu-l-bayân, e nel tafsîr del Razî, leggiamo che le migliori donne del creato sono Maria, Ãsiyaħ, Ķadijaħ e Fatima (pace su di loro).

Le tradizioni dell’Ahlulbayt affermano che Maria (A) era la migliore donna della sua epoca, mentre Fatima (A) è, in assoluto, la migliore donna del creato.

È bene tenere presente che il saggio Signore elegge le Sue creature per le loro virtù e qualità speciali. Elesse, ad esempio, Maria per il suo straordinario timore di Dio, e ne fece la madre di un grande profeta come il Messia.

OSSERVAZIONI

1.       Gli angeli non parlano solo coi profeti: «E quando gli angeli dissero: “O Maria…»

2.       Anche la donna può raggiungere il grado di “waliyyatu-l-Lâh” (diletta di Allah), e ricevere messaggi da Dio attraverso gli angeli divini.

3.       Maria era eletta nelle virtù, e fu eletta su tutte le donne della sua epoca, ecco perché nel versetto il termine “istafâki” compare due volte: …Allah ti ha prescelta…ed eletta su…”

VERSETTO 43

íóÇ ãóÑúíóãõ ÇÞúäõÊöí áöÑóÈøößö æóÇÓúÌõÏöí æóÇÑúßóÚöí ãóÚó ÇáÑøóÇßöÚöíäó ﴿43﴾

48.       O Maria, sii devota al tuo Signore, prosternati e inchinati con coloro che s’inchinano”

COMMENTO

Questo versetto parla di un’altra occasione nella quale gli angeli parlarono con la santa Maria (A): «O Maria, sii devota al tuo Signore, prosternati e inchinati con coloro che s’inchinano”»

VERSETTO 44

Ðóáößó ãöäú ÃóäÈóÇÁ ÇáúÛóíúÈö äõæÍöíåö Åöáóíßó æóãóÇ ßõäÊó áóÏóíúåöãú ÅöÐú íõáúÞõæä ÃóÞúáÇóãóåõãú Ãóíøõåõãú íóßúÝõáõ ãóÑúíóãó æóãóÇ ßõäÊó áóÏóíúåöãú ÅöÐú íóÎúÊóÕöãõæäó ﴿44﴾

49.       Questa è una delle notizie del mondo occulto che Noi ti riveliamo. Tu non eri con loro quando tiravano [a sorte con] i loro calami per stabilire chi dovesse avere la custodia di Maria e non eri presente quando disputavano fra loro.

COMMENTO

Questo versetto racconta altre vicende della storia della nobile Maria (A), dicendo che le cose che ti abbiamo raccontato della storia di Maria e di Zaccaria, sono notizie che appartengono al mondo occulto, poiché nessuna delle precedenti scritture, nella forma alterata in cui si trovavano al momento della rivelazione del sacro Corano, riportavano queste storie.

Il versetto prosegue dicendo: “Tu non eri con loro quando tiravano [a sorte con] i loro calami per stabilire chi dovesse avere la custodia di Maria e non eri presente quando disputavano fra loro”. Certo, il sommo Profeta ha saputo tutte queste cose attraverso la sacra rivelazione divina!

Da questo versetto e dai versetti della sura As-şâffât, che parlano del nobile profeta Yûnus (A), deduciamo che in alcune circostanze è permesso sorteggiare per risolvere situazioni difficili e prendere decisioni.

VERSETTO 45

ÅöÐú ÞóÇáóÊö ÇáúãóáÂÆößóÉõ íóÇ ãóÑúíóãõ Åöäøó Çááøåó íõÈóÔøöÑõßö ÈößóáöãóÉò ãøöäúåõ ÇÓúãõåõ ÇáúãóÓöíÍõ ÚöíÓóì ÇÈúäõ ãóÑúíóãó æóÌöíåðÇ Ýöí ÇáÏøõäúíóÇ æóÇáÂÎöÑóÉö æóãöäó ÇáúãõÞóÑøóÈöíäó ﴿45﴾

50.       [Ricorda] quando gli angeli dissero: “O Maria, in verità, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui [proveniente]: il suo nome è Al-masîh [il Messia], Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’aldilà, uno dei favoriti [di Allah].

