I mussulmani entrati a fare parte della cerchia segreta dell’Islam, discutendo, arrivarono alla conclusione che siccome i Quraysh non avevano ancora sentito il Verbo di Allah, ebbene, fosse necessario che qualcuno di loro lo recitasse ad alta voce nella Sacra Moschea della Mecca. Abdullah Bin Mas’ud, che conosce il sacro Corano a memoria, si offrì volontario per eseguire questa nobile missione, così, quando i maggiorenti della tribů dei Quraysh si riunirono accanto alla sacra Ka’bah, recitò i primi versetti della Sura del Misericordioso. Le sublimi parole e frasi di questa sacra sura, terrorizzarono gli empi capi dei Quraysh, i quali si alzarono tutti insieme dal loro posto e lo aggredirono brutalmente, picchiandolo e ferendolo gravemente.
Un gruppo di mussulmani, per sfuggire ai soprusi e alle torture dei Quraysh, si rifugiarono in Abissinia. A capo di questo gruppo v’era il nobile Ja’far Bin Abi Tâlib, che conosceva tutto il sacro Corano a memoria. Egli recitò al Negus i primi versetti della sacra Sura di Maria, colpendolo profondamente.
I sommo Profeta dell’Islam, nel quarto anni dell’egira, mandò un gruppo di persone che conoscevano a memoria il sacro Corano alle diverse tribů arabe. Alcune di queste tribů ingannarono questi nobili inviati del sommo Profeta (che secondo alcuni storiografi erano settanta) e li uccisero brutalmente.