Back | Index | Next |
In seguito all’invito dei versetti precedenti a seguire gli insegnamenti dei profeti divini, nel primo versetto in esame, il sacro Corano ordina alla gente: “[Dite: “Noi abbiamo assunto] la ‘tinta’ di Allah [abbiamo cioè accettato la Sua religione e ci siamo sottomessi al Suo volere”]! E chi è migliore di Allah nella tinta? Noi adoriamo [solo] Lui!”
In tal modo, il sacro Corano ordina alla gente di abbandonare tutte le altre “tinte”, di trascurare le differenze razziali, sociali, tribali ecc., e assumere solo la “tinta” di Allah.
Gli esegeti scrivono che i cristiani usavano battezzare i propri figli, e, a volte, lo facevano aggiungendo all’acqua una particolare droga di color giallo, e dicevano: “La lavanda con questo particolare colore purifica il neonato dal peccato originale – ereditato da Adamo”
Il sacro Corano confuta decisamente questa affermazione, e raccomanda a questi individui di rinnegare tali superstizioni, che non fanno altro che dividerli dal resto della gente, e unirsi agli altri devoti credenti, assumere la “tinta” di Allah, l’unica in grado di purificarli dal peccato.
Diverse tradizioni del nobile imam Sadiq (A) identificano la “tinta di Allah” con la sacra religione islamica, cosa che non fa che confermare quanto abbiamo sopra affermato.
Dal momento che i giudei e gli altri infedeli, a volte, disputando con i mussulmani, dicevano loro: “Tutti i profeti appartengono a noi, la nostra religione è la piú antica, e il nostro libro [ispirato] è il piú vecchio. Se Muhammad fosse veramente un profeta, dovrebbe essere dei nostri”. A volte poi, dicevano: “La nostra razza è piú adatta di quella araba a ricevere la fede e la rivelazione divina, poiché gli Arabi sono stati idolatri, mentre noi non abbiamo mai adorato idoli”. Si consideravano poi figli di Dio, e credevano di essere gli unici a meritare il Paradiso.
Il nobile Corano confuta decisamente queste eresie dicendo: «Di’: “Polemizzate con noi riguardo ad Allah, mentre Egli è il nostro e vostro Signore?!…»
Certo, Allah non appartiene a nessun popolo, a nessuna razza, è il Signore di tutti gli uomini, di tutto l’universo!
Ricordate inoltre che: “A noi le nostre azioni e a voi le vostre!”, con la differenza che: “Noi siamo devoti a Lui”
Il versetto successivo risponde alle altre eresie di questi empi: «O vorreste forse sostenere che Abramo, Ismaele, Isacco e Giacobbe e gli Asbàt [i profeti della progenie di Giacobbe] erano giudei o cristiani?!”. Di’: “Ne sapete piú voi o Allah?”»
Il Signore Eccelso sa, meglio di chiunque altro, che essi non erano né giudei né cristiani. Anche voi, piú o meno, sapete che molti di questi profeti vissero prima di Mosè e Gesú, e ammesso [e non concesso] che voi non sappiate, perché allora dite menzogne riguardo loro? Perché occultate la verità? Esiste forse persona piú iniqua di chi si comporta come voi? Pensate forse che Allah non veda ciò che fate? Credete veramente che Egli sia ignaro delle vostre empietà? A tal proposito, il sacro Corano afferma: “E chi è piú iniquo di chi nasconde una testimonianza che è presso di lui [e che ha ricevuto] da Allah? E Allah non è ignaro di ciò che fate”
Questa è la triste fine di chi è ostinato, nemico della verità. La superbia e l’ostinatezza portò questa gente a negare le piú palesi verità storiche, considerando, ad esempio, profeti quali Abramo, Isacco e Giacobbe, che vissero e dipartirono prima di Mosè e Gesú, giudei e cristiani, seguaci di questi due nobili profeti.
Come si fa a mentire su cose cosí importanti? Bisogna essere veramente empi per giocare con la religione, con la fede della gente! Ecco perché il sacro Corano li considera i piú iniqui esseri esistenti. Esiste forse peccato piú grave dell’occultare la verità, deviando cosí la gente dal retto sentiero?
Nell’ultimo versetto in esame, risponde in altro modo a questa mendace gente: “Questa è una nazione ormai passata. Avrà quel che s’è guadagnata e voi avrete ciò che vi sarete guadagnati, e non sarà chiesta ragione a voi di ciò che essi facevano”
Certo, una nazione viva trae forza dalle proprie virtú, da ciò di buono che ha, e non dal suo passato, dalla sua storia passata. L’essere umano deve sostenersi con le proprie virtú e rette azioni, e non fare mai affidamento sulle virtú, sui probi atti dei propri avi.