COMMENTO

Il sacro Corano chiama il santo Gesù (A), “kalimaħ”, che letteralmente significa “parola”. Nel sacro Corano, “kalimaħ”, assume il significato di “creatura”, come, ad esempio, nel versetto 109 della sura Al-kahf: “Se i mari diventassero inchiostro per scrivere le parole divine, essi si esaurirebbero, ma le parole divine non finirebbero”

Il sacro Corano usa l’aggettivo eminente in questo mondo e nell’aldilà” solo per Gesù (A).

OSSERVAZIONI

1.       La donna può raggiungere gradi spirituali tali che il Signore Eccelso parli con lei attraverso gli angeli.

2.       Allah sceglie il nome dei Suoi diletti prima della loro nascita.

3.       Gesù non è il figlio di Dio, è bensì una Sua creatura, un Suo devoto e nobile servo. Come potrebbe del resto essere figlio di Dio, dal momento che si è formato, è cresciuto nel ventre di Maria, ed è stato da lei partorito.

4.       I figli sono una grazia.

VERSETTO 46

æóíõßóáøöãõ ÇáäøóÇÓó Ýöí ÇáúãóåúÏö æóßóåúáÇð æóãöäó ÇáÕøóÇáöÍöíäó ﴿46﴾

51.       E parlerà alla gente dalla culla [per divino miracolo] e in età adulta [per rivelazione celeste], e sarà tra gli uomini probi”

COMMENTO

Gesù, il santo Messia, parlò alla gente dalla culla, per miracolo divino. Il versetto si conclude con la seguente profezia: “…e in età adulta [per rivelazione celeste], e sarà tra gli uomini probi”

OSSERVAZIONI

1.       Colui che è in grado di donare un figlio a una donna vergine, può far parlare un neonato nella culla.

2.       Allah difende l’onore di una casta donna facendo parlare un bambino in fasce.

3.       Questo miracolo è uno dei segni dell’onnipotenza divina.

4.       Il figlio di una proba donna come Maria non può che essere probo e retto.

5.       Anche un bambino può trasmettere agli uomini il messaggio divino, è il caso di Gesù, Yahyâ, e di alcuni nostri nobili imam, il nono, decimo e dodicesimo imam (pace su di loro)

VERSETTO 47

ÞóÇáóÊú ÑóÈøö Ãóäøóì íóßõæäõ áöí æóáóÏñ æóáóãú íóãúÓóÓúäöí ÈóÔóÑñ ÞóÇáó ßóÐóáößö Çááøåõ íóÎúáõÞõ ãóÇ íóÔóÇÁ ÅöÐóÇ ÞóÖóì ÃóãúÑðÇ ÝóÅöäøóãóÇ íóÞõæáõ áóåõ ßõä Ýóíóßõæäõ ﴿47﴾

52.       [Maria] disse: “O Signore, come potrò mai avere un figlio, dal momento che nessun uomo mi ha mai toccata?”. Disse: “È così! Allah crea ciò che vuole e quando decide una cosa non fa che dirgli: ‘Sii!’, ed essa è”

COMMENTO

La volontà di Allah dona esistenza alle creature; Egli può anche creare senza alcuna causa materiale. Egli che crea e distrugge le cause. A volte dona un effetto a una cosa e a volte lo priva di esso. La comparsa dell’essere, la sua durata, i suoi effetti, la quantità, la specie, e il tempo sono tutte cose che dipendono dalla Sua volontà.

A Zaccaria fu risposto: “Allah fa ciò che vuole”, e a Maria: “Allah crea ciò che vuole”, forse perché è più sorprendente un figlio nato da una donna che non è mai stata con alcun uomo, di un figlio nato da una donna sterile e un uomo anziano.

Perciò quando il Creatore Sublime stabilisce una cosa, e ne ordina l’esistenza non fa altro che dirgli: “Sii!”, ed essa è: “…e quando decide una cosa non fa che dirgli: ‘Sii!’, ed essa è”

OSSERVAZIONI

1.       Iddio crea attraverso cause naturali e non.

2.       La creazione divina attraverso cause non ordinarie non è cosa nuova.

VERSETTO 48

æóíõÚóáøöãõåõ ÇáúßöÊóÇÈó æóÇáúÍößúãóÉó æóÇáÊøóæúÑóÇÉó æóÇáÅöäÌöíáó ﴿48﴾

53.       E gli insegnerà il “kitâb” e la “hikmaħ”, la Torà e il Vangelo.

COMMENTO

I tafâsîr sciiti e sunniti affermano che con “kitâb” s’intende la scrittura, e con “hikmaħ” la conoscenza dei vantaggi, degli svantaggi e degli effetti delle cose.

OSSERVAZIONI

1.            Una guida divina deve avere determinate conoscenze per svolgere i propri doveri, deve essere sapiente, saggia, e deve conoscere perfettamente il Verbo d’Iddio.

2.            In ogni epoca, la guida divina deve conoscere i fatti e le leggi del passato, così come Gesù (A) conosceva la Torà di Mosè.

VERSETTO 49

æóÑóÓõæáÇð Åöáóì Èóäöí ÅöÓúÑóÇÆöíáó Ãóäøöí ÞóÏú ÌöÆúÊõßõã ÈöÂíóÉò ãøöä ÑøóÈøößõãú Ãóäøöí ÃóÎúáõÞõ áóßõã ãøöäó ÇáØøöíäö ßóåóíúÆóÉö ÇáØøóíúÑö ÝóÃóäÝõÎõ Ýöíåö Ýóíóßõæäõ ØóíúÑðÇ ÈöÅöÐúäö Çááøåö æóÃõÈúÑöìÁõ ÇáÃßúãóåó æÇáÃóÈúÑóÕó æóÃõÍúíöÜí ÇáúãóæúÊóì ÈöÅöÐúäö Çááøåö æóÃõäóÈøöÆõßõã ÈöãóÇ ÊóÃúßõáõæäó æóãóÇ ÊóÏøóÎöÑõæäó Ýöí ÈõíõæÊößõãú Åöäøó Ýöí Ðóáößó áÂíóÉð áøóßõãú Åöä ßõäÊõã ãøõÄúãöäöíäó ﴿49﴾

54.       E [ne farà un] messaggero [che manderà] ai figli di Israele [ai quali egli dirà]: “In verità, io vi ho portato un segno da parte del vostro Signore! Creo invero per voi dall’argilla [una cosa] a forma d’uccello, vi soffio dunque sopra e diventa così un uccello, con il permesso di Allah. Guarisco il cieco nato e il lebbroso, e resuscito il morto, con il permesso di Allah. V’informo [inoltre] di ciò che mangiate e di quel che accumulate nelle vostre case. In verità, in [tutto] ciò v’è sicuramente una prova per voi, se siete credenti!

COMMENTO

Questo nobile versetto parla dei miracoli del santo Gesù (A), come profeta inviato ai figli d’Israele.

Egli era stato incaricato di dire loro: “In verità, io vi ho portato un segno da parte del vostro Signore!”

Egli fece diversi e straordinari miracoli con il permesso di Allah. A tal proposito, il sacro Corano afferma: “Creo invero per voi dall’argilla [una cosa] a forma d’uccello, vi soffio dunque sopra e diventa così un uccello, con il permesso di Allah”

Guarì poi, sempre con il permesso di Allah, le malattie gravi e quelle inguaribili: “Guarisco il cieco nato e il lebbroso”

Non v’è dubbio che questi atti, soprattutto per i medici e i dotti di quell’epoca, erano dei chiari e innegabili miracoli.