ÓóíóÞõæáõ ÇáÓøõÝóåóÇÁõ ãöäó ÇáäøóÇÓö ãóÇ æóáÇøóåõãú Úóä ÞöÈúáóÊöåöãõ ÇáøóÊöí ßóÇäõæÇ ÚóáóíúåóÇ Þõáú áöáøåö ÇáúãóÔúÑöÞõ æóÇáúãóÛúÑöÈõ íóåúÏöí ãóä íóÔóÂÁõ Åöáóì ÕöÑóÇØò ãõÓúÊóÞöíãò ﴿142﴾
142. Presto, gli stolti diranno: “Che cosa li ha sviati dalla qiblah che avevano prima [Città Santa]?”. Di’: “Ad Allah appartiene l’oriente e l’occidente, Egli guida chi vuole alla retta via”
In questo versetto, il sacro Corano inizia la narrazione di una delle fondamentali vicende della storia dell’Islam: il cambiamento della qiblah. Il sommo Profeta, nei tredici anni successivi all’inizio della sua sacra missione, alla Mecca, e per diversi mesi dopo l’Egira, nella santa città di Medina, per volere e ordine divino, pregò in direzione della Masjidu-l’aqsaa della santa città di Baytu-l-maqdis, dopodiché, la qiblah cambiò: Allah ordinò ai mussulmani di pregare verso la Ka´bah.
Gli esegeti del sacro Corano discordano sulla durata del periodo in cui i mussulmani pregarono verso la prima qiblah, la Masjidu-l’aqsaa, nella santa città di Medina. Le ipotesi fatte vanno da un minimo di sette mesi a un massimo di diciassette. In ogni caso, in questo periodo i giudei biasimavano i mussulmani: Baytu-l-maqdis era la loro qiblah. Essi dicevano: “I mussulmani dipendono dalla nostra qiblah, e questo dimostra che la verità sta dalla parte nostra”
Queste parole mortificavano il sommo Profeta e i mussulmani, i quali, da una parte, dovevano ubbidire al comandamento divino, e, dall’altra, dovevano sopportare le mordaci parole degli empi giudei. Era per questo motivo che in quel periodo il sommo Profeta volgeva spesso il viso verso cielo, forse in attesa della rivelazione che li avrebbe liberati da questa difficile situazione. E finalmente Allah cambiò la qiblah mussulmana: un giorno, l’arcangelo Gabriele, per ordine di Allah, prese il braccio del sommo Profeta, mentre pregava, alla fine della seconda rak´ah [serie] della preghiera di mezzogiorno – nella moschea di Baní Saalim, a Medina – e lo rivolse verso la sacra Ka´bah della santa città della Mecca.
Questo fatto suscitò lo scontento dei giudei, i quali, come al solito, iniziarono immediatamente a obiettare. Essi prima dicevano: “Noi siamo migliori dei mussulmani, poiché essi, dal punto di vista della qiblah, non hanno alcuna indipendenza, e seguono la nostra”, ma ora che i mussulmani hanno una nuova ed esclusiva qiblah, protestano, obiettano, cercano di indebolire la fede dei credenti, di sviarli dal retto sentiero: «Presto, gli stolti diranno: “Che cosa li ha sviati dalla qiblah che avevano prima [Città Santa]?»
E cosí fu: “Perché questi mussulmani hanno abbandonato la qiblah dei precedenti profeti? Se la prima qiblah era giusta, che significato ha questo cambiamento? E se è giusta questa seconda, perché allora hanno pregato per piú di tredici anni verso Baytu-l-maqdis?”
Queste erano le maligne obiezioni che i giudei fecero dopo il cambiamento della qiblah.
Ma il sacro Corano, con la sua perfetta logica, li mise a tacere dicendo: «Di’: “Ad Allah appartiene l’oriente e l’occidente, Egli guida chi vuole alla retta via”»
In realtà, il cambiamento della qiblah, è, sul retto sentiero, una delle tante prove alle quali il Signore Eccelso sottopone i Suoi servi per elevarli e donare loro gradi superiori.
æóßóÐóáößó ÌóÚóáúäóÇßõãú ÇõãøóÉð æóÓóØÇð áöÊóßõæäõæÇ ÔõåóÏóÂÁó Úóáóì ÇáäøóÇÓö æóíóßõæäó ÇáÑøóÓõæáõ Úóáóíúßõãú ÔóåöíÏÇð æóãóÇ ÌóÚóáúäóÇ ÇáúÞöÈúáóÉó ÇáøóÊöí ßõäúÊó Úóáóíúåó ÅöáÇøó áöäóÚúáóãó ãóä íóÊøóÈöÚõ ÇáÑøóÓõæáó ãöãøóäú íóäúÞóáöÈõ Úóáóì ÚóÞöÈóíúåö æÅöä ßóÇäóÊú áóßóÈöíÑóÉð ÅöáÇøó Úóáóì ÇáøóÐöíäó åóÏóì Çááøåõ æóãóÇ ßóÇäó Çááøåõ áöíõÖöíÚó ÅöíãóÇäóßõãú Åöäøó Çááøåó ÈöÇáäøóÇÓö áóÑóÄõæÝñ ÑóÍöíãñ ﴿143﴾
143. E allo stesso modo facemmo di voi una nazione moderata, affinché siate testimoni sulla gente e il Messaggero sia testimone su di voi. Non abbiamo stabilito la qiblah che avevi [Città Santa] se non per distinguere coloro che seguono il Messaggero da coloro che si ‘girano sui propri tacchi’ [si rifiutano di seguirlo]. In verità, questa fu una dura prova, salvo che per quelli che Allah ha guidato. Allah non intende distruggere la vostra fede: Allah è invero compassionevole e benevolo con gli uomini.