Il terzo miracolo ricordato nel versetto è: “…e resuscito il morto, con il permesso di Allah”

L’autore del tafsîr Majmaºu-l-bayân afferma che Gesù resuscitò molti morti. Un giorno vide alcuni trasportare un morto in una bara, pregò allora e il morto ritornò in vita, scese dalla bara, si vestì e ritornò a casa, e in seguito ebbe un figlio. Un’altra volta resuscitò una bambina di dieci anni, un giorno dopo la sua morte, la quale, dopo essere stata resuscitata, ritornò a casa, e in seguito si sposò ed ebbe anche dei figli. Anche il sommo Profeta, il Principe dei Credenti, e l’Ahlulbayt (pace su di loro) hanno compiuto simili miracoli. Un giorno uno uomo di Kûfaħ venne nel Ķorâsân, dall’imam Riđâ (A), e disse a questo nobile imam: “O figlio del Messaggero di Allah, la gente di Kûfaħ ha visto il tuo avo, il Principe dei Credenti, fare molti miracoli, ora ti chiedo di fare un miracolo affinché io lo possa portare alla gente di Kûfaħ come regalo”. L’Imam disse: “Cosa devo fare?”. Disse: “Mia madre è morta, ti chiedo di pregare Iddio affinché la resusciti”. Il nobile Imam rispose: “Ritorna a casa, e vedrai tua madre viva”. Quando tornò a Kûfaħ e vide la propria madre viva, informò la gente dell’accaduto.

Alcuni sono dell’idea che la ragione per la quale Gesù (A) compiva questo tipo di miracoli, è che in quell’epoca le scienze mediche avevano raggiunto il culmine del loro sviluppo. Dunque, il Signore Eccelso gli concesse miracoli consoni alle scienze e alle conoscenze dell’epoca, affinché con essi soggiogasse i dotti, e dimostrasse la natura divina della sua missione. Lo stesso avvenne all’epoca di Mosè, nella quale era molto diffusa la stregoneria. Allah concesse a questo santo profeta il miracolo della verga, per annullare i malefici degli stregoni, e per dimostrare loro che erano incapaci di compiere un simile atto. Analogamente, siccome all’epoca del sommo Profeta gli Arabi erano maestri di eloquenza, ebbene il Signore Altissimo concesse al nobile Profeta dell’Islam il sommo miracolo, il sacro Corano, soggiogando e umiliando i sommi maestri di eloquenza arabi.

Il versetto continua ricordando un altro miracolo del Messia (A): V’informo [inoltre] di ciò che mangiate e di quel che accumulate nelle vostre case”, e in conclusione ricorda: “In verità, in [tutto] ciò v’è sicuramente una prova per voi, se siete credenti!”

VERSETTO 50

æóãõÕóÏøöÞðÇ áøöãóÇ Èóíúäó íóÏóíøó ãöäó ÇáÊøóæúÑóÇÉö æóáöÃõÍöáøó áóßõã ÈóÚúÖó ÇáøóÐöí ÍõÑøöãó Úóáóíúßõãú æóÌöÆúÊõßõã ÈöÂíóÉò ãøöä ÑøóÈøößõãú ÝóÇÊøóÞõæÇú Çááøåó æóÃóØöíÚõæäö ﴿50﴾

55.       [Sono stato mandato a essere] testimone della Torà che è stata [rivelata] prima di me e a rendervi lecite parte delle cose che vi erano state proibite. Sono venuto a voi con un segno da parte del vostro Signore. Temete dunque Allah e obbeditemi!

COMMENTO

In questo versetto il Messia (A) rivela parte degli obiettivi della sua sacra missione profetica, dicendo di essere stato mandato per essere testimone della Torà, per confermarne i princìpi e i fondamenti, e per rendere altresì lecite parte delle cose che erano state proibite in precedenza, come la carne del cammello, e alcuni uccelli e pesci.

Poi aggiunge: “Sono venuto a voi con un segno da parte del vostro Signore”, perciò: “Temete dunque Allah e obbeditemi!”

VERSETTO 51

Åöäøó Çááøåó ÑóÈøöí æóÑóÈøõßõãú ÝóÇÚúÈõÏõæåõ åóÜÐóÇ ÕöÑóÇØñ ãøõÓúÊóÞöíãñ ﴿51﴾

56.       In verità, Allah è il mio Signore e il vostro Signore. AdorateLo dunque: questa è la retta via!”

COMMENTO

In questo versetto, il Messia, per eliminare qualsiasi dubbio, e per evitare che alcuni considerino la sua straordinaria nascita come un segno di divinità, afferma con decisione: “In verità, Allah è il mio Signore e il vostro Signore. AdorateLo dunque: questa è la retta via!”. Certo, la via del monoteismo e del culto dell’unica divinità esistente, è ben distinta dal sentiero del politeismo e dell’idolatria!

Più volte, in altri versetti, il santo Messia (A) ha affermato e ribadito il fatto che egli non è altro che un servo di Allah, e contrariamente a quanto si vede nei Vangeli, i quali narrano che Gesù usava il termine “Padre” per indicare Iddio, nel sacro Corano il Messia usa il termine “Rabb” (e termini simili a questo), da noi tradotto con “Signore”, per indicare il Creatore Sublime. Ciò mette in evidenza quanta importanza dava questo nobile nunzio divino alla lotta contro il politeismo e l’idolatria, e che mai avrebbe acconsentito che lo si considerasse una divinità. In effetti, fino a quando egli fu tra la gente, nessuno ebbe il coraggio di considerarlo una divinità, e, in base a quanto affermano ed ammettono gli studiosi cristiani, il dogma della trinità comparse nel terzo secolo dopo Cristo.

VERSETTO 52

ÝóáóãøóÇ ÃóÍóÓøó ÚöíÓóì ãöäúåõãõ ÇáúßõÝúÑó ÞóÇáó ãóäú ÃóäÕóÇÑöí Åöáóì Çááøåö ÞóÇáó ÇáúÍóæóÇÑöíøõæäó äóÍúäõ ÃóäÕóÇÑõ Çááøåö ÂãóäøóÇ ÈöÇááøåö æóÇÔúåóÏú ÈöÃóäøóÇ ãõÓúáöãõæäó ﴿52﴾

57.       Quando poi Gesù avvertì in loro la miscredenza, disse: “Chi sono i miei ausiliari sulla via di Allah?”, gli Apostoli dissero: “Noi siamo gli ausiliari di Allah e abbiamo creduto in Allah; sii testimone [del fatto che], in verità, noi siamo sottomessi [ad Allah]!

COMMENTO

Hawwâriyyun, da noi tradotto con “Apostoli”, è il plurale di Hawwâriyy, che significa “colui che cambia strada”. Gli Hawwâriyyun, gli Apostoli, erano coloro che, al tempo di Gesù, abbandonarono il sentiero deviato della gente, per seguire la retta via. Essi erano i diletti discepoli del santo Gesù (A).

Nel Safînatu-l-bihâr leggiamo la seguente tradizione del santo ottavo Imam: “Essi [gli Apostoli] purificarono ed elevarono spiritualmente se stessi, e si sforzarono altresì di purificare gli altri”

Il Kâfî narra la seguente tradizione dell’imam Şâdiq (A): “I discepoli di Gesù, quando si trattò di agire, darsi da fare, sacrificarsi, abbandonarono Gesù, i nostri discepoli sopportano invece ogni tipo di disgrazia, e non si rifiutano mai di prestarci ubbidienza…”

E sulla base della profezia di Mosè, un gruppo di giudei aspettavano l’avvento del Messia, ma quando questi venne, e un gruppo di deviati giudei videro i propri illeciti affari cadere in pericolo a causa sua, solo un limitato numero di persone seguirono questo nobile profeta. Quando poi Gesù avvertì in loro la miscredenza, disse: “Chi sono i miei ausiliari sulla via di Allah?”, e solo un piccolo gruppo di persone, gli Apostoli, lo seguì e gli rimase fedele: «…gli Apostoli dissero: “Noi siamo gli ausiliari di Allah e abbiamo creduto in Allah; sii testimone [del fatto che], in verità, noi siamo sottomessi [ad Allah]!»