Nel versetto in esame vengono esposte alcune delle ragioni del cambiamento della qiblah: “E allo stesso modo facemmo di voi una nazione moderata…”
Certo, Allah ha fatto della nazione islamica una nazione moderata sotto ogni aspetto, aliena da ogni eccesso, da ogni forma di estremismo, una nazione giusta, corretta, seguace del vero, sul retto sentiero.
Anche la qiblah mussulmana era la qiblah di mezzo: i cristiani pregavano, all’incirca, verso oriente, poiché la maggior parte dei popoli cristiani vivevano in Occidente, mentre i giudei, che, per lo piú, vivevano in Assiria, in Babilonia, e nelle zone vicine a questi due paesi, e, in ogni caso ad oriente della santa città di Baytu-l-maqdis, pregavano verso occidente.
La Ka´bah invece, rispetto ai mussulmani dell’epoca, che vivevano a Medina, si trovava a sud, e quindi tra oriente e occidente, in mezzo.
In realtà, tutto ciò può essere dedotto dall’espressione “E allo stesso modo”. In ogni caso, sembra che il sacro Corano voglia ricordare la relazione, il particolare legame esistente tra i programmi, i precetti dell’Islam, dire cioè che le diverse componenti di questa religione sono legate da un unico spirito di completo equilibrio, di perfetta moderazione.
Il nobile Corano aggiunge poi: “…affinché siate testimoni sulla gente e il Messaggero sia testimone su di voi”
Forse, in questo versetto, il sacro Corano vuole anche dire che il popolo mussulmano e il santo Profeta sono esempi per tutta l’umanità. In effetti, i testimoni devono sempre essere scelti tra le persone probe e timorate, che di solito costituiscono un buon esempio di probità e integrità per il resto della gente. In altre parole, il sacro Corano vuole dire che i mussulmani, con la giusta fede e le corrette convinzioni che hanno, con gli insegnamenti divini dei quali possono godere, sono senza dubbio un esempio per tutti i popoli, e il sommo Profeta, somma creatura di Allah, il miglior esempio per i mussulmani e per tutti gli altri esseri umani. Il sacro Verbo d’Allah vuole dire che i mussulmani, seguendo l’Islam, possono essere una perfetta testimonianza del fatto che l’essere umano può essere devoto ad Allah e alla Sua religione, e, allo stesso tempo, darsi da fare per la sua vita materiale, terrena, per stare bene anche in questo mondo. Il vero mussulmano, con la sua fede e la sua devozione, testimonia che è possibile vivere in una società, e, allo stesso tempo, curare la propria vita spirituale. Questo nobile popolo è in grado di dimostrare che religione e scienza, vita terrena e ultraterrena, non solo non sono in antitesi fra di loro, ma si aiutano a vicenda.
Il versetto continua rivelando un’altra delle ragioni del cambiamento della qiblah, un altro dei misteri legati a questo straordinario evento: “Non abbiamo stabilito la qiblah che avevi [Città Santa] se non per distinguere coloro che seguono il Messaggero da coloro che si ‘girano sui propri tacchi’ [si rifiutano di seguirlo]”
Si noti che il sacro Corano non dice: “…coloro che ti seguono…”, ma afferma: “…coloro che seguono il Messaggero…”, per ricordare a tutti il motivo per il quale si deve ubbidienza al santo Messaggero d’Allah. Certo, egli è l’inviato del Signore Eccelso, e deve essere ubbidito: il suo comando è il comando d’Allah!
Poi aggiunge: “In verità, questa fu una dura prova, salvo che per quelli che Allah ha guidato”
Certo, senza guida divina non può esserci sottomissione: riesce a sottomettersi al Signore solo chi viene guidato da Lui! Per chi è realmente, sinceramente, devotamente sottomesso ad Allah, non è difficile ubbidire ai Suoi comandamenti: qualsiasi cosa Egli gli chieda la esegue di buon grado, ubbidisce soddisfatto, senza protestare, senza provare la minima fatica.