È interessante notare che gli Apostoli, al fine di dimostrare la propria fedeltà al Messia, gli dissero: “Noi siamo gli ausiliari di Allah”, e non dissero: “Noi siamo i tuoi ausiliari”. Ciò dimostra allora che le più vicine persone a Gesù lo consideravano servo di Allah e Suo profeta, e non lo credevano assolutamente una divinità.

VERSETTO 53

ÑóÈøóäóÇ ÂãóäøóÇ ÈöãóÇ ÃóäÒóáóÊú æóÇÊøóÈóÚúäóÇ ÇáÑøóÓõæáó ÝóÇßúÊõÈúäóÇ ãóÚó ÇáÔøóÇåöÏöíäó ﴿53﴾

58.       O nostro Signore, abbiamo creduto in quello che hai fatto discendere e abbiamo seguito il [Tuo] Messaggero. Annoveraci dunque fra i Testimoni!”

COMMENTO

In questo versetto il sacro Corano narra delle frasi che dimostrano la perfetta fede monoteista e l’immensa devozione degli Apostoli. Essi offrirono la propria fede al proprio Signore in questo modo: “O nostro Signore, abbiamo creduto in quello che hai fatto discendere”

Ma siccome la fede da sola non bastava, aggiunsero: “…e abbiamo seguito il [Tuo] Messaggero”, e conclusero la loro testimonianza con la seguente supplica: “Annoveraci dunque fra i Testimoni!”

VERSETTO 54

æóãóßóÑõæÇú æóãóßóÑó Çááøåõ æóÇááøåõ ÎóíúÑõ ÇáúãóÇßöÑöíäó ﴿54﴾

59.       E [i giudei] insidiano e anche Allah insidia, [ma] Allah è il migliore degli insidiatori!

COMMENTO

Alcuni, al tempo di Gesù, per impedire a questo nobile profeta divino di diffondere il suo celeste invito, tramarono e tesserono insidie. Avevano persino messo una taglia sul messia, e preparato i preliminari della sua uccisione. Ma il Signore Altissimo allontanò le loro insidie dal santo Gesù, e lo salvò nel migliore dei modi.

OSSERVAZIONI

1.       La volontà divina soggioga e supera quella di chiunque altro.

2.       Il Signore Eccelso soccorre sempre i Suoi amici.

3.       I provvedimenti e le decisioni umane sono le premesse della grazia o dell’ira divina.

VERSETTO 55

ÅöÐú ÞóÇáó Çááøåõ íóÇ ÚöíÓóì Åöäøöí ãõÊóæóÝøöíßó æóÑóÇÝöÚõßó Åöáóíøó æóãõØóåøöÑõßó ãöäó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇú æóÌóÇÚöáõ ÇáøóÐöíäó ÇÊøóÈóÚõæßó ÝóæúÞó ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇú Åöáóì íóæúãö ÇáúÞöíóÇãóÉö Ëõãøó Åöáóíøó ãóÑúÌöÚõßõãú ÝóÃóÍúßõãõ Èóíúäóßõãú ÝöíãóÇ ßõäÊõãú Ýöíåö ÊóÎúÊóáöÝõæäó ﴿55﴾

60.       [Ricorda] quando Allah disse: “O Gesù, in verità, io ti prenderò, ti eleverò a Me e ti purificherò da coloro che sono diventati miscredenti. Porrò quelli che ti seguono al di sopra di quelli  che sono diventati infedeli, fino al Giorno della Resurrezione; poi ritornerete [tutti] verso di Me e allora Io giudicherò, fra voi, di ciò su cui dissentivate.

COMMENTO

Gli esegeti islamici, basandosi sul versetto 157 della Sura delle Donne, affermano che Gesù (A) non è stato ucciso, ma è stato elevato al cielo dal Signore Eccelso. Ciò è confermato anche dal versetto in esame: «[Ricorda] quando Allah disse: “O Gesù, in verità, io ti prenderò, ti eleverò a Me»

Poi aggiunge: “…e ti purificherò da coloro che sono diventati miscredenti”

Questa purificazione, consiste nella liberazione del Messia dagli empi e dai miscredenti, oppure dalle calunnie e dalle insidie che minacciavano questo nobile profeta dopo l’affermazione della sua religione.

Il versetto afferma poi: “Porrò quelli che ti seguono al di sopra di quelli  che sono diventati infedeli, fino al Giorno della Resurrezione”

Questo è un versetto miracoloso, e contiene una delle straordinarie profezie del sacro Corano, il fatto cioè che i seguaci di Gesù (A) saranno sempre superiori ai giudei, che erano nemici di questo santo nunzio divino.

Il versetto si conclude dunque dicendo: “…poi ritornerete [tutti] verso di Me e allora Io giudicherò, fra voi, di ciò su cui dissentivate”. Ossia, le vittorie e i successi ricordati riguardano questo mondo, il giudizio finale e le conseguenze delle azioni compiute verranno nell’aldilà.

VERSETTO 56

ÝóÃóãøóÇ ÇáøóÐöíäó ßóÝóÑõæÇú ÝóÃõÚóÐøöÈõåõãú ÚóÐóÇÈðÇ ÔóÏöíÏðÇ Ýöí ÇáÏøõäúíóÇ æóÇáÂÎöÑóÉö æóãóÇ áóåõã ãøöä äøóÇÕöÑöíäó ﴿56﴾

61.       Quanto poi a coloro che sono diventati miscredenti, li castigherò di duro castigo, in questa vita e nell’aldilà, e non avranno chi li soccorrerà.

COMMENTO

Questo versetto e il successivo narrano quanto fu detto a Gesù (A), ossia, che dopo che gli uomini avranno fatto ritorno al Signore Eccelso, ed Egli li avrà giudicati, gli empi e i probi si divideranno, prenderanno strade diverse, avranno destini differenti: “Quanto poi a coloro che sono diventati miscredenti, li castigherò di duro castigo, in questa vita e nell’aldilà, e non avranno chi li soccorrerà”

VERSETTO 57

æóÃóãøóÇ ÇáøóÐöíäó ÂãóäõæÇ æóÚóãöáõæÇú ÇáÕøóÇáöÍóÇÊö ÝóíõæóÝøöíåöãú ÃõÌõæÑóåõãú æóÇááøåõ áÇó íõÍöÈøõ ÇáÙøóÇáöãöíäó ﴿57﴾

62.       A quelli che invece hanno creduto ed eseguito le rette azioni, [Allah] darà completamente le loro ricompense, e Allah non ama gli iniqui”

COMMENTO

In questo versetto il sacro Corano continua il discorso iniziato nel precedente, e parla del felice destino dei probi credenti: “A quelli che invece hanno creduto ed eseguito le rette azioni, [Allah] darà completamente le loro ricompense”, ribadendo infine che: “Allah non ama gli iniqui”

Insomma, il Signore, che non ama gli iniqui, non commetterà alcuna ingiustizia contro i Suoi servi, e darà completamente la ricompensa delle loro buone azioni.

VERSETTO 58

Ðóáößó äóÊúáõæåõ Úóáóíúßó ãöäó ÇáÂíóÇÊö æóÇáÐøößúÑö ÇáúÍóßöíãö ﴿58﴾

63.       Ecco quello che ti recitiamo dei [Nostri] segni e del Saggio Ricordo.