Dal momento poi che i nemici tentatori e gli amici ignoranti dell’Islam e dei mussulmani, sostenevano che il cambiamento della qiblah aveva invalidato le precedenti preghiere della gente e i loro passati atti di culto, e aveva distrutto i meriti da loro guadagnati con tali atti di adorazione, alla fine del versetto in esame Allah afferma: “Allah non intende distruggere la vostra fede: Allah è invero compassionevole e benevolo con gli uomini”
ÞóÏú äóÑóì ÊóÞóáøõÈó æóÌúåößó Ýöí ÇáÓøóãÂÁö Ýóáóäõæóáøöíóäøóßó ÞöÈúáóÉð ÊóÑúÖóÇåóÇ Ýóæóáøö æóÌúåóßó ÔóØúÑó ÇáúãóÓúÌöÏö ÇáúÍóÑóÇãö æóÍóíúËõ ãóÇ ßõäúÊõãú ÝóæóáøõæÇ æõÌõæåóßõãú ÔóØúÑóåõ æÅöäøó ÇáøóÐöíäó ÇõæÊõæÇ ÇáúßöÊóÇÈó áóíóÚúáóãõæäó Ãóäøóåõ ÇáúÍóÞøõ ãöä ÑóÈøöåöãú æóãóÇ Çááøåõ ÈöÛóÇÝöáò ÚóãøóÇ íóÚúãóáõæäó ﴿144﴾
144. Abbiamo invero visto il volgersi del tuo viso in cielo [in attesa della rivelazione]. Ebbene, ti volgeremo verso una qiblah della quale sarai soddisfatto. Volgi dunque il volto verso la Masjidu-l-haram [la sacra e famosa moschea della Mecca]! Ovunque siate, rivolgete il volto verso di essa. In verità, coloro a cui è stato dato il Libro, ben sanno che questa è la verità [che viene] dal loro Signore. E Allah non è ignaro di quello che essi fanno.
Come abbiamo già detto, la santa città di Baytu-l-maqdis era la prima e momentanea qiblah dei mussulmani, e il santo Profeta attendeva che discendesse il versetto in esame: “Abbiamo invero visto il volgersi del tuo viso in cielo [in attesa della rivelazione]. Ebbene, ti volgeremo verso una qiblah della quale sarai soddisfatto. Volgi dunque il volto verso la Masjidu-l-haram [la sacra e famosa moschea della Mecca]! Ovunque siate, rivolgete il volto verso di essa…”
In base a quanto affermano le tradizioni islamiche, la qiblah cambiò mentre il sommo Profeta stava eseguendo, davanti ai mussulmani, la preghiera di mezzogiorno, in un momento importante e delicato.
L’arcangelo Gabriele prese le braccia del sommo Profeta e lo girò dalla prima e momentanea qiblah, la santa Baytu-l-maqdis, alla seconda e definitiva, la sacra Ka´bah, e immediatamente anche i credenti che pregavano dietro il sommo Profeta adottarono la nuova qiblah, e si girarono verso la sacra Ka´bah.
In una tradizione islamica leggiamo che, addirittura, donne e uomini si scambiarono i posti durante la preghiera. In effetti, la santa Baytu-l-maqdis si trovava all’incirca a nord, mentre la sacra Ka´bah si trovava esattamente a sud.
Il cambiamento di qiblah era inoltre uno dei chiari segni di riconoscimento del sommo Profeta ricordati dai precedenti libri ispirati. Essi avevano letto nelle proprie scritture che egli avrebbe pregato verso due direzioni. È per questo motivo che il versetto dice: “In verità, coloro a cui è stato dato il Libro, ben sanno che questa è la verità [che viene] dal loro Signore”
Inoltre, il fatto che il sommo Profeta non si fece influenzare dalla consuetudine della generalità delle persone che lo circondavano (che venerava la Ka´bah e la considerava come tempio per eccellenza), e adottò come qiblah quella di una ridotta minoranza, può essere un’ulteriore prova della sua sincerità e della natura divina della sua missione.
Il versetto si conclude dicendo: “E Allah non è ignaro di quello che essi fanno”
Questi empi, al posto di considerare il cambiamento di qiblah come segno della sua sincerità – menzionato anche nelle precedenti sacre scritture – e di annunciare quanto sapevano alla gente, occultavano le verità divine, e facevano baruffa. Ma certamente Allah vede ciò che fanno, conosce i loro pensieri e i loro intenti.
æóáóÆöäú ÃóÊóíúÊó ÇáøóÐöíäó ÇõæÊõæÇ ÇáúßöÊóÇÈó Èößõáøö ÁóÇíóÉò ãóÇ ÊóÈöÚõæÇ ÞöÈúáóÊóßó æóãó ÃóäúÊó ÈöÊóÇÈöÚò ÞöÈúáóÊóåõãú æóãóÇ ÈóÚúÖõåõã ÈöÊóÇÈöÚò ÞöÈúáóÉó ÈóÚúÖò æóáóÆöäö ÇÊøóÈóÚúÊó ÃóåúæóÂÁóåõãú ãöä ÈóÚúÏö ãóÇ ÌóÂÁóßó ãöäó ÇáúÚöáúãö Åöäøóßó ÅöÐÇð áóãöäó ÇáÙøóÇáöãöíäó ﴿145﴾
145. Anche se tu recassi a quelli a cui è stato dato il Libro ogni specie di prova, essi non seguirebbero lo stesso la tua qiblah, e tu non segui la loro né loro seguono gli uni la qiblah degli altri. E se dopo il sapere che ti è giunto, dovessi seguire i loro desideri, allora tu, in verità, diverresti sicuramente un iniquo.
Abbiamo appreso che la gente del Libro era già al corrente del cambiamento della qiblah, e non solo non era convinta del fatto che questo cambiamento fosse sbagliato, ma aveva la certezza della sua natura divina, in quanto, nelle loro stesse scritture questo avvenimento veniva ricordato come uno dei segni dell’avvento del Profeta dell’Islam. Tuttavia, la loro superbia e il loro fanatismo non permise loro di accettare e sottomettersi alla verità.
In linea di principio, l’essere umano fino a quando non s’è creato un pregiudizio su una determinata questione, può convincersi della verità, attraverso il ragionamento, con un miracolo, ecc., ma quando giudica le cose secondo i suoi pregiudizi, soprattutto quando è ignorante e fanatico, non può convincersi di nessuna verità, nemmeno delle piú palesi ed evidenti.
È per questo motivo che il sacro Corano afferma: “Anche se tu recassi a quelli a cui è stato dato il Libro ogni specie di prova, essi non seguirebbero lo stesso la tua qiblah…”
Non stancarti dunque! Essi non si sottometteranno mai alla verità, poiché in essi non v’è alcun amore per essa. Essi sono fanatici, superbi, settari, intolleranti, faziosi!
Purtroppo tutti i profeti divini dovettero affrontare questo tipo di persone: ricchi deviati, dotti avidi, gente comune ignorane e fanatica.
Il versetto aggiunge poi: “…e tu non segui la loro…”, che significa che se essi pensano che facendo baruffa riusciranno a convincerti a riadottare la vecchia qiblah, si sbagliano di grosso! La Ka´bah sarà la vostra qiblah fino alla fine dei tempi! La devono dunque finire di tentare, sobillare gli animi della gente!
Il sacro Verbo di Allah continua dunque dicendo: “…né loro seguono gli uni la qiblah degli altri”
Certo, anche giudei e cristiani dissentono e litigano su tale questione, e non accettano gli uni la qiblah degli altri.
Il sacro versetto ribadisce infine: “E se dopo il sapere che ti è giunto, dovessi seguire i loro desideri, allora tu, in verità, diverresti sicuramente un iniquo”
In diversi punti del sacro Corano troviamo simili minacce rivolte dal Signore eccelso al santo Profeta dell’Islam.
Che significato hanno dunque? Non è forse il sommo Profeta immacolato e infallibile?
Dobbiamo come prima cosa dire che queste minacce mirano a far capire a tutti che la giustizia divina non ammette alcuna eccezione, non favorisce nessuno, tutti sono uguali dinanzi ad essa, anche e soprattutto i profeti. Perciò, ammesso e non concesso (si noti che queste minacce vengono sempre espresse dal Corano attraverso preposizioni condizionali) che il Profeta commetta un peccato, sarebbe punito esattamente come una qualsiasi altra persona. Questa è la giustizia divina!
Oltre a ciò, queste minacce servono anche a mettere in guardia la gente dal sottomettersi alle passioni degli empi, e non farsi mai spaventare da loro.
ÇáøóÐöíäó ÁóÇÊóíúäóÇåõãõ ÇáúßöÊóÇÈó íóÚúÑöÝõæäóåõ ßóãóÇ íóÚúÑöÝõæäó ÃóÈúäóÂÁóåõãú æóÅöäøó ÝóÑöíÞÇð ãöäúåõãú áóíóßúÊõãõæäó ÇáúÍóÞøó æóåõãú íóÚúáóãõæäó ﴿146﴾ ÇáúÍóÞøõ ãöä ÑóÈøößó ÝóáÇó Êóßõæäóäøó ãöäó ÇáúãõãúÊóÑöíäó ﴿147﴾
146. Coloro ai quali abbiamo dato il Libro, lo conoscono [il Profeta dell’Islam] come conoscono i loro figli. In verità, un gruppo di loro nasconde la verità pur conoscendo[la].
147. La verità [è ciò che viene] dal tuo Signore, non essere dunque tra i dubbiosi.
Continuando il discorso iniziato nei versetti precedenti, a proposito dell’ostinatezza e del fanatismo di alcuni giudei e cristiani, il sacro Corano, nel primo versetto in esame, afferma: “Coloro ai quali abbiamo dato il Libro, lo conoscono [il Profeta dell’Islam] come conoscono i loro figli. In verità, un gruppo di loro nasconde la verità pur conoscendo[la]”
Abdullah Bin Salaam (un dotto giudeo, che assieme ad altri giudei si convertí all’Islam nei primi anni dell’avvento di questa sacra religione) disse: “Io lo conosco [il Profeta dell’Islam] meglio di quanto non conosca mio figlio”
Questo versetto svela un’interessante verità: le sacre scritture del passato descrivevano cosí bene le caratteristiche fisiche e spirituali del Profeta dell’Islam che coloro che le possedevano e le leggevano attentamente potevano acquisire di lui una perfetta conoscenza, addirittura superiore a quella che avevano dei propri figli!
È forse possibile che i loro libri non abbiano mai detto alcuna una parola riguardo al Profeta dell’Islam, e nonostante ciò egli abbia apertamente detto loro: “I vostri libri mi hanno descritto completamente!”? Se fosse stato veramente cosí i dotti giudei e cristiani non avrebbero forse intrapreso un’accanita lotta contro il Profeta dell’Islam? Non gli avrebbero forse detto: “Queste sono le nostre scritture! Facci dunque vedere dove, in essi, si parla di te, del tuo nome e dei tuoi attributi!”? In tali condizioni, non è forse vero che nessuno dei dotti giudei e cristiani si sarebbe mai convertito alla religione islamica?
Comprendiamo dunque che questo tipo di versetti provano la sincerità del sommo Profeta, e la natura divina della sua sacra missione.
Il sacro Verbo di Allah, continua ribadendo: “La verità [è ciò che viene] dal tuo Signore, non essere dunque tra i dubbiosi”
Allah, con questa frase intende rincuorare il santo Profeta, e ribadire che tutto ciò che proviene da Lui, è assoluta verità, e che non deve perciò dubitare, non deve assolutamente esitare, deve disinteressarsi delle vuote parole dei suoi nemici, e portare avanti, con assoluta decisione, la sua santa missione.
Per concludere ricordiamo che quanto abbiamo detto a proposito dell’ultima frase del centoquarantacinquesimo versetto, vale anche per questo versetto: in realtà, questo è un consiglio che il Signore Eccelso dà alla gente!
æóáößõáøò æöÌúåóÉñ åõæó ãõæóáøöíåóÇ ÝóÇÓúÊóÈöÞõæÇ ÇáúÎóíúÑóÇÊö Ãóíúäó ãóÇ ÊóßõæäõæÇ íóÃúÊö Èößõãõ Çááøåõ ÌóãöíÚÇð Åöäøó Çááøåó Úóáóì ßõáøö ÔóíúÁò ÞóÏöíÑñ ﴿148﴾
148. Ognuno ha una direzione verso la quale volge il volto. Gareggiate dunque nel [l’eseguire il] bene. [Sappiate che] ovunque siate, Allah vi riunirà tutti. In verità, Allah può tutto.
Questo versetto è, in realtà, un’ulteriore decisa risposta alle obiezioni dei giudei sulla questione del cambiamento della qiblah: “Ognuno ha una direzione verso la quale volge il volto”
Lungo il corso dei secoli, sono esistite diverse qiblah, e non bisogna stupirsi per il cambiamento di qiblah, che, non dimentichiamolo, non è uno dei principi fondamentali e invariabili della religione islamica, e nemmeno una delle invariabili e costanti leggi della natura, dell’universo.
Il sacro Corano invita dunque a perseguire il bene invece di discutere troppo su tale questione: “Gareggiate dunque nel [l’eseguire il] bene”
Lo stesso concetto viene espresso dal centosettantasettesimo versetto della sura in esame: “Il bene non consiste nel volgere i volti verso l’oriente e l’occidente, ma il bene è [quello di] chi crede in Allah e nel Giorno Estremo, negli angeli, nel Libro e nei Profeti, e dà i [propri] beni, nonostante li ami, ai parenti, agli orfani, ai poveri, all’ibnu-s-sabíl [la persona che è in viaggio, e che, per mancanza di mezzi, non è in grado di proseguire], ai mendicanti e per liberare gli schiavi; di chi eleva la salâh, dà la zakâh, di coloro che mantengono le proprie promesse quando promettono, e, in particolare, di coloro che sono pazienti nelle avversità, nelle ristrettezze e in battaglia. Questi sono i sinceri, questi sono i [veri] timorati [di Allah]!”
Il versetto si chiude con una significativa frase, con un ammonimento per i cavillatori, e una lieta novella per i probi: “[Sappiate che] ovunque siate, Allah vi riunirà tutti”
Certo, sarete tutti presenti al Giudizio Universale, buoni e cattivi, per ricevere il premio delle vostre buone azioni o essere puniti per i peccati che avete commesso. Coloro che compiono costantemente il bene ed eseguono le migliori azioni, non sono certamente uguali agli empi che non fanno altro che sobillare e tentare la gente.
Dal momento che alcuni potrebbero considerare incredibile o inverosimile la resurrezione, il Signore Altissimo aggiunge immediatamente: “In verità, Allah può tutto”, frase che può essere considerata l’argomento della precedente: “[Sappiate che] ovunque siate, Allah vi riunirà tutti”
In diverse tradizioni degli Imam (A) leggiamo che la frase “[Sappiate che] ovunque siate, Allah vi riunirà tutti” riguarda i compagni del dodicesimo Imam (A), il Mahdi, che Allah affretti la sua nobile manifestazione.
A titolo d’esempio, citiamo la seguente tradizione del santo imam Baqir (A), riportata nell’opera Rawzatu-l-kaafi: “Il versetto riguarda i trecentotredici compagni del Qaa’im [il dodicesimo Imam]. Giuro su Allah, che sono loro l’Ummatu-l-Ma´dudah! Giuro su Allah, che si riuniranno in poco tempo, al pari di nuvole d’autunno che riempiono il cielo spinte da un forte vento”[191]
In un’altra tradizione, del nobile ottavo Imam (A), leggiamo: “Giuro su Allah, che all’avvento del nostro Qaa’im [il dodicesimo Imam], Allah riunirà intorno a lui, da tutti i luoghi, i nostri seguaci”[192]
Senza dubbio, questo commento del versetto riguarda le cosiddette “profondità” [butun] del sacro Corano, la cui comprensione è possibile solo al sommo Profeta (S), ai nobili Imam, e, in generale, a coloro ai quali Allah ha concesso tale comprensione.
In altre parole, queste tradizioni, in realtà, vogliono dire che se Allah ha il potere di ricostituire i corpi degli uomini e di riunirli per il Giudizio Universale, è, a maggior ragione, in grado di riunire, in un solo istante, tutti i fedeli e sinceri compagni del Mahdi (che Allah affretti la sua manifestazione) al cospetto di questo nobile Imam, per aiutarlo a creare un mondo giusto, libero da ingiustizia e tirannia.
æóãöäú ÍóíúËõ ÎóÑóÌúÊó Ýóæóáøö æóÌúåóßó ÔóØúÑó ÇáúãóÓúÌöÏö ÇáúÍóÑóÇãö æóÅöäøóåõ áóáúÍóÞøõ ãöä ÑóÈøößó æóãóÇ Çááøåõ ÈöÛóÇÝöáò ÚóãøóÇ ÊóÚúãóáõæäó ﴿149﴾ æóãöäú ÍóíúËõ ÎóÑóÌúÊó Ýóæóáøö æóÌúåóßó ÔóØúÑó ÇáúãóÓúÌöÏö ÇáúÍóÑóÇãö æóÍóíúËõ ãóÇ ßõäúÊõãú ÝóæóáøõæÇ æõÌõæåóßõãú ÔóØúÑóåõ áöÆóáÇøó íóßõæäó áöáäøóÇÓö Úóáóíúßõãú ÍõÌøóÉñ ÅöáÇøó ÇáøóÐöíäó ÙóáóãõæÇ ãöäúåõãú ÝóáÇó ÊóÎúÔóæúåõãú æóÇÎúÔóæúäöí æóöáÇõÊöãøó äöÚúãóÊöí Úóáóíúßõãú æóáóÚóáøóßõãú ÊóåúÊóÏõæäó ﴿150﴾
149. E da qualunque luogo tu esca, volgi il tuo viso verso la Masjidu-l-haram, che questa è la verità [proveniente] dal tuo Signore. E Allah non è ignaro di ciò che fate.
150. E [allora], da qualunque luogo tu esca, volgi il viso verso la Masjidu-l-haram, e ovunque voi siate, volgete il volto verso di essa, affinché la gente non abbia pretesti contro di voi, eccetto quelli di loro che hanno fatto ingiustizia. Non temeteli allora, temete [piuttosto] Me, affinché Io renda perfetta su di voi la Mia Grazia. Forse cosí seguirete la retta via.
Nei precedenti versetti, il sacro Corano, nell’ordinare ai mussulmani di rivolgersi verso la Sacra Moschea della Mecca, si riferiva alla santa Medina e ai mussulmani di questa città. In questo versetto, il sacro Verbo di Allah dice invece: “E [allora], da qualunque luogo tu esca, volgi il viso verso la Masjidu-l-haram, e ovunque voi siate, volgete il volto verso di essa…”
Ma perché la questione del cambiamento della qiblah viene trattata ripetutamente dal sacro Corano?
In diversi e consecutivi versetti, il sacro Corano tratta, ripete e ribadisce le questioni e i princípi inerenti all’argomento del cambiamento della qiblah, e ordina, piú di una volta, al sommo Profeta e ai mussulmani, di volgere il volto verso questa sacra direzione. La ripetizione di tali ordini e argomenti non è a caso, e, ogni volta, assieme alla questione della qiblah, viene trattato un nuovo e diverso problema. Essa serve inoltre a mettere in evidenza la grande importanza, e le vitali conseguenze di questo cambiamento.
In uno dei versetti della sura in esame, dopo aver ordinato al sommo Profeta e ai mussulmani di rivolgersi verso la nuova qiblah, afferma che la gente del Libro sapeva bene che è giusto pregare verso la Ka´bah, poiché aveva letto nella Torà che il Sigillo dei Profeti avrebbe pregato verso due qiblah. Il sacro Corano aggiunge inoltre che Allah ha dato al sommo Profeta una nuova qiblah affinché s’avverasse la predizione della Torà. Nel versetto successivo, il nobile Verbo di Allah porta un altro argomento per ripetere e ribadire tale questione.
Nel versetto in esame invece, il problema trattato assieme alla questione del cambiamento della qiblah, è quello espresso dalla seguente frase: “…affinché la gente non abbia pretesti contro di voi…”
In effetti, la gente del Libro attendeva questo evento, e se la qiblah non fosse cambiata, essi avrebbero avuto un ottimo pretesto per negare fede al Profeta e dissuadere gli altri dal credergli. Essi avrebbero detto: “Non è lui il profeta che aspettiamo, poiché non ha pregato verso due qiblah”, ho avrebbero biasimato i mussulmani, dicendo loro: “Voi non avete una qiblah indipendente, seguite i giudei!”. Inoltre, anche i politeisti avrebbero obiettato dicendo: “Se Muhammad segue veramente la religione di Abramo, perché trascura la casa costruita da Abramo [la Ka´bah]”. Anche gli ipocriti avrebbero cavillato dicendo: “Il Profeta non ha le idee chiare!”
In ogni caso, ripetendo e ribadendo il precetto del cambiamento della qiblah, Allah mirava a preparare i mussulmani ad accettare questo comandamento divino, a perseverare, a non perdersi d’animo di fronte alle difficoltà, dinanzi al biasimo dei loro nemici. Il Signore Eccelso voleva che non dimenticassero che le persone ragionevoli non li avrebbero mai biasimati, e solo gli empi, gli iniqui si sarebbero presi gioco di loro, li avrebbero molestati, avrebbero cercato pretesti, cavillato per osteggiarli. Allah voleva sostenerli e ricordare loro che dovevano temere solo Lui, e non avere paura di nessun altro.
Un’altra cosa che è necessario ricordare, è che la Ka´bah è il simbolo del tawhid, della fede nel Dio Unico, dell’Islam, dei mussulmani. Nel Nahju-l-balagah la Ka´bah viene chiamata ´Alam, che, in lingua araba, significa “segno chiaro”
Gli idolatri e gli astrolatri, prestavano culto ai propri idoli rivolgendosi verso di essi, verso pezzi di legno, oggetti di ferro, astri e stelle. Ebbene, l’Islam prescrive a tutti gli uomini di prestare sincero culto all’unica divinità esistente, Allah l’Altissimo, e di volgere il viso verso un sacro edificio costruito da santi uomini, per ordine divino, per volere divino, come segno di assoluta devozione al Signore dei Mondi, per dimostrare e palesare la propria pura fede monoteistica. In altre parole, il mussulmano volgendo il proprio viso alla sacra Ka´bah manifesta la propria fede in Allah, dimostra la sua assoluta devozione al Signore eccelso, e rifiuta fede, devozione e culto a tutto ciò che non sia Lui!
In alcune tradizioni islamiche leggiamo che il sommo Profeta, di solito, si sedeva e dormiva rivolto verso la qiblah, e raccomandava ai suoi seguaci di fare lo stesso. Perciò, sedersi rivolti verso la qiblah è atto di adorazione.
Nella legge islamica la qiblah è regolata da precisi precetti, il cui rispetto è in alcuni casi obbligatorio. È ad esempio obbligatorio macellare le bestie rivolti verso la qiblah, seppellire i cadaveri rivolgendoli verso questa direzione, pregare verso la qiblah. È poi proibito, ad esempio, fare i bisogni rivolti verso la qiblah o dando le spalle a essa.
La qiblah è inoltre in grado di unire i cuori dei credenti, e di indurli a combattere i nemici dell’Islam. Non a caso, grandi profeti e imam, come Abramo, Muhammad, l’imam Hussain, e il Mahdi, hanno iniziato o inizieranno, la loro lotta contro il male e l’ingiustizia dappresso alla Ka´bah.
È possibile riepilogare quanto abbiamo finora detto riguardo alla qiblah, dicendo:
ßóãó ÃóÑúÓóáúäóÇ Ýöíßõãú ÑóÓõæáÇð ãöäúßõãú íóÊúáõæÇú Úóáóíúßõãú ÁóÇíóÇÊöäóÇ æóíõÒóßøöíßõãú æóíõÚóáøöãõßõãõ ÇáúßöÊóÇÈó æóÇáúÍößúãóÉó æóíõÚóáøöãõßõãú ãóÇ áóãú ÊóßõæäõæÇ ÊóÚúáóãõæäó ﴿151﴾ ÝóÇÐúßõÑõæäöí ÃóÐúßõÑúßõãú æóÇÔúßõÑõæÇ áöí æóáÇ ÊóßúÝõÑõæäö ﴿152﴾
151. Come abbiamo inviato fra voi un [Nostro] messaggero a voi stessi appartenente, che vi recita i Nostri versetti, vi purifica, v’insegna il Libro e la sapienza e v’insegna quello che non sapevate.
152. RicordateMi dunque, e Io Mi ricorderò di voi, siateMi grati e non mostratevi irriconoscenti verso di Me